Per una gara che ha visto Max Verstappen trionfare ed allungare in classifica su Lewis Hamilton, il tutto in una cornice di pubblico semplicemente sensazionale, tornano le cinque pillole, rubrica in cui il nostro Riccardo Ronchini analizza i cinque eventi principali del Gran Premio del Messico.
1. SCATTO MONDIALE. A quattro gare dal termine della stagione, Max Verstappen ha forse ottenuto la vittoria più importante dell’anno, specialmente perché non era scontata, non dopo la qualifica almeno. La prima fila tutta Mercedes aveva complicato, e non poco, i piani della Red Bull e dell’olandese. Poteva essere una corsa estremamente complessa e invece Max tira fuori l’ennesima magia di questo campionato. Una staccata da paura a scavalcare entrambe le Frecce Nere, per poi salutare velocemente la compagnia e andare a prendersi la nona vittoria annuale.
2. ROSSO SBIADITO. Ci si aspettava qualcosa in più dalla Ferrari nel corso di questo week-end. Il quinto e il sesto posto di Leclerc e Sainz sanno un po’ di delusione, specialmente perché non sono mai riusciti ad attaccare realmente l’AlphaTauri di Pierre Gasly. Un peccato, perché una posizione in più avrebbe portato a Maranello punti importanti in vista della lotta al terzo posto, specialmente considerando la disastrosa corsa delle due McLaren.
3. MERCEDES, COSÌ È DURA. Un titolo che possiamo applicare ad entrambi i campionati, Piloti e Costruttori. Nel primo caso, Lewis per riuscire a laurearsi nuovamente Campione dovrà compiere un vero e proprio miracolo, mentre per quanto riguarda il Mondiale Costruttori, la scuderia di Brackley ha perso tantissimi punti a causa della sciagurata gara di Bottas, con il vantaggio che si è ridotto ad appena un solo punticino. Una situazione complessa. Piccolo particolare insignificante: la RB16B, al momento, pare nettamente più veloce della W12.
4. FINALMENTE PIERRE! Mancava da tanto tempo un Gasly così: sempre in palla, veloce e preciso. Una quarta posizione meritatissima in una stagione molto altalenante per il pilota francese, che tra errori suoi e mancanza di competitività della monoposto non è riuscito ad essere sempre continuo. Pierre, però, è maturato molto ed ha acquisito una consapevolezza importante. Peccato solo che i sedili nei top team siano tutti occupati.
5. ALFA, MA COSA HA FATTO DI MALE GIOVINAZZI? Ormai non ci sono più parole per comprendere il comportamento della scuderia elvetica nei confronti del povero Antonio. Ma perché farlo rientrare ai box quando era tranquillamente settimo ed in totale gestione? Perché fermarlo per rovinargli l’ennesima gara della stagione? Il tutto per favorire Raikkonen? Qualcuno dovrebbe dare delle spiegazioni: tutto ciò è incomprensibile e soprattutto inaccettabile.
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