Dammi tre parole, cantava Valeria Rossi nel 2001. Ad un ventennio di distanza, quelle parole le abbiamo trovate: Super Trofeo Omologata. Semplicemente STO. Un acronimo da 640 CV e 565 Nm di coppia, che racconta la massima evoluzione di una delle migliori Lamborghini di sempre: la Huracán.
“Dammi tre parole”. Abbiamo introdotto in questo modo la devastante Huracán STO, anche se, ripensandoci, le parole in fondo non servono. A parlare sono i numeri: sotto il profilo aerodinamico, il nuovo body-kit realizzato dal Reparto R&D di Lamborghini e dal Chief Technical Officer Maurizio Reggiani, in compartecipazione con la Squadra Corse, genera un +53% di downforce ed una efficienza aerodinamica superiore al 37% rispetto alla Performante, considerata da tutti, prima del debutto della STO, il non plus ultra della tecnica. A breve andremo ad approfondire i dettagli che hanno portato la Super Trofeo Omologata, trasposizione stradale dei tre successi consecutivi conquistati dalla GT3 EVO alla 24 Ore di Daytona, a sviluppare un carico simile.
Prima, tuttavia, occorre aprire il cofano motore. Al suo interno troviamo un V10 a 90° ad aspirazione naturale (carter secco) da 640 CV e 565 Nm di coppia. Il rapporto peso-potenza si attesta sui 2,09 kg/CV (5,61 lb/CV) e testimonia, di fatto, lo straordinario lavoro effettuato sulla STO. Il tutto viene abbinato alla trazione posteriore (RWD) e al cambio doppia frizione LDF a sette rapporti. Ciascuno degli elementi citati porta, naturalmente, alla realizzazione di performance mozzafiato: la Huracán STO scatta infatti da 0 a 100 km/h in 2,9 secondi e raggiunge i 310 km/h di punta massima. Numeri forse non troppo eccezionali per qualcuno, ma badate bene: la STO, che pesa 43 kg in meno della Performante, nasce per la pista, non per toccare i 330 o o i 340 km/h in rettilineo. Ogni componente, frutto del duro lavoro degli aerodinamici di Lamborghini, va in questa direzione. Non a caso si ritiene che la STO abbia tutte le carte in regola per infrangere, sul tracciato del Nurburgring, il record sul giro di 6:38.840, fatto registrare dalla 911 GT2 RS Manthey-Racing.
Come affermato inizialmente, bastano i numeri a far comprendere a chi legge di che cosa stiamo parlando. Ma andiamo ora ad analizzare quelle che sono le caratteristiche tecnico-estetiche della Super Trofeo Omologata: come affermato in numerosi interventi da Mitja Borkert, uomo al vertice del Centro Stile Lamborghini, nella STO la forma segue la funzione: tutte le componenti sono state infatti progettate per convogliare al meglio i flussi, pur mantenendo intatti i principi del design Lamborghini. Di fatto le linee degli esterni traggono la loro ispirazione da quelle della GT3 Super Trofeo EVO, ma con accorgimenti di rilievo. I pannelli della carrozzeria sono infatti composti per oltre il 75% dalla fibra di carbonio ed insieme al cofango, elemento specifico che integra il cofano e i parafanghi anteriori, che abbiamo visto in passato su modelli quali Miura e Sesto Elemento, vanno ad ottimizzare le prestazioni aerodinamiche del lato frontale e a ridurne il peso complessivo.
La STO si differenzia dalla sorella nata per le competizioni soprattutto nella zona anteriore, caratterizzata da un disegno maggiormente pulito, a raccordo di tutte le linee della vettura, ma con lo sguardo di un toro pronto alla carica, dove le nuove air intakes sul cofano anteriore vanno tendenzialmente ad aumentare il flusso attraverso il radiatore centrale, per migliorare il raffreddamento del motore e contribuire a generare deportanza. A completare il quadro, e dare al tutto un altro tocco dal sapore racing, lo splendido airscope. Osservando la fiancata, si evince ancora una volta lo stretto legame instaurato con la GT3 EVO. Balza subito alla vista la traccia della linea unica che “disegna” il profilo della vettura, seppur con un trattamento delle superfici maggiormente scultoreo e, se vogliamo, leggermente frastagliato nella zona verso il posteriore. Un posteriore molto simile a quello della Performante, ma che sfoggia, oltre ai due terminali di scarico in posizione centrale, un grande alettone a doppio profilo, regolabile su tre posizioni in base al tipo di strada percorsa dal conducente.
Nello scarno (ma splendido) abitacolo, domina ancora una volta la fibra di carbonio, che ritroviamo nei pannelli porta, nei sedili, e addirittura nei tappetini. La fibra, oltre ad essere un materiale innovativo e performante, offre uno stile sportivo che ben si sposa con le eleganti finiture in Alcantara e Carbon Skin. Ben figurano, naturalmente, anche le cinture racing a quattro punti e il vano anteriore, riprogettato per riporre il casco: elementi, questi, che accentuano lo straordinario DNA sportivo della STO, che si ripropone anche nel volante dalla sagoma schiacciata, in cui svetta il tasto di regolazione delle drive mode “ANIMA”.
Un concentrato di potenza e tecnica, il risultato di un non voler mai smettere di migliorarsi.
Chi si accontenta, in fondo, non gode.
In sintesi: Super Trofeo Omologata.
In estrema sintesi: STO.
Un enorme grazie a SA-Media Photography e a DFactory Italia per averci fornito il materiale fotografico, capace di rendere impeccabilmente onore ad un capolavoro quale la STO.
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