In Arabia succede di tutto, ma alla fine la spunta il solito Lewis Hamilton. E adesso, come si diceva una volta, “chi vince questa vince tutto”.
Partiamo subito dal presupposto che il titolo non è stato messo lì per gufare contro Lewis Hamilton. Semplicemente, dopo una gara in cui è successa la qualunque, Lewis è riuscito a vincere di nuovo, azzerando totalmente il distacco da Verstappen nella classifica mondiale, e facendo un passo in più verso quel titolo che mai come quest’anno, a mio avviso si meriterebbe.
Nel week-end di Jeddah, tre sono gli aspetti che hanno consentito al pilota britannico di portare a casa un fondamentale primo posto.
In primis, la velocità. Hamilton è stato ancora una volta incredibilmente veloce e costante, dimostrando, se mai ce ne fosse bisogno, di trovarsi completamente a suo agio con la W12 e il punto aggiuntivo per il giro migliore della gara, ottenuto con l’ala danneggiata, è lì a dimostrarlo.
Subito dopo la velocità, conditio sine qua non per combattere per la vittoria, credo che una menzione d’onore la meriti il sangue freddo che Lewis ha mantenuto lungo tutta la gara. Sia durante la ripartenza dopo la prima bandiera rossa, sia al secondo restart, quando Verstappen si è lanciato all’interno senza alcuna paura, con una mossa rischiosa ma di pregevole fattura.
Ma la dimostrazione più lampante della glacialità di Lewis la abbiamo quando, al giro trentasette, Madmax tenta una staccata improponibile per stare davanti al numero 44. Ci fosse stato chiunque altro al posto di Lewis, probabilmente, saremmo qua a raccontare di un contatto di entità più grave e, forse, di qualche ritiro in più. Hamilton invece è stato sveglio, abile e intelligente a immaginare che Max avrebbe fatto di tutto per non cedere la posizione, tenendosi quindi pronto ad aprire il volante e correggere la traiettoria, evitando guai ben peggiori.
C’è poi un terzo elemento che va considerato nell’analisi della gara di domenica e del trionfo dell’alfiere della Mercedes: la fortuna. Già, diamo alle cose il loro nome, perché se l’ala anteriore della W12 non è collassata dopo il doppio contatto con Ocon prima e Verstappen poi, solo di fortuna possiamo parlare. Ovviamente ciò non toglie nulla alla magistrale performance del pilota britannico, ma va constato che il trentaseienne di Stevenage stia molto simpatico alla dea bendata.
Adesso, non ci resta che attendere con ansia il Gran Premio di Abu Dhabi, per vedere chi riuscirà ad avere la meglio e portarsi a casa quello che è il mondiale più bello e combattuto dal 2016.
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