2 Novembre 2008. Seduto nella sua monoposto, parcheggiato nella piazzola del numero uno, Felipe, distrutto, alza la visiera del casco e scoppia in lacrime. 38 secondi e 907 millesimi lo avevano separato dall’occasione di una vita, da quella che si è trasformata nel primo sigillo iridato per chi, nella storia della Formula 1, avrebbe scritto molte pagine, diventando una nuova ed imbattibile leggenda.
Interlagos, 2 Novembre 2008. Una data difficile da dimenticare. A dimostrazione che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. O all’ultimo giro. Sotto un boato più rumoroso di una tempesta, il ferrarista Felipe Massa vince la gara di casa. Tutti, dai tifosi ai meccanici, esultano ed urlano di gioia. Una telecamera riprende il papà del brasiliano mentre gesticola un inequivocabile “calma”. In effetti, per l’assegnazione del titolo non era ancora finita.
L’euforia lascia spazio all’attenzione e all’attesa, frustrante. Hamilton con la sua McLaren continua a spingere, ormai la quinta piazza, quella che gli avrebbe garantito il primo mondiale in carriera, è quasi utopia. Glock che non riesce più a stare in pista per via delle gomme slick alla sua Toyota. Nelle ultime tre curve riunite da un’unica traiettoria, la sagoma della McLaren di Lewis appare dietro di lui. Il sorpasso, da utopia diventa reale.
“Con Hamilton che è quinto?! Ha passato Glock, non era un doppiato! È campione del mondo Hamilton! Non ci posso credere… che finale. Non lo dimenticheremo mai”.
L’entusiasmo dei ferraristi cambia faccia. Due box e due scenari: in Ferrari, un meccanico, per la rabbia tira un pugno rompendo un vetro. In McLaren, Nicole Scherzinger salta e applaude il suo fidanzato, appena diventato il più giovane campione di sempre in Formula 1.
A non dimenticare mai quel finale, però, sarà Massa. La Ferrari è vincitrice della coppa costruttori, un dettaglio che passa in secondo piano. Seduto nella sua monoposto, parcheggiato nella piazzola del numero uno, Felipe, distrutto, alza la visiera del casco e scoppia in lacrime. 38 secondi e 907 millesimi lo avevano separato dall’occasione di una vita, da quella che si è trasformata nel primo sigillo iridato per chi, nella storia della Formula 1, avrebbe scritto molte pagine, diventando una nuova ed imbattibile leggenda.
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