Gli Achei ebbero la meglio sui Troiani ingannandoli, facendo loro sapere che, affossati da problematiche di ogni tipo, avevano alzato bandiera bianca. Toto Wolff, nei panni di Ulisse, sembra aver preso spunto dalla celebre Iliade di Omero, per avere la meglio sui rivali della Red Bull e su Christian Horner, che come Priamo, potrebbe vedere le sue speranze (in questo caso iridate) bruciare.
Bisogna saper perdere, ma bisogna soprattutto saper spremere le proprie menti per evitare di farlo, per ingannare gli avversari, per illuderli, e per continuare, come da tradizione, a vincere. Mercedes pareva ormai pronta a capitolare: i media davano ormai per certo il successo iridato di Max Verstappen, che in Qatar avrebbe persino potuto disporre del primo match point. Le penalizzazioni in griglia, la squalifica, il testa-coda che in Brasile ha visto scattare Verstappen dalla prima casella con Lewis Hamilton, invece, relegato mestamente in ultima posizione.
Tutto sembrava pendere in favore di Red Bull e nessuno avrebbe immaginato che Toto Wolff (che ha indossato i panni di Ulisse) e i tecnici di Brackley avrebbero dato vita ad un remake sportivo della strategia che permise agli Achei di trionfare sui Troiani.
Il Cavallo di Troia, in questo caso, viene rappresentato dai cavalli (perdonate il gioco di parole) della Power Unit della W12. Le penalizzazioni in griglia, di fatto, sono state il “regalo” di Mercedes a Red Bull, ormai certa di mettere le mani su entrambi titoli mondiali. Un “regalo” che potrebbe aver rovinato i piani del team di Christian Horner, che come Priamo, forse, aveva giudicato vinta la guerra. Attraverso le penalizzazioni citate, infatti, Mercedes ha bypassato i limiti che avevano messo fine al “party mode” che tanto aveva reso grandi la W11 e le sue progenitrici, senza che nessuno se ne accorgesse. Almeno fino ad ora.
Mercedes non ha sostituito i propri propulsori per il timore di rotture, ma per spremere ogni cavallo dalla Power Unit di Brixworth e per farsi beffe di un regolamento tecnico che ora scricchiola come mai aveva fatto prima. La scuderia anglo-tedesca ha infatti realizzato, in Brasile, che persino venticinque posizioni in griglia nulla possono nei confronti di una Power Unit sfruttata al 100%. Ed io ritengo tutto questo impressionante, a tal punto che Mercedes, nel 2022, potrebbe persino (iperbolicamente parlando) decidere di scattare dalle ultime due caselle pur di fare doppietta in ognuna delle 23 tappe del calendario. Enrico di Navarra, probabilmente, affermerebbe che “il campionato val bene una penalizzazione”.
Red Bull lo ha forse capito, ma potrebbe essere troppo tardi. A Milton Keynes erano certi che a Brackley stessero per abbandonare la fatidica spiaggia, lasciando un cavallo come omaggio al trionfo anglo-austriaco. Ma si sbagliavano: in quel cavallo si trova una potenza sconfinata, e ne hanno avuto una drammatica prova, sportivamente parlando, ad Interlagos. E gli oltre mille dipendenti Mercedes, al termine del Gran Premio del Messico, non avevano alzato bandiera bianca come era lecito aspettarsi. Si erano solamente nascosti nella baia di San Paolo, lontani da occhi indiscreti, pronti a dar fuoco alle speranze iridate di Red Bull.
Historia magistra vitae.
Ph. Mercedes-AMG PETRONAS Formula 1 Team ©
La differenza la fa ancora il pilota ed Emilton è un fuoriclasse unico.…,paragonabile al Mitico Senna,Max è un buon pilota ma.…non ha vinto niente,deve passare acqua sotto i ponti…