Sapevamo da tempo che Maserati, con la sua MC20, avrebbe tirato fuori dal cilindro un capolavoro in grado di terrorizzare tori e cavallini rampanti, tanto per citare due quadrupedi qualsiasi, ma fidatevi, non osavamo immaginare una tale scarica di adrenalina. Un immenso grazie a Cozzi Giulio — Maserati, esclusivo dealer del Tridente e partner di Italian Wheel, che ci ha fornito una delle nuove e rarissime supersportive modenesi prodotte fino ad ora.
Vederla dal vivo, dopo averla ammirata e descritta a lungo attingendo dai media center di Maserati, fa un effetto particolare. Ci si rende conto immediatamente di avere a che fare con qualcosa di speciale: la larghezza di quasi due metri si riflette in un frontale che impressiona per forme tanto morbide quanto scolpite, levigate, ricordiamo, dalla matita di Klaus Busse, Head of Design Maserati. Tutto si trova al proprio posto, dai gruppi ottici a led a sviluppo verticale, passando per la griglia che ospita il Tridente: le linee sono estremamente fluide, e scorrono senza interruzioni fino al posteriore, anche grazie ad un tetto che, data la sua inclinazione, ha permesso di pulire il retrotreno da spoiler fissi o attivi.
Un tripudio di minimalismo, eleganza e forza, tre elementi che la MC20 fa trasparire senza alcuna esitazione. Al posteriore, svettano sia il diffusore in carbonio, che ospita i due grandi terminali di scarico a forma circolare, che i gruppi ottici, i quali si sviluppano orizzontalmente. Tantissimi i richiami alla straordinaria MC12, e non mancano nemmeno i riferimenti a icone quali Tipo 63 Birdcage (1961) e Bora (1971). Osservandola nel dettaglio, si rimane esterrefatti di come a Modena abbiano saputo omaggiare il passato (oltre che il ritorno nelle competizioni di Maserati Corse) guardando al futuro, senza mai voltarsi indietro. Non ce ne voglia Lamborghini, ma forse sarebbe stato maggiormente opportuno, pur trattandosi di due operazioni completamente differenti, fare un ragionamento simile con la nuova Countach. Perdonate l’excursus, ma qualcuno, in redazione, ha ancora il dente avvelenato.
Ad ogni modo, giunge ora il momento di salire in macchina. Spalanchiamo le ali di farfalla e ci immergiamo nella sensazionale vasca in fibra di carbonio realizzata da Dallara, un mondo magico che non vorremmo mai lasciare: prima di premere il pulsante di accensione, posizionato su un volante in carbonio molto intuitivo, constatiamo con sorpresa qualcosa che, davvero, non ci aspettavamo: siamo entrati senza alcuna problematica. Nonostante una ridottissima altezza da terra, infatti, ci si trova immediatamente a proprio agio in “manovra”, senza movimenti di schiena particolari. A fare il resto, ci pensano i sedili a guscio in Alcantara, sportivi ma allo stesso tempo accoglienti ed ergonomici.
Come detto, rimaniamo letteralmente a bocca aperta, essendo la MC20 una supercar costruita quasi unicamente per la pista, e che poco ha a che fare con una GranTurismo, tanto per rimanere “in zona”. Altra sorpresa: pur sapendolo, avendo studiato approfonditamente la materia, rimaniamo ancora una volta colpiti dallo specchietto retrovisore interno: il motivo? Molto semplice. Non esiste alcuno specchietto: quello che vediamo al suo interno, infatti, trasmette quel che riprende una piccola telecamera posteriore, posizionata a ridosso del cofano motore stilizzato in policarbonato. Una soluzione che risolve in toto il problema della visibiilità, punto debole di tutte le supercar contraddistinte da questo tipo di concezione progettuale.
Possiamo ora, finalmente, premere il pedale del freno e stampare il nostro dito indice sul pulsante Start — Stop. La nostra schiena, che poco aveva faticato ad entrare, viene ora pervasa dalla vibrante voce del Nettuno, nuovo sei cilindri a V da 3.0 litri, carter secco, capace di erogare 630 cavalli e 730 newtonmetri di coppia. Un cuore pulsante che ha lasciato tutti senza fiato, per le tecnologie ereditate dalle attuali monoposto di Formula 1.
Parliamo, ad esempio, del sistema di combustione a precamera con doppia candela di accensione, per la prima volta presente su una stradale. Un propulsore biturbo che che ha una potenza specifica esagerata (210 CV/litro) e che viene abbinato ad un cambio ad otto rapporti Tremec, che garantisce cambiate sempre puntuali e realizzate in un battito di ciglia.
Il piede destro diviene, immediatamente, portatore di un godimento difficilmente spiegabile a parole. La MC20 ti smaterializza in un iperuranio di emozioni, fino ad 8.000 giri ed oltre, trasportandoti da 0 a 100 km/h in appena 2,8 secondi e spingendoti ad oltre 325 km/h. Va naturalmente trattata con riguardo ed attenzione: la belva modenese spinge talmente forte che viene difficile constatare, in tempo reale, quale velocità si stia toccando. A contribuire a questo senso di pericolosa ed eccitante tranquilllità, un avanzato sistema di elettronica e i potenti freni carboceramici, capaci di rendere la guida magnificamente coinvolgente.
Quattro (esclusa la ESC OFF) le drive mode: Wet, GT, Sport e Corsa. In Sport, le valvole si aprono ad appena 3.500 giri (a 5.000 in GT). In Corsa, invece, le valvole non sono semplicemente mai chiuse, il che permette di godere in maniera continuativa della sinfonia del Nettuno. Un timbro inconfondibile, del quale viene davvero difficile non innamorarsi.
E i consumi? Anche questi sorprendenti. Abbiamo infatti fatto registrare una media di 7,5 km/l, un numero che si avvicina agli 8,6 riportati nella scheda tecnica diramata da Maserati. Insomma, la MC20 pare non avere davvero difetti. Certo, ha fatto discutere, nei mesi successivi alla presentazione, il prezzo: si parte, ricordiamo, dai 216.432 euro, ma lasciandosi prendere la mano dalla moltitudine di optional presenti, significa passare facilmente quota 300.000. Questo non significa di certo che non li valga: dopo averla provata, vi garantiamo che la spesa vale la (doppia) candela. Inevitabile, ricorrere a questo gioco di parola, considerata la tecnologia adottata da questa “biposto” da Formula 1.
Infine, i doverosi ringraziamenti a Cozzi Giulio — Maserati, esclusivo dealer sito a Canegrate, partner di Italian Wheel, che ci ha messo a disposizione non solo la vettura, ma anche la sede stessa per effettuare gli scatti propostivi. La classe del Tridente, di fatto, si riflette anche in chi ogni giorno fa il possibile per trasmettere a clientela ed addetti ai lavori quel che Maserati rappresenta. Semplicemente grazie.
Ph. Cozzi Giulio — Maserati ©