BUDAPEST, HUNGARY - JULY 31: Lewis Hamilton of Mercedes and Great Britain leads Max Verstappen of Red Bull Racing and The Netherlands and Sergio Perez of Mexico and Red Bull Racing as they go out for their final qualifying lap during qualifying ahead of the F1 Grand Prix of Hungary at Hungaroring on July 31, 2021 in Budapest, Hungary. (Photo by Peter Fox/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202107310332 // Usage for editorial use only //

In un campionato combattuto sul filo del mezzo punto, qualsiasi cambiamento tecnico può produrre un vantaggio in grado di regalare, o meno, un alloro mondiale a chi sarà in grado di fare la scelta più adatta anche in vista del 2022.

Quel­la dell’anno cor­rente è ormai des­ti­na­ta a pas­sare alla sto­ria quale una delle più com­bat­tute, entu­si­as­man­ti e avvin­cen­ti sta­gioni di For­mu­la 1 che si siano mai viste. In aggiun­ta a ciò, tutte le scelte oper­ate in ambito tec­ni­co ver­ran­no inquadrate anche, se non soprat­tut­to, in otti­ca futu­ra, data l’enorme valen­za di ban­co pro­va che il 2021 for­nisce in vista del cam­bio rego­la­mentare ormai prossimo.

Come prece­den­te­mente dis­cus­so, molte soluzioni viste in pista riguardano l’area del retrotreno, con la mag­gior parte degli inter­ven­ti speci­fi­ca­mente con­cen­trati sul cam­bio al fine di lib­er­are una sig­ni­fica­ti­va porzione di spazio attra­ver­so cui far pas­sare un mag­gior appor­to d’aria, pro­ducen­do un incre­men­to del cari­co aero­d­i­nam­i­co quale mag­giore e van­tag­giosa con­seguen­za. Tale accorg­i­men­to pro­duce anche un impor­tante riper­cus­sione su tut­ta l’aerodinamica del­la vet­tura che neces­si­ta, in virtù del­la miglio­ra­ta effi­cien­za del dif­fu­sore, di ali più o meno scariche.

È essen­ziale ten­er con­to, infat­ti, dell’importanza che le ali han­no nel bilan­cia­re aero­d­i­nami­ca­mente la vet­tura e, pro­prio per via del loro posizion­a­men­to, spes­so pro­ducono anche una più alta resisten­za indot­ta rispet­to a quan­to si otter­rebbe con un dis­pos­i­ti­vo che viene ali­men­ta­to esclu­si­va­mente da un flu­i­do a bas­sa pres­sione, come esem­pli­fi­ca­to dal dif­fu­sore. Ridis­eg­nan­do il pro­fi­lo prin­ci­pale, noto come main-plane, è pos­si­bile infat­ti adottare un ango­lo di attac­co minore e, dunque, un alet­tone che è in gra­do di bilan­cia­re la mono­pos­to sen­za incidere ecces­si­va­mente sul­la resisten­za all’avanzamento.

Il dis­eg­no del com­po­nente in ques­tione dipende uni­ca­mente dal­la con­fig­u­razione di cias­cu­na mono­pos­to e dalle neces­sità intrin­seche del­la stes­sa che, nel caso delle due con­tenden­ti Mer­cedes e Red Bull, non potreb­bero essere più dif­fer­en­ti e che sono iden­ti­fi­ca­bili in un bas­so ango­lo di rake e bas­so drag per la tedesca, a cui si con­trap­pon­gono l’alto rake e un altret­tan­to ele­va­to cari­co per la vet­tura aus­tri­a­ca. Tali ele­men­ti han­no per­me­s­so di gio­care, in momen­ti e sec­on­do cris­mi mutevoli, con le dimen­sioni stesse degli alet­toni, aumen­tan­do o riducen­do val­ori di cari­co e di resisten­za a sec­on­da del lay­out del cir­cuito e, al con­tem­po, acceleran­do o ral­len­tan­do l’usura delle mescole utilizzate.

Tut­tavia, come di con­sue­to accade nel mon­do del motor­sport, non esiste una for­mu­la uni­vo­ca da seguire. Un sis­tema a più ele­va­to ango­lo d’attacco e mag­gior cari­co può, infat­ti, evitare il dele­te­rio pat­ti­na­men­to a cui le ruote andreb­bero nor­mal­mente incon­tro in usci­ta di cur­va, ma porterebbe, al con­tem­po, ad un aumen­to degli stress sostenu­ti dalle car­casse degli pneu­mati­ci pro­prio in fase di per­cor­ren­za, cau­san­do comunque un degra­do non trascur­abile durante l’arco del­la gara.

Con un occhio di riguar­do ver­so l’immediato futuro, rap­p­re­sen­ta­to dal prossi­mo appun­ta­men­to in quel di Sochi, si assis­terà ad un ulte­ri­ore nuo­vo sce­nario in cui, piut­tosto che in rifer­i­men­to ad un trade-off tra cari­co e resisten­za, sarà impor­tante bilan­cia­re l’assetto del vei­co­lo in fun­zione delle gomme. E tale sce­nario è des­ti­na­to a cam­biare ulte­ri­or­mente nel momen­to in cui si sbarcherà in Turchia, dove Mer­cedes ha mostra­to, in occa­sione del fred­do appun­ta­men­to di Otto­bre 2020, non poche dif­fi­coltà nel man­dare in tem­per­atu­ra le mescole anteriori.

Una vol­ta giun­ti nel con­ti­nente amer­i­cano, in cui si arri­va sen­za pas­sare dal­la tap­pa di Suzu­ka, altri­men­ti per­fet­ta per le carat­ter­is­tiche del­la RB16B, le con­dizioni dovreb­bero pre­sen­tar­si favorevoli nei con­fron­ti del­la Red Bull, dove l’impegnativo mis­to di Austin potrebbe real­is­ti­ca­mente evi­den­ziare le forze del­la vet­tura in ques­tione las­cian­do, però, al con­tem­po, un suf­fi­ciente mar­gine alla Mer­cedes per via del­la pre­sen­za di spazi decisa­mente veloci. Una ulte­ri­ore incog­ni­ta sarebbe data dal­la seguente trasfer­ta in Mes­si­co, dove le Pow­er Unit tedesche han­no sem­pre mostra­to grossi prob­le­mi di ali­men­tazione a causa delle anomale con­dizioni di eser­cizio, sal­vo poi assis­tere ad un appi­ana­men­to dei dis­liv­el­li prestazion­ali una vol­ta giusti in Brasile. Esclu­den­do l’incognita sau­di­ta, il cir­cuito di Abu Dhabi dovrebbe, infine, rap­p­re­sentare un ter­reno estrema­mente favorev­ole alla Red Bull, come vis­to in occa­sione del­la gara con­clu­si­va del 2020, in cui è sta­to net­to il dominio delle mono­pos­to austriache.

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