In una gara densa di colpi di scena, le Ferrari raccolgono un risultato agli estremi, per i due piloti: alla gioia di Sainz fa da contraltare la nera delusione di Leclerc. A prescindere dalla classifica finale, il Gran Premio di Russia ha visto le Rosse alternare fasi molto convincenti ad altre decisamente buie. Il titolo è scontato, ma quello russo è stato davvero un Gran Premio roller-coaster.
È il quarantottesimo giro, a Sochi, il maltempo rischia di stravolgere l’esito di una gara tirata, ma che pareva ormai decisa, fino a qualche minuto prima: nel momento in cui comincia a piovere, Norris è davanti ad Hamilton, con un vantaggio minimo ma che pare inattaccabile, mentre Sainz e Verstappen sono in difficoltà, con coperture ormai consumate, e vengono attaccati da Perez e Leclerc, in un doppio confronto Ferrari–Red Bull.
Appena cade qualche goccia, Lando commette un errore, rischia di subire il sorpasso da Lewis, ma poi si prende qualche rischio in più finendo per aumentare il vantaggio sulla Mercedes. Gli pneumatici usurati di Sainz e Verstappen soffrono le nuove condizioni della pista ed entrambi decidono per provare un brevissimo stint su gomme intermedie. Lo spagnolo della Ferrari ha perso otto secondi in un paio di giri ed è stato superato anche da Max e Charles, in lotta. Quando il trio si avvicina alla corsia dei box, Leclerc prosegue, mentre i due rivali fanno pit stop. Alla fine del quarantanovesimo giro pare che la pioggia stia diminuendo, Norris decide di restare fuori, Hamilton spariglia le carte. Anche Leclerc rimane fuori: ha ventidue secondi e mezzo di vantaggio su Verstappen, ventisette su Sainz. Ma a quel punto comincia il diluvio, Alonso e Perez fanno pit stop, rientrando settimo e nono, Norris e Leclerc no e finiscono fuori pista, entrambi, il ferrarista anche fuori dalla zona punti.
In questo finale pirotecnico, ci sono piloti che gioiscono ed altri delusi ed arrabbiati. Carlos Sainz fa sicuramente parte della prima categoria, Charles Leclerc è l’emblema stesso della seconda, quasi più di un desolato Lando Norris. I sei giri bagnati che hanno chiuso il Gran Premio hanno stravolto la classifica ed i giudizi e, come per lo stato d’animo dei piloti, anche le valutazioni sulla prestazione della Ferrari mostrano cose molto positive ed altre particolarmente negative.
Cosa è andato bene? Beh, prima di tutto il risultato. Pronosticare un podio prima del week-end russo sarebbe stato considerato esercizio di grande ottimismo, forse eccessivo. Anche prima della gara, con Leclerc in fondo allo schieramento e Sainz in prima fila, si temeva la potenza di fuoco delle McLaren, delle Mercedes e della Red Bull di Perez: tenere dietro tre di queste cinque vetture non era compito facile, anche perché a Sochi la partenza sul lato sporco è tutt’altro che agevole ed il rischio di perdere posizioni al via era elevato. Invece è arrivato un terzo posto complessivamente meritato e di grande soddisfazione.
Il podio è arrivato grazie al secondo aspetto molto positivo della trasferta sul Mar Nero, le prestazioni. La Ferrari era un po’ in difficoltà sul giro secco ed il secondo posto di Sainz si è verificato grazie alla strategia che ha permesso di sfruttare alla perfezione le gomme slick, negli ultimi minuti della Q3; ma sul passo gara, entrambe le monoposto di Maranello hanno mostrato un livello eccellente. Sainz ha sempre lottato per le posizioni di vertice, Leclerc è stato protagonista di una rimonta che lo aveva portato nel gruppetto che lottava per le posizioni ai piedi del podio. Se lo spagnolo si è difeso benissimo, soffrendo solo per il degrado delle gomme, probabilmente favorito dalla scelta dell’assetto, il monegasco si è esaltato in una rimonta strepitosa, aiutato dalla nuova Power Unit montata sulla sua monoposto ed entrambi i piloti hanno saputo sfruttare le ottime prestazioni della SF21.
Proprio i piloti, ancora una volta, sono la nota lieta di questo appuntamento. Come nel corso di tutta la stagione, anche a Sochi sono stati eccellenti. Sainz più costante e solido, Leclerc più arrembante e talentuoso offrono ad ogni Gran Premio prestazioni che fanno rendere al meglio possibile la loro Ferrari. Lo spagnolo è già al terzo podio stagionale e si sta confermando come il migliore tra tutti coloro che hanno cambiato team nel 2021, Charles ha dovuto convivere con alcune disavventure, che hanno reso il suo cammino meno luminoso di quanto avrebbe potuto essere, ma ha sempre mostrato il suo enorme talento, spostando in ogni occasione un po’ più in là il limite della sua vettura, senza venir ripagato adeguatamente per la passione con cui si mette al volante.
Cosa, invece, è andato male? Prima di tutto i pit-stop. È un problema diffuso, dopo le modifiche regolamentari apportate dalla FIA, ma Mattia Binotto ha sottolineato che non c’è un collegamento con gli errori che hanno afflitto le soste di Sainz e Leclerc. Nessun dito puntato, nessuna accusa nei confronti dei bravissimi meccanici, che quest’anno hanno sbagliato davvero poco. Ma è accaduto, è stata una delle cose meno buone del Gran Premio ed ha complicato la vita in particolare a Leclerc, che dopo lo stop si è ritrovato dietro a Raikkonen e Vettel, invece che davanti a loro.
Male anche le strategie, in gara. Al sabato tutto perfetto, ma durante il Gran Premio qualcosa si inceppa, soprattutto nel caos degli ultimi giri, proprio nel momento in cui il box avrebbe dovuto mantenere la lucidità. A patirne le conseguenze è stato ancora Leclerc, ma gli errori sono ben due. Il primo quando rientrano Verstappen e Sainz: vero è che le due Ferrari sono molto vicine, circa un secondo e mezzo tra Charles e Carlos, ma in questi casi si fa pit stop con entrambi i piloti, anche se uno dei due perde qualche secondo. Il danno patito è sicuramente inferiore a quello di rimanere fuori un altro giro con gomme slick mentre piove: Leclerc perde tre secondi e mezzo nel secondo e terzo settore. Il secondo errore arriva proprio alla fine del quarantanovesimo giro: Leclerc avrebbe potuto fermarsi con un vantaggio che gli avrebbe permesso di rientrare vicino a Verstappen per giocarsi il podio e la seconda posizione finale. Invece rimane fuori, va lungo, ma anche escludendo il settore in cui ha sbagliato perde quasi undici secondi da Verstappen e da Sainz. Insomma, sarebbe stato meglio chiamarlo al giro prima, ma non fermarlo neanche una tornata più tardi è un errore forse ancora più grave.
L’ultima cosa che non ha funzionato? La partenza di Leclerc. È chiaramente un paradosso, Charles ha fatto un miracolo, è andato al limite, probabilmente oltre, e solo grazie al suo talento è riuscito ad infilarsi nei pertugi che ha trovato. Questa partenza però è simbolica di uno stato delle cose che deve cambiare: il monegasco è un pilota tanto talentuoso quanto passionale, non esita un attimo a prendersi tutti i rischi che serve prendersi per provare a guadagnare anche una posizione, un centimetro. Tante volte va oltre. È costretto ad andare oltre. Per una Sochi in cui va bene, ci sono altri casi, come Monaco, in cui va male. Ma non si possono imbrigliare talento e passione, si devono assecondare con una monoposto che li esalti, che li assista, che permetta loro di esprimersi senza essere sempre troppo oltre a quel limite che solo i grandi campioni sanno raggiungere e superare.
Questo ci aspettiamo dalla Ferrari, negli ultimi scampoli di 2021 e principalmente nel 2022. Che le cose buone rimangano, che quelle negative diminuiscano e che soprattutto la prossima vettura del Cavallino sia un purosangue adatto ad esaltare i suoi capaci fantini. La strada imboccata pare essere buona, la direzione giusta, ma sarà solo la pista a dirci quanto le speranze dei ferraristi potranno trasformarsi in realtà.
Ph. Ferrari Media Center ©️