Max Verstappen vince il Gran Premio degli Stati Uniti, dopo una lotta di strategia e di nervi, davanti a Lewis Hamilton. Chiude il podio Perez, seguito dalla Ferrari di Leclerc, settimo Sainz.
Una partita che si chiuderà ai calci di rigore. Con un’attesa, tra un tiro e l’altro, lunga non istanti, ma giorni o settimane. Quanto può essere snervante per chi si gioca la Coppa del Mondo? Parecchio. Soprattutto se in un allenamento, come le prove libere, quasi entri in contatto col tuo avversario e ti becchi un dito medio. Si spengono i semafori. Fischio d’inizio. Via. Max parte male, ne approfitta Lewis e di forza prende la prima posizione; dietro i duellanti Perez resta spettatore, mentre Ricciardo si infila tra Leclerc e Sainz. Lo spagnolo della Rossa al nono giro riprende la posizione persa nei confronti di Norris.
Tra le curve texane sfrecciano le sfide di tori alati e cavallini rampanti, protagonisti di un’ elegante danza, destinata a far meglio del proprio diretto avversario. Undicesimo giro e Verstappen entra ai box per tornare in pista quinto, alle spalle di Leclerc e Ricciardo. L’olandese mangia subito la McLaren e va a caccia della SF21 numero 16, che fa la sua sosta per rientrare in quinta piazza, dietro Bottas. È il turno di Hamilton, al giro quattordici. E sulla destra, come un razzo, arriva Max che diventa leader ad Austin. Forse Mercedes ha reagito troppo tardi alla strategia Red Bull?
Il duello al sedicesimo passaggio tra Kimi e Fernando riaccende i cuori dei nostalgici degli anni dieci, anche se in lizza c’è un tredicesimo posto: un tentativo di soprasso da parte di Iceman, un contatto, pezzi di fondo volanti e l’Alfa passa. A metà gara tutto tace, fino a quando a rompere il silenzio è la sfida tra Giovinazzi e Nando: l’italiano passa l’Alpine, ma deve cedere la posizione, obbligato — in maniera anche poco carina — da un team radio. Lì davanti, c’è la Freccia Nera numero 44 che divora terreno su Verstappen. Stai a vedere che la strategia ritardata alla fine ripaga? Trentesimo giro e Max cambia gomme, rientra terzo dietro Perez, che gli dà la scia e si accoda all’olandese: obiettivo gestione, per aver gomme in un attacco finale. Intanto Sainz passa dalla pit, viene rallentato da una sosta troppo lenta ed è ottavo, mentre Leclerc sale virtualmente sul podio grazie al secondo cambio gomme di Perez. Tre passaggi più tardi, anche Leclerc rientra ai box uscendone quarto davanti all’anonimo Bottas.
Tornata trentotto, gomma nuova per Hamilton che si mette a caccia della sua preda. La regia internazionale continua a regalare emozioni nel non inquadrare quanto sta accadendo tra Ricciardo e Sainz per la quinta posizione: Ricciardo si difende, i due si toccano, la bagarre continua fino a quando la Ferrari di Sainz, danneggiata, non deve resistere e tener dietro Bottas, fino all’ultimo giro. Hamilton continua a guadagnare su Max, sempre di più. Il primo rigore inizierà a vedere il suo esito a cinque giri dalla fine. Hamilton vede Max, sempre in maniera più nitida. Meno tre, e Lewis resta a 1 secondo e sei decimi. Meno due, e Lewis è ad un secondo e due decimi. Un secondo e un decimo. Ultimo giro, e tra i due ci sono otto decimi. Ma Verstappen non molla e vince. Aumentando il distacco in classifica mondiale.
Un rigore è andato, ed è Max a segnarlo. Con precisione, freddezza, determinazione. Ne restano altri cinque.
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