Una gara bellissima, scandita a suon di ritmo, battaglie e strategie, che vede Max Verstappen uscirne vincitore. Andiamo a scoprire, assieme al nostro Riccardo Ronchini, le cinque pillole del Gran Premio degli Stati Uniti.

1. DI FORZA MAX. La cor­sa non sem­bra­va esser­si mes­sa benis­si­mo. Una parten­za non bril­lan­tis­si­ma da parte del­l’olan­dese som­ma­ta ad un Hamil­ton in gran for­ma, e forse anche con qual­cosi­na in più in ter­mi­ni di rit­mo, sem­bra­va aver com­pli­ca­to parec­chio le cose. Nonos­tante tut­to, gra­zie ad una strate­gia per­fet­ta del muret­to e ad una ges­tione magis­trale degli pneu­mati­ci, Ver­stap­pen piaz­za una zam­pa­ta molto impor­tante in otti­ca Mon­di­ale. Dod­i­ci pun­ti di van­tag­gio sono un bel bot­ti­no, anche se non anco­ra suf­fi­ciente per pot­er per­me­t­ter­si di ammin­is­trare.

2. CHARLES “MEDAGLIA DI LEGNO” LECLERC. Potrebbe essere questo il nomigno­lo da asseg­nare all’alfiere del­la Rossa, alla luce dei risul­tati ottenu­ti in ques­ta sta­gione. Sia chiaro, non vuole essere una crit­i­ca, anzi. Charles anche domeni­ca ha guida­to per­fet­ta­mente, al mas­si­mo delle pos­si­bil­ità sue e del­la vet­tura, sen­za com­met­tere nem­meno una sba­vatu­ra. Ha chiu­so anco­ra una vol­ta quar­to, per la ses­ta vol­ta in sta­gione, ad un pas­so da quel­lo che sarebbe sta­to a dir poco un col­pac­cio, ovvero portare un podio a Maranel­lo. Arriver­an­no tem­pi migliori e, se Charles si dimostr­erà questo, state tran­quil­li che di gioie ne arriver­an­no molte.

3. LEWIS IL GUERRIERO. Potrà non piacere, ma Hamil­ton non si può cer­to definire un pilota arren­de­v­ole. Nonos­tante il muret­to non abbia pre­so le deci­sioni migliori, lui non si è mai arreso, anche quan­do, dopo la sec­on­da sos­ta, si è trova­to piut­tosto lon­tano da Ver­stap­pen. Molto aggres­si­vo anche in parten­za, d’al­tronde non ave­va altra scelta: quel­lo era il momen­to di rischiare e di andare all’at­tac­co. Il seg­nale è sta­to rice­vu­to forte e chiaro: Lewis c’è e lot­terà fino alla fine.

4. RICCIARDO CONTINUO. Anco­ra una vol­ta benis­si­mo Dan­ny Ric. Quin­to al tra­guar­do e davan­ti al buon Lan­do Nor­ris. Bravis­si­mo a portare a casa il miglior risul­ta­to pos­si­bile. In più, la battaglia con Sainz al pri­mo giro è sta­ta sem­plice­mente esaltante, un vero e pro­prio spot per tut­ta la For­mu­la 1. Uni­ca nota neg­a­ti­va, quel baf­fo, per cui se doves­si fare io le pag­elle gli darei un bel­lo zero.

5. ALFA, COSÌ NO. Non vogliamo met­ter­ci a dis­cutere le scelte man­age­ri­ali, anche se forse sarebbe il caso di far­lo, ma quel­lo che è suc­ces­so in gara ad Anto­nio Giov­inazzi non fa cer­to una bel­la pub­blic­ità al team ita­lo-elveti­co: una vera e pro­pria cadu­ta di stile. Sen­tire un ingeg­nere riv­ol­ger­si al pro­prio pilota con quel tono fa qua­si pen­sare che il povero Anto­nio non sia più un ospite gra­di­to in casa Alfa Romeo. Un vero pec­ca­to, per­ché il dri­ver ital­iano non meri­ta asso­lu­ta­mente quel tipo di trat­ta­men­to. Forza Anto­nio: siamo anco­ra tut­ti pazzi per Giov­inazzi, ora più che mai.

Ph. Red Bull Con­tent Pool / Fer­rari Media Cen­ter / McLaren ©️

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