Troppo forte il duo Verstappen — Red Bull ad Austin. Ora Lewis deve iniziare a mettersi il cappotto.
Chi l’avrebbe mai detto che ad Austin avrebbe fatto così freddo? Ovviamente non mi riferisco al clima texano, sempre caldo, anche troppo per la tenuta delle Pirelli, ma alla temperatura percepita da Lewis Hamilton alla fine del Gran Premio degli Stati Uniti d’America. Già, perché alla fine di un week-end in cui il pilota di origini giamaicane e il suo team speravano nel controsorpasso, il termometro è invece sceso ancora, fino ad arrivare a -12 punti. Dopo aver indossato un giubbottino, pienamente in linea con la stagione, è il momento di quella che, visto il periodo di elezioni politiche, abbiamo sentito ultimamente definire come “analisi della sconfitta”.
La conformazione del tracciato teoricamente favorevole alla Mercedes e l’ottimo rapporto di Lewis con il tracciato americano avevano lasciato presagire una superiorità rimasta solo ipotetica. Lewis, infatti, non ha mai avuto il passo per stare davanti ad un Verstappen velocissimo e quanto mai maturo in un fine settimana potenzialmente decisivo per la vittoria del campionato. Il sabato è stato l’emblema della superiorità del giovane olandese, che si è portato a casa la pole position con un giro pressoché perfetto, staccando il Re nero di oltre due decimi. Ma non era solo Verstappen ad essere in giornata di grazia, ma anche la monoposto austriaca si è dimostrata superiore, come dimostra la terza posizione del sabato di Checo Perez, staccato di soli 15 millesimi dalla prima fila.
Eppure Lewis, il miracolo lo stava per compiere anche stavolta. In partenza brucia il rivale, tenendosi di forza la vetta alla prima curva. Poi la scelta del box di non coprire la sosta di Max ma di andare più lunghi, nella speranza, forse, di riuscire a completare la corsa con un solo cambio gomme. Ciò si è rivelato impossibile, date le condizioni dell’asfalto e la conseguente usura degli pneumatici.
La rincorsa che ne è scaturita è stata sicuramente emozionante, riuscendo a tenere gli appassionati incollati allo schermo per vedere se un Hamilton in modalità “hammer time” sarebbe riuscito a prendere un Verstappen tanto preciso nella guida e nella gestione della gara che, se non fosse stato per la tuta al posto di camice e guanti, avremmo potuto scambiarlo per un chirurgo.
A tre tornate dal termine Hamilton l’aveva preso, ma tra raggiungere Verstappen e passarlo c’è una differenza sottile, quantificabile in un secondo. Tanto è il distacco che l’olandese è riuscito a mantenere e che gli ha permesso di vincere per la prima volta al COTA.
Il meglio di Lewis non è bastato questa volta. Contro un Verstappen così ispirato e una Red Bull tanto competitiva, la rimonta si fa adesso molto complicata, considerando che almeno due dei cinque appuntamenti rimanenti sono favorevoli, almeno sulla carta, alla scuderia austriaca.
Chissà che Lewis non sia quindi tornato a casa a smaltire la delusione e, nel tempo libero che gli rimane, non faccia in tempo a fare il cambio di stagione nell’armadio.
Perché a ‑12, inizia a sentirsi il freddo.
Ph: Daimler AG ©️