Se Sergio Marchionne fosse ancora vivo, Frederic Vasseur sarebbe stato certamente costretto a rassegnare le dimissioni. Perché in Formula 1, come nella vita, quando è troppo è troppo. Al termine della stagione, il cammino di Antonio Giovinazzi si separerà da quello di Alfa Romeo Racing. E se tutti i mali non sempre vengono per nuocere, probabilmente allora questa è una di quelle occasioni sulle quali si fonda tale detto popolare.
Antonio Giovinazzi non si meritava tutto questo. Di cosa stiamo parlando? Del triste epilogo verso cui sta virando il suo rapporto con Alfa Romeo Racing ORLEN, una storia d’amore giunta ormai agli sgoccioli, con il Gran Premio del Messico, andato in scena appena poche ore fa, che sembra rappresentarne l’ultimo capitolo. Nella giornata di ieri, infatti, il muretto box della scuderia di Hinwil si è reso protagonista dell‘ennesimo grave errore strategico, condannando, ancora una volta, il povero pilota di Martina Franca ad una gara anonima.
Un vero peccato, dal momento che nel corso delle tornate iniziali, quando emerge più facilmente il talento di chi ama cimentarsi nel corpo a corpo, il buon Antonio era riuscito a destreggiarsi, insidiando addirittura la Ferrari di Charles Leclerc, prima, e dando filo da torcere alla SF21 di Carlos Sainz, poi. La corsa sembrava andare per il meglio, fino a quando non è arrivata la disastrosa chiamata da parte degli strateghi ai box, i quali hanno inspiegabilmente optato per un pit-stop anticipato, relegando così Giovinazzi alle spalle di Daniel Ricciardo e Valtteri Bottas, entrambi più lenti di lui a causa di una gomma dura non particolarmente brillante, ma allo stesso tempo forti di una velocità di punta a dir poco invidiabile.
Da qui il disastro, culminato con l’ennesimo Gran Premio senza punti, grazie all’undicesima posizione finale ottenuta dal pugliese allo sventolare della bandiera a scacchi. L’errore di lettura della corsa compiuta dagli uomini di Vasseur, tuttavia, questa volta è parso ingiustificabile, come sottolineato da Roberto Chinchero, nota penna di Motorsport.com, addirittura in corso d’opera, durante la telecronaca andata in onda su Sky Sport F1. E come si suol dire, “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”, ovvero “errare è umano, ma preservare è diabolico”.
Ecco allora che fa quasi sorridere il fatto che ad essere messo costantemente in discussione sia Antonio Giovinazzi e non la squadra tutta, quando proprio quest’ultima, in fin dei conti, risulta essere l’autrice principale dietro ai numerosi risultati deludenti maturati nel corso di questa stagione. Una squadra che deve molto a Sergio Marchionne, il quale probabilmente si ribalterebbe nella tomba, se sapesse del trattamento riservato ad un ragazzo in cui ha sempre creduto moltissimo. Sull’argomento, inoltre, si è espresso anche Mattia Binotto, team principal della Scuderia di Maranello, il quale ha rilasciato ai microfoni di Sky Sport F1 le seguenti parole:
“Il risultato negativo ottenuto da Antonio in Messico? Onestamente non so bene cosa gli sia capitato, dal momento che ero molto concentrato a seguire la corsa delle mie vetture. Ad ogni modo, Giovinazzi non è solo un pilota italiano, ma è anche un pilota della Ferrari, e a noi dispiace quando un nostro pilota non viene messo nelle condizioni adeguate a performare al massimo delle sue possibilità. Qualora l’anno prossimo non dovesse mantenere il proprio sedile in Formula 1 saremmo molto tristi, poiché riteniamo che stia facendo bene, continuando a cresce week-end dopo week-end. Pertanto, penso che un posto nella massima serie gli spetti di diritto, anche se questo non sta a noi deciderlo. Questa volta, purtroppo, non tocca a noi poter prendere una decisione”.
Va poi sottolineato come, da qualche appuntamento a questa parte, Giovinazzi non stia venendo trattato con il rispetto che merita: basti pensare ai team radio ascoltati ad Austin, o alla spiacevole situazione creatasi negli ultimi giri ad Istanbul. Nel primo caso ad Antonio è stato addirittura intimato di fare silenzio e di pensare solamente a guidare, lasciando trasparire un messaggio non proprio positivo, soprattutto in un ambiente quale quello della Formula 1, che dovrebbe essere contraddistinto da una certa classe, soprattutto nelle comunicazioni.
Alla luce di tali considerazioni, dunque, risulta allora più che giustificabile quanto espresso sui social dal pilota di Martina Franca al termine della gara di ieri, il quale si è sfogato tramite un post, ammettendo di non riuscire a trovare il lato positivo di quanto vissuto durante la corsa messicana, nonostante sia un ragazzo che per natura cerca sempre di trarre un qualche insegnamento dalle proprie esperienze.
Fortunatamente Antonio, a partire dalla prossima stagione, dovrebbe riuscire ad accasarsi senza troppe difficoltà nel campionato WEC, una categoria dove, al volante di una Ferrari, ne siamo certi, potrà tornare a dare il meglio di sé se supportato adeguatamente dal proprio team. Inevitabilmente, però, rimane l’amaro in bocca per un’esperienza in Formula 1 che avrebbe potuto regalargli decisamente più soddisfazioni di quanto fatto, e che, tristemente, si avvia a chiudersi con una conclusione non degna del percorso compiuto fin qui.
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