Lewis Hamilton vince anche in Arabia Saudita e raggiunge Max Verstappen a quota 395.5 punti in classifica, infiammando ancor di più il gran finale che si terrà in quel di Abu Dhabi. Una gara pazza, piena di contatti e colpi di scena impronosticabili. Andiamo ad analizzare insieme al nostro Riccardo Ronchini i cinque eventi principali del Gran Premio saudita.
1. ONE LAST DANCE. Un testa a testa durato tutta la stagione e che si deciderà solamente nel corso dell’ultima gara, come è giusto che sia e come tutti speravamo che fosse. Max Verstappen e Lewis Hamilton, a Jeddah, come nel resto del campionato, hanno dato vita ad una battaglia che gli americani definirebbero «for the ages». Due pesi massimi che si scontreranno per il titolo ancora un’ultima volta, nel round decisivo. Ancora un ultimo ballo.
2. MAX AL LIMITE. Non c’è niente da fare, il giovane olandese corre così: tutto o niente. Anche oggi Verstappen ha fatto di tutto per provare a difendersi da Hamilton e portare a casa la vittoria. Bisogna però puntualizzare: in alcuni casi, come per esempio alla staccata di Curva 1 della prima ripartenza, Max ha nettamente esagerato e meritava di essere penalizzato. Forse, questo resta ancora l’unico limite di un pilota che è ormai ad un passo dal diventare il più completo della griglia.
3. TRIPLETTA HAMILTON. Brasile, Qatar e ora Arabia Saudita. Non male il ruolino di marcia nel finale di stagione per Hamilton. Tre vittorie che riportano il sette volte iridato in testa alla classifica in co-abitazione con Verstappen. Bravissimo a resistere a tutte le provocazioni del suo rivale, fortunato a non rompere l’ala dopo il tamponamento con la RB16B e altrettanto sensazionale a portare a casa l’ennesima vittoria della carriera, in una gara che si era messa tutt’altro che bene. Ora Abu-Dabi, ultima tappa di un campionato esaltante, che potrebbe regalargli l’ottava corona, l’ottavo trionfo che lo isserebbe a più grande di tutti i tempi.
4. DALLE STELLE ALLE STALLE. È vero, si è trattato di una gara pazza e Charles Leclerc non è stato certamente fortunato, ma non vi è altro modo di definire la gara del monegasco e della Ferrari in generale. Charles partiva quarto con qualche speranza di podio, ma circa a metà gara, a causa di un contatto con Perez e di una strategia sfortunata, si è ritrovato nono e lontanissimo dalle posizioni che contano. Quel che è certo è che in questa stagione Charles ha un conto aperto con i circuiti cittadini, sperando che sia di buon auspicio per il 2022.
5. INADEGUATI. Prima di procedere con le critiche, voglio spezzare una lancia a favore di Michael Masi e degli stewards: sono umani e in quanti tali possono sbagliare, una giornata estremamente negativa può capitare a tutti. Detto ciò quello che si è visto in Arabia Saudita è inaccettabile e mi riferisco allo scambio di comunicazioni con il muretto Red Bull, nel quale Masi ha offerto la possibilità alla scuderia anglo-austriaca di scegliere il destino del proprio pilota. In più, se vogliamo considerare anche la prima inspiegabile bandiera rossa, il pomeriggio della direzione gara è stato a dir poco negativo. Bene ma non benissimo.
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