Per la Ferrari, il verdetto di Monza è quello che era atteso da tutti. Competitività relativa, sofferenza sui lunghi rettilinei e risultato figlio di questi limiti. La doppietta McLaren fa male alla classifica, ma a Maranello si lavora per il 2022 e traspare fiducia, anche se la Power Unit attuale ha mostrato tutti i suoi limiti.

A Mon­za, tut­ti stan­no anco­ra cer­can­do di ripren­der­si dal­lo shock dell’inci­dente tra Ver­stap­pen ed Hamil­ton. Le due vet­ture sono state rimosse e la Safe­ty Car rien­tra ai box. Davan­ti a tut­ti c’è la McLaren di Daniel Ric­cia­r­do, subito dietro di lui c’è Charles Leclerc. Poco pri­ma di arrivare alla Par­a­bol­i­ca, da saba­to ded­i­ca­ta a Michele Albore­to, il capofi­la lan­cia la riparten­za e le mono­pos­to scar­i­cano a ter­ra tut­ta la poten­za disponi­bile: per qualche giro, saran­no tut­ti vici­ni e ci sarà la pos­si­bil­ità di sfruttare al meglio le scie.

In quel momen­to, i lim­i­ti dell’unità motrice Fer­rari si pale­sano in modo inequiv­o­ca­bile. Alla Cur­va Grande, una mossa cor­ag­giosa di Lan­do Nor­ris, regala al bri­tan­ni­co la piaz­za d’onore. Al giro suc­ces­si­vo, toc­ca a Checo Perez sor­pas­sare la Rossa; il mes­si­cano, in usci­ta dal­la Rog­gia, com­mette un’irregolarità che gli costerà una penal­iz­zazione ed il podio. Altri due giri ed è la vol­ta di Valt­teri Bot­tas, dopo un pri­mo ten­ta­ti­vo fal­li­to. In quat­tro giri, Leclerc ha per­so tre posizioni da vet­ture motor­iz­zate Hon­da e Mer­cedes: tre sor­pas­si resi dif­fi­cili solo dal­la tena­cia e dall’abilità del pilota mon­e­gas­co, ma inevitabili a causa del net­to divario di poten­za rispet­to alle altre Pow­er Unit.

Il Gran Pre­mio d’Italia era un appun­ta­men­to temu­to dal­la Scud­e­ria Fer­rari. Quel­lo bri­an­zo­lo è un cir­cuito che per la sua con­for­mazione mette in par­ti­co­lare evi­den­za i lim­i­ti del­la SF21, e che nel 2020 ave­va vis­to andare in sce­na la più imbaraz­zante tra le tante pes­sime prestazioni del­la Fer­rari. Avvic­i­nan­dosi al fine set­ti­mana di Mon­za, si parla­va chiara­mente di gara dif­fi­cile, di lim­itare i dan­ni rispet­to ai rivali nel­la cor­sa al ter­zo pos­to del­la clas­si­fi­ca costrut­tori, la McLaren. Se anal­izzi­amo la clas­si­fi­ca finale, tut­to som­ma­to l’obiettivo sarebbe sta­to rag­giun­to: le Fer­rari non sono arrivate lon­tane dalle mono­pos­to di Wok­ing. Il dan­no in ter­mi­ni di pun­ti per­si è enorme per­ché si sono riti­rati i due con­tenden­ti per il tito­lo mon­di­ale: con loro al tra­guar­do, infat­ti, il gap sarebbe sta­to di quindi­ci pun­ti, invece di ven­ti­quat­tro. Il divario in clas­si­fi­ca, di quat­tro pun­ti e mez­zo, invece degli attuali 13,5.

Soprat­tut­to, rispet­to alla ter­ri­bile deba­cle del 2020, i pro­gres­si sono enor­mi e con­fer­mano l’eccellente lavoro fat­to a Maranel­lo. La Fer­rari oggi è una vet­tura suf­fi­cien­te­mente com­pet­i­ti­va per stare alle spalle, e non trop­po lon­tana, dai ver­ti­ci del­la clas­si­fi­ca; non è anco­ra in gra­do di battagliare per la vit­to­ria, a meno di even­ti for­tu­nati, su cir­cuiti favorevoli, come dimostra­no gli episo­di di Sil­ver­stone e di Hun­garor­ing, quan­do Sainz non ha potu­to lottare per vin­cere il Gran Pre­mio con Stroll e Vet­tel, per col­pa dei sor­pas­si ai lim­i­ti del rego­la­men­to, ed anche oltre, subiti in pit­lane da Tsun­o­da e Latifi.

Cer­to, in con­testi sfa­vorevoli emer­gono i tan­ti difet­ti del prog­et­to orig­i­nario, dal­la poten­za del motore alla lim­i­ta­ta fines­tra di uti­liz­zo degli pneu­mati­ci, ai lim­i­ti di effi­cien­za aero­d­i­nam­i­ca e così via. Va dato atto, in ogni caso, agli uomi­ni di Mat­tia Binot­to che, anche nelle con­dizioni meno adat­te, le prestazioni del­la Fer­rari sono per­lomeno di qual­ità accetta­bile e per­me­t­tono di lim­itare i dan­ni. Va dato mer­i­to alla Scud­e­ria anche di molte altre cose: la pre­ci­sione nei pit-stop è infini­ta­mente miglio­ra­ta rispet­to alla pas­sa­ta sta­gione, gli upgrade por­tati in pista si riv­e­lano costan­te­mente utili, le strate­gie appaiono molto più effi­caci rispet­to al pas­sato ed anche la reat­tiv­ità con cui il team si adegua alle con­dizioni mutevoli che un week-end di gara pre­sen­ta. Miglio­ra­men­ti di fon­da­men­tale por­ta­ta, che com­ple­tano quel­li che sono tradizional­mente i pun­ti for­ti del­la Scud­e­ria Fer­rari: due piloti eccel­len­ti, nell’estrarre il poten­ziale del­la vet­tura ed ottenere le migliori prestazioni pos­si­bili, una squadra ai box di qual­ità asso­lu­ta, come dimostra­no gli even­ti delle ultime set­ti­mane, carat­ter­iz­zate da numerosi inter­ven­ti stra­or­di­nari sulle due mono­pos­to. I dan­ni causati da Sainz nelle Free Prac­tice, o in qual­i­fi­ca i prob­le­mi col propul­sore di Leclerc che, a Mon­za, han­no por­ta­to a ben due sostituzioni.

A propos­i­to di Car­los Sainz, negli ulti­mi quat­tro appun­ta­men­ti, per tre volte è anda­to a muro provo­can­do dan­ni alla mono­pos­to: in Unghe­ria nelle qual­i­fiche, in Olan­da nelle FP3, a Mon­za nelle sec­onde libere. Come mai, ques­ta improvvisa fal­losità del pilota spag­no­lo? Car­los ha avu­to il rendi­men­to net­ta­mente migliore tra tut­ti i piloti che han­no cam­bi­a­to team nel 2021, tenen­do spes­so il pas­so di Charles Leclerc. Con ogni prob­a­bil­ità, abbi­amo dato per scon­ta­to che la sua conoscen­za del­la vet­tura fos­se un dato ormai acquisi­to invece, nel momen­to in cui ha cer­ca­to di fare uno step nelle prestazioni, è emer­so che il proces­so di apprendi­men­to è anco­ra in cor­so, come ammette lo stes­so Sainz. Anche un tal­en­to stra­or­di­nario come Leclerc ha avu­to i suoi prob­le­mi ed ha fat­to i suoi errori, per cui sarebbe sbaglia­to dram­ma­tiz­zare, ma ci si deve lavo­rare sicu­ra­mente sopra.

Anche, e soprat­tut­to, in fab­bri­ca c’è tan­to da lavo­rare. Mat­tia Binot­to, nel com­mentare la gara di Mon­za, ha det­to che man­cano ven­ti cav­al­li alla Pow­er Unit per essere com­pet­i­ti­va nei con­fron­ti di Hon­da e Mer­cedes; potreb­bero essere anche una man­ci­a­ta in più, ma sicu­ra­mente ques­ta è l’area in cui a Maranel­lo si deve mag­gior­mente miglio­rare. Non tan­to per questo finale di sta­gione, ma già in otti­ca 2022, anno che sap­pi­amo essere l’obiettivo del team. È pre­vis­to un aggior­na­men­to del­la Pow­er Unit, che ver­rà delib­er­a­to nelle prossime set­ti­mane e ver­rà introdot­to nel Gran Pre­mio di Turchia; dovrebbe garan­tire una deci­na di cav­al­li in più, ma anco­ra una vol­ta, a pre­scindere dai ben­efi­ci imme­diati l’obiettivo è ver­i­fi­care che il lavoro fat­to vada nel­la gius­ta direzione per tornare alla mas­si­ma com­pet­i­tiv­ità nel­la prossi­ma sta­gione, quel­la del reset rego­la­mentare. La grande scommes­sa del­la Scud­e­ria Fer­rari, per ripresen­tar­si ai ver­ti­ci del­la For­mu­la 1.

Ph. Fer­rari Media Cen­ter ©️