Due milioni di euro per toccare il cielo con un dito. La nuova Ferrari Daytona SP3 non rappresenta il risultato di un mero esercizio di stile, ma riscrive, nelle vesti di terza Icona della storia del Cavallino, i canoni di bellezza nel settore delle hypercar, abbinando ad un look mozzafiato un V12 aspirato da 840 cavalli.
Si chiama Ferrari Daytona SP3, e sembra destinata a riscrivere i canoni di bellezza nel settore automotive. Si tratta infatti del nuovo capolavoro uscito dai magici cancelli di Maranello: nella gamma delle Icona Series affianca le Monza SP1 e SP2, e diventa, inoltre la miglior Ferrari di sempre sotto il profilo aerodinamico, stando a quanto divulgato dallo stesso Cavallino Rampante. Un risultato ottenuto senza ausili di alcun tipo: le appendici, infatti, avrebbero “alterato” la pulizia visiva della vettura. Strepitosi, in tal senso, i convogliatori d’aria integrati all’interno delle portiere, con le masse radianti spostate al centro della vettura. La vettura, ad ogni modo, trae la sua ispirazione dalla P4/5 di Pininfarina e dalle auto che gareggiavano nella categoria Sport Prototipo, serie che ha visto dominare il Cavallino alla fine degli anni Sessanta. Una serie, quella SP, che Ferrari si appresta a riabbracciare nel 2023 con la tanto attesa Hypercar. Un vero e proprio omaggio, dunque, alla tripletta di Daytona del 6 Febbraio 1967, con la parata delle 330 P3/4, 330 P4 e 412 P. Sotto il profilo estetico, la vettura appare come un vero e proprio oggetto artistico, parola di Flavio Manzoni, Chief Design Officer Ferrari.
Per la creazione di questo gioiello, il suo team ha potuto godere di una libertà stilistica estremamente poco usuale, nella realizzazione di una hypercar. Sempre Manzoni, sottolinea espressamente come la Daytona SP3 sia un vero oggetto design-driven, dalle volumetrie suggestive che proiettano il lessico Ferrari nel futuro, senza approccio nostalgico. Forme sensuali che si alternano alle sinuose e fluide volumetrie, le quali danno alla vettura una presenza scultorea, epurata, come anticipato inizialmente, da elementi aerodinamici attivi per ricavare la massima efficienza dal corpo vettura: “abbiamo studiato con gli ingegneri soluzioni inedite come i camini di estrazione sul fondo, con l’aria che attraversa le porte e viene convogliata verso la coda” spiega sempre Manzoni.
Purezza formale e grande raffinatezza si ritrovano anche all’interno, in un ambiente raccolto dove la plancia ha un aspetto aereo e avvolgente, mentre i sedili fissi sono plasmati come un mantello che collega le due sedute con i pannelli delle porte. Un mix di sportività ed eleganza, che non a caso è frutto del lavoro di ben due team del Design Center di Maranello, entrambi sotto la direzione di Manzoni: quello guidato da Carlo Palazzani, responsabile dell’exterior design delle vetture Sport, e quello di Fabio Massari, interior chief designer per le Granturismo. Molti sono i dettagli inediti e sorprendenti, come i fari a semi-scomparsa in cui una palpebra si solleva svelando gli abbaglianti altrimenti coperti, e le lame orizzontali, che avvolgono completamente il posteriore, evidente rimando alla 250 P5 Berlinetta Speciale, che cela la striscia sottile dei fanali, invisibili quando sono spenti, mentre in basso, nel grande diffusore, alloggia una coppia di terminali di scarico gemellati centrali. Da questi ultimi fuoriescono note conosciute ed inebrianti, firmate dal V12 aspirato (F140HB) da 6.5 litri della 812 Competizione, contraddistinto da bielle di titanio, rivestimenti di DLC (Diamond Like Carbon) per spinotti pistoni, alberi a camme, aspirazione rivista, dito a strisciamento delle valvole e ottimizzazione del sistema di iniezione diretta, e impreziosito da ulteriori 10 CV. Questo le permette di toccare quota 840 CV sostenuti da una coppia di ben 697 Nm. Si tratta, conseguentemente, del motore più potente della storia del Cavallino Rampante.
Un nuovo record casalingo, quindi, che consente alla Daytona SP3 di raggiungere i 340 km/h di punta massima e di scattare da a 100 km/h in soli 2,86 secondi (con uno 0–200 km/h registrato in appena 7,4 secondi). Le prestazioni eccezionali sono gestite da un cambio doppia frizione a sette rapporti che trasferisce la magnifica esuberanza del propulsore alle sole ruote posteriori, avvolte da pneumatici speciali costruiti appositamente da Pirelli. La carrozzeria ed il telaio sono stati infine costruiti in fibra di carbonio e Kevlar con il solo obiettivo di contenere al massimo il peso, di appena 1485 kg.
Il prezzo? Due milioni di euro. Non uno di meno.
Ph. Ferrari ©