AUSTIN, TEXAS - OCTOBER 24: Max Verstappen of the Netherlands driving the (33) Red Bull Racing RB16B Honda leads Lewis Hamilton of Great Britain driving the (44) Mercedes AMG Petronas F1 Team Mercedes W12 during the F1 Grand Prix of USA at Circuit of The Americas on October 24, 2021 in Austin, Texas. (Photo by Jared C. Tilton/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202110250085 // Usage for editorial use only //

Una gara bellissima, scandita a suon di ritmo, battaglie e strategie, che vede Max Verstappen uscirne vincitore. Andiamo a scoprire, assieme al nostro Riccardo Ronchini, le cinque pillole del Gran Premio degli Stati Uniti.

1. DI FORZA MAX. La cor­sa non sem­bra­va esser­si mes­sa benis­si­mo. Una parten­za non bril­lan­tis­si­ma da parte del­l’olan­dese som­ma­ta ad un Hamil­ton in gran for­ma, e forse anche con qual­cosi­na in più in ter­mi­ni di rit­mo, sem­bra­va aver com­pli­ca­to parec­chio le cose. Nonos­tante tut­to, gra­zie ad una strate­gia per­fet­ta del muret­to e ad una ges­tione magis­trale degli pneu­mati­ci, Ver­stap­pen piaz­za una zam­pa­ta molto impor­tante in otti­ca Mon­di­ale. Dod­i­ci pun­ti di van­tag­gio sono un bel bot­ti­no, anche se non anco­ra suf­fi­ciente per pot­er per­me­t­ter­si di ammin­is­trare.

2. CHARLES “MEDAGLIA DI LEGNO” LECLERC. Potrebbe essere questo il nomigno­lo da asseg­nare all’alfiere del­la Rossa, alla luce dei risul­tati ottenu­ti in ques­ta sta­gione. Sia chiaro, non vuole essere una crit­i­ca, anzi. Charles anche domeni­ca ha guida­to per­fet­ta­mente, al mas­si­mo delle pos­si­bil­ità sue e del­la vet­tura, sen­za com­met­tere nem­meno una sba­vatu­ra. Ha chiu­so anco­ra una vol­ta quar­to, per la ses­ta vol­ta in sta­gione, ad un pas­so da quel­lo che sarebbe sta­to a dir poco un col­pac­cio, ovvero portare un podio a Maranel­lo. Arriver­an­no tem­pi migliori e, se Charles si dimostr­erà questo, state tran­quil­li che di gioie ne arriver­an­no molte.

3. LEWIS IL GUERRIERO. Potrà non piacere, ma Hamil­ton non si può cer­to definire un pilota arren­de­v­ole. Nonos­tante il muret­to non abbia pre­so le deci­sioni migliori, lui non si è mai arreso, anche quan­do, dopo la sec­on­da sos­ta, si è trova­to piut­tosto lon­tano da Ver­stap­pen. Molto aggres­si­vo anche in parten­za, d’al­tronde non ave­va altra scelta: quel­lo era il momen­to di rischiare e di andare all’at­tac­co. Il seg­nale è sta­to rice­vu­to forte e chiaro: Lewis c’è e lot­terà fino alla fine.

4. RICCIARDO CONTINUO. Anco­ra una vol­ta benis­si­mo Dan­ny Ric. Quin­to al tra­guar­do e davan­ti al buon Lan­do Nor­ris. Bravis­si­mo a portare a casa il miglior risul­ta­to pos­si­bile. In più, la battaglia con Sainz al pri­mo giro è sta­ta sem­plice­mente esaltante, un vero e pro­prio spot per tut­ta la For­mu­la 1. Uni­ca nota neg­a­ti­va, quel baf­fo, per cui se doves­si fare io le pag­elle gli darei un bel­lo zero.

5. ALFA, COSÌ NO. Non vogliamo met­ter­ci a dis­cutere le scelte man­age­ri­ali, anche se forse sarebbe il caso di far­lo, ma quel­lo che è suc­ces­so in gara ad Anto­nio Giov­inazzi non fa cer­to una bel­la pub­blic­ità al team ita­lo-elveti­co: una vera e pro­pria cadu­ta di stile. Sen­tire un ingeg­nere riv­ol­ger­si al pro­prio pilota con quel tono fa qua­si pen­sare che il povero Anto­nio non sia più un ospite gra­di­to in casa Alfa Romeo. Un vero pec­ca­to, per­ché il dri­ver ital­iano non meri­ta asso­lu­ta­mente quel tipo di trat­ta­men­to. Forza Anto­nio: siamo anco­ra tut­ti pazzi per Giov­inazzi, ora più che mai.

Ph. Red Bull Con­tent Pool / Fer­rari Media Cen­ter / McLaren ©️

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