Una tiratissima gara al cardiopalma, che vede Lewis Hamilton battere Max Verstappen solamente nel corso delle ultime battute, grazie ad una manovra da vero fuoriclasse. Andiamo a scoprire insieme al nostro Riccardo Ronchini le cinque pillole del Gran Premio di San Paolo.
1. OBRIGADO LEWIS. Che gara ragazzi, anzi che week-end. Più forte delle penalità, delle sanzioni e anche della strategia del team, che di certo non lo ha aiutato. Semplicemente illegale. Quando Hamilton corre in questo modo c’è poco da fare, vince sempre lui. I sorpassi a Perez, Gasly e Verstappen sono degli autentici capolavori, le pennellate di Picasso sul Guernica. E la battaglia per il Mondiale è tutt’altro che finita: mancano ancora tre gare in cui tutto può succedere.
2. FERRARI CORIACEA. L’obiettivo è sempre quello: il terzo posto della classifica costruttori. La SF21 al momento non può lottare con i primi della classe, ma va bene così: ricordiamoci da dove partiva. Era però fondamentale guadagnare ancora punti sulla McLaren, che dalla tappa brasiliana torna a casa con un solo punticino. La Rossa, invece, con diciotto. Il bottino dunque non può che essere più che positivo.
3. VERSTAPPEN AL LIMITE. È fatto così Max: tutto o niente. È il suo modo di affrontare le corse e lo abbiamo visto anche oggi, con la sua difesa su Hamilton. A voler essere sinceri, quella manovra è parsa estremamente rischiosa. Se il pilota Mercedes non avesse alzato il piede saremmo qui a raccontare l’ennesimo contatto tra i due. Nonostante tutto, Max conserva la testa della classifica piloti, con un vantaggio su Lewis che dopo la corsa brasiliana si è ridotto nuovamente a soli quattordici punti.
4. SECONDE GUIDE DECISIVE. L’impressione è che Bottas e Perez, in questi ultimi tre appuntamenti, saranno i veri aghi della bilancia di questo Mondiale. Ogni decimo è fondamentale e la sensazione è che sia Mercedes che Red Bull useranno le proprie seconde guide per ostacolare in ogni modo i propri rivali. Attenti a quei due allora.
5. DECISIONE DIFFICILE, MA CHE LENTEZZA! D’accordo, era un momento potenzialmente decisivo e non era il caso di prendere decisioni affrettate. Allo stesso tempo, il regolamento incastrava Mercedes sotto tutti i punti di vista ed un giorno e mezzo per emettere un verdetto è parso alquanto eccessivo. Si è arrivati a qualche ora dalla Sprint Qualifying senza sapere quale sarebbe stato il destino di sia di Hamilton che dello stesso Verstappen. Senza contare tutto ciò che questo ha comportato in termini di polemiche. Un po’ più di tempestività sarebbe gradita.
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