Forte sul giro secco, meno dotata sul passo gara. La SF21 ha più volte mostrato queste sue caratteristiche ed anche il Gran Premio d’Olanda non ha fatto eccezione. A Zandvoort, dopo buone prove, la Ferrari in gara ha dato vita ad una prestazione scialba, nella quale va salvato quasi esclusivamente il risultato.
Tutto in poche curve. Quando si spengono i semafori e parte il Gran Premio d’Olanda, nelle prime posizioni tutti si muovono senza errori gravi. Il plotone arriva alla Tarzan con un margine che separa Max Verstappen dagli inseguitori, Bottas si è messo a far da guardaspalle alla Mercedes di Hamilton e chiude ogni spiraglio a Gasly e Leclerc, partito meglio dei suoi diretti concorrenti. Il francese frena leggermente lungo, Charles incrocia e quasi si affianca a Pierre, mentre Carlos Sainz prende la traiettoria più interna.
Il terzetto arriva alla Curva 3 con l’Alpha Tauri in leggero vantaggio che opta per la traiettoria più alta. Le due Ferrari scelgono di impostare una traiettoria stretta, nel tentativo di attaccare il quarto posto: Leclerc percorre tutta la curva mantenendosi basso, mentre Sainz si apre per meglio accelerare in uscita. Il monegasco va, lo spagnolo pare soffrire per mancanza di aderenza e si ritrova attaccato da Giovinazzi e dalle due Alpine. Quando il gruppo, ormai più sgranato, arriva alla Masterbocht, curva con cui si abbandona il vecchio tracciato e che durante le qualifiche ha visto l’uscita di Latifi, dietro le prime tre posizioni è già tutto definito: Gasly quarto, Leclerc che lo insegue, ma senza avere mai il potenziale per impensierirlo; Sainz in difficoltà con l’assetto della vettura, inseguito da Fernando Alonso. La cronaca finirebbe qua, se non fosse per il sorpasso all’ultimo giro con cui Alonso si regala la sesta posizione, ai danni del connazionale.

Nelle prove libere del venerdì, le Ferrari avevano brillato, chiudendo addirittura con una doppietta la FP2. Dopo qualche sofferenza al sabato mattina e l’errore di Sainz proprio in curva 3, nelle qualifiche le Rosse tornano ad essere competitive e, stanti le assenze dal Q3 di Perez e Norris, si giocano la seconda fila con Pierre Gasly, che la spunta in extremis. Come era già accaduto in numerosi Gran Premi, le prestazioni sul giro secco sono molto convincenti, mentre qualche dubbio rimane per il passo gara, ma l’aumento della temperatura pare possa giovare ai due piloti di Maranello. Invece, Gasly si dimostra irraggiungibile ed i dati più rilevanti della domenica olandese della Ferrari sono il doppiaggio subito dalla coppia Verstappen-Hamilton ed il pesante distacco che Leclerc infligge, per la prima volta, al compagno di team.
Premesso che il doppiaggio è destino che a Zandvoort ha accomunato tutti i partecipanti, ad eccezione dei primi tre, anche grazie al tracciato corto, rimane un evento che sancisce una differenza abissale nelle prestazioni. Per quanto riguarda il mezzo minuto di distacco tra le due SF21, Sainz ha detto che non si è mai sentito a suo agio con l’assetto durante tutto il Gran Premio, che la vettura scivolava, favorendo il degrado degli pneumatici e mettendolo, alla fine della corsa, alla mercé di un Fernando Alonso che, quando può lasciarsi alle spalle una Ferrari non si fa pregare.

Ben più grave, però, è il fatto che un Leclerc senza problemi non sia riuscito nemmeno ad avvicinare l’Alpha Tauri di Gasly. Come è normale e giusto che sia, al termine del Gran Premio, i piloti e Mattia Binotto hanno dichiarato che avrebbero cercato di capire le cause di questa prestazione, ma la sensazione è che sia una questione strutturale che, nonostante il grande impegno ed il buon lavoro fatto dalla Scuderia per migliorare la monoposto, non possa trovare una vera e definitiva soluzione. È già accaduto in numerosi week-end di gara: dopo aver assistito a buone o eccellenti prestazioni in qualifica, la gara è stata – al confronto – pallida e sbiadita. Per questo motivo, ciò che alla fine più conta del Gran Premio di Olanda sono i punti guadagnati sulla McLaren, a punti con il solo Norris, nella gara spalla a spalla per il terzo posto della classifica costruttori.
La Ferrari arriva a Monza con undici punti e mezzo di vantaggio sui rivali e con sentimenti contrastanti. Dopo aver visto la marea oranje, sarà bello ed emozionante ritrovare il pubblico sulle tribune del Gran Premio d’Italia, ma scordiamoci la marea rossa, con le limitazioni vigenti e che limiteranno l’afflusso di tifosi. Se pensiamo all’ultima edizione, Sainz tornerà sul luogo di un secondo posto dolceamaro, Leclerc ed il team sul luogo del delitto, una delle peggiori prestazioni della disastrosa stagione 2020. Il sollievo sarà quello di avere mezzi e possibilità per migliorare sensibilmente quel risultato. Non aspettiamoci, però, risultati eclatanti: sui lunghi rettilinei del circuito brianzolo, i limiti del motore Ferrari emergeranno con maggiore facilità, rispetto ad altri tracciati. L’obiettivo è quello di limitare i danni, in termini di punti, per la corsa al podio tra i costruttori.
Ph. Ferrari Media Center ©️