Un Gran Premio senza palpiti, passate le prime tre curve. Troppo lontani dall’AlphaTauri di Gasly, troppo forti per chi inseguiva. La gara della Ferrari è l’ennesimo capitolo interlocutorio di una stagione che fa rima con ricostruzione. Sperando che i parolieri di Maranello trovino la rima giusta con 2022.
Sesto ed ottavo. Sul lato sporco della griglia di partenza, Carlos Sainz e Charles Leclerc partono tutt’altro che male. Entrambe le Rosse perdono una posizione, in approccio a Curva 1, perché Ricciardo e Vettel sfruttano nel migliore dei modi il lato pulito. Sainz affianca Gasly rimanendo a centro pista, mentre Leclerc tiene la corsia esterna nella scia dell’AlphaTauri che, a sua volta, segue la Red Bull di Max Verstappen. Ricciardo è velocissimo ed affianca Checo Perez, mentre là davanti l’olandese volante cerca il colpaccio sulla coppia Mercedes.
È un attimo. Bottas deve frenare prima, per non fare il patatrac definitivo contro uno dei due pretendenti al titolo; Ricciardo, invece, completamente all’interno, avvolto in una nuvola di polvere, frena tardi per cercare di passare l’eroe di casa. Il contatto tra le due vetture è inevitabile, il finlandese si gira, l’australiano perde l’ala anteriore. Perez si sposta all’esterno, come Gasly, Leclerc e Giovinazzi passa indenne sull’erba. Sainz e Vettel vengono rallentati dai detriti della McLaren, prendono il prato interno rispetto alla Curva 3 e rimangono dietro ai primi sei.
Il via è palpitante, ricco di colpi di scena. Alla ripartenza della gara, dopo l’intervento della Safety Car, Carlos Sainz sorpassa l’Alfa Romeo di Giovinazzi e si piazza al sesto posto, dietro al compagno di squadra. Sono passati cinque dei settantuno giri previsti e la gara delle Ferrari, sostanzialmente si cristallizza. Il ritmo delle SF21 non è sufficiente per chiudere il gap con Pierre Gasly, ma è più che sufficiente per tenere a distanza di sicurezza l’Aston Martin di Sebastian Vettel.
Anche nel momento in cui il muretto Ferrari ha chiede a Leclerc di far passare lo spagnolo, per provare a raggiungere ed attaccare Gasly con gomme più fresche, il distacco dall’AlphaTauri si riduce troppo poco per pensare ad un vero e proprio attacco. Così, al penultimo giro, viene dato l’ordine di scambiare nuovamente le posizioni, mentre nella tornata finale, il vincitore Verstappen doppia la vettura di Sainz e lascia il monegasco a pieni giri, per pochi metri.
Onestamente, difficile chiedere di più alla Scuderia, alla luce delle prestazioni avute nel week-end. Le aspettative erano più sostanziose, ma già dalle Free Practice si era capito che qualcosa non permetteva di estrarre tutto il potenziale dalle vetture. Il bilancio complessivo vede entrambe le vetture in Q3, sesta ed ottava, una buona partenza, una gara irreprensibile ed una strategia lineare e priva di sbavature, due pit stop perfetti e la quinta e sesta posizione. Nelle classifiche dei due campionati, entrambi i piloti non sono lontani dalla prima posizione degli “altri” perché i punti che li dividono da Norris sono 12 per Leclerc e 19,5 per Sainz, mentre la terza posizione è al momento già nelle mani della Ferrari.
D’altro canto, non si può dimenticare che il week-end si è concluso con le Rosse sostanzialmente doppiate entrambe. Come fa ad essere perfetta una gara in cui finisci così lontano dalla vetta? Certo, se esaminiamo storia e blasone del team, potrebbe sembrare un risultato imbarazzante; se osserviamo l’esito della precedente edizione del Gran Premio, con la prima fila tutta rossa, Vettel e Leclerc a battagliare con le Mercedes, nonostante qualche errore ai box, Verstappen quasi doppiato, potremmo pensare ad una corsa disastrosa. In realtà, non dobbiamo dimenticare che la Ferrari arriva da una stagione disastrosa e che rimettersi in piedi dopo una simile caduta non è semplice e tutt’altro che scontato. Servono tempo, dati, anche qualche errore che aiuta a comprendere quale sia la strada giusta e quale quella sbagliata, esperienza, pazienza, qualche intuizione e tanti chilometri in pista.
Sembra il ritornello di ogni stagione ed il timore è sempre che l’attesa riscossa rimanga nelle intenzioni del team e nei sogni dei tifosi; il 2022 è il mantra di molte squadre, ma per la Ferrari è stato un vero e proprio faro ad evitare il naufragio nella buia notte del 2020 e le speranze riposte nel nuovo progetto sono davvero tante. La cosa positiva, che fa ben sperare, è che gli obiettivi del team sono stati raggiunti o sono raggiungibili. Questo potrebbe indicare che la strada intrapresa è giusta, almeno dal punto di vista dell’organizzazione e del metodo di lavoro; certo, sono due aspetti che non vanno direttamente ad impattare sulle prestazioni della vettura, ma sono ingrediente fondamentale di qualunque impresa di successo.
Così, felicemente imperfetta, ma con il desiderio di tornare a lottare per vittorie e titoli, la Ferrari affronta gli ultimi quattro impegni, cominciando dal week-end in arrivo in cui la Formula 1 tornerà ad Interlagos. Ormai si scorge, sempre più vicina, la fine di questa stagione 2021, per la Scuderia questo significa soprattutto che il momento dell’attesa, sperata riscossa è sempre più vicino.
Ph. Scuderia Ferrari Media Center ©