Seguendo un trend ormai consolidato, la RB16B si dota di una nuova chiglia che ha il compito di sollevare il gruppo cambio-differenziale a tutto vantaggio dell’aerodinamica.
La pausa estiva da poco terminata sembra aver, almeno in parte, mitigato le roventi questioni che hanno caratterizzato i più accesi dei diverbi intercorsi tra Red Bull e Mercedes, che continuano comunque a punzecchiarsi anche al di fuori della pista per una serie di innumerevoli motivi che includono, tra i tanti, eventuali scenari futuri del mercato piloti.
Tuttavia, non è su questo che ci concentreremo quanto, piuttosto, su alcuni dettagli tecnici recentemente emersi a seguito di attenti esami visivi che altro non fanno se non testimoniare l’enorme cura che gli ingegneri di Milton Keynes hanno nei confronti di dettagli che possono fare la differenza, tanto nell’immediato quanto in vista di sviluppi successivi in chiave 2022.
Nello specifico, il componente in questione è rappresentato da una nuova chiglia posta al di sotto della trasmissione della RB16B, appositamente ridisegnata per la stagione in corso al fine di sollevare ulteriormente il differenziale e liberare, così, una considerevole porzione di spazio nell’area del diffusore. Tale accorgimento, non nuovo e in parte operato anche da Ferrari, permette di incrementare la portata d’aria destinata ad investire la superficie superiore dell’estrattore, producendo un significativo vantaggio in termini di carico.
La soluzione in questione, come detto, è stata adottata anche dalla concorrenza tanto al fine di ottenere un immediato vantaggio competitivo, quanto per esplorare future possibilità tecniche all’interno del nuovo quadro previsto per l’anno prossimo, in cui gli ampi canali Venturi della porzione posteriore richiederanno una significativa variazione in materia di dimensionamento e disposizione degli organi meccanici più ingombranti, come quelli rappresentati dal gruppo cambio-differenziale.
Molto meno diffuso è, invece e ad eccezione di Mercedes e della sua W12 F1, l’incredibile lavoro di affinamento aerodinamico realizzato sulle sospensioni posteriori che, come descritto in passato, non solo possono contare su un diverso layout dello schema meccanico puro, in cui i braccetti di convergenza e dei triangoli superiori e inferiori sono tra loro scambiati per fini fluidodinamici, ma che beneficiano anche di una sagomatura esterna tale da creare un assieme, composto dall’estrattore e dalle superfici alari appena citate, che si dimostrano in grado di incrementare il carico quel tanto che basta per poter scaricare le ali e migliorare, così, l’efficienza complessiva del veicolo.
Grazie ad un maggior contributo percentuale in termini di carico fornito dal gruppo fondo-diffusore, è infatti possibile far ricorso ad ali dal minor angolo d’attacco, fondamentali per ridurre significativamente la resistenza all’avanzamento che verrebbe naturalmente indotta dall’uso di dispositivi di questo tipo, aprendo la strada ad alettoni posteriori dotati di un profilo principale appositamente ridisegnato per sfruttare appieno questo importante vantaggio.
Ma questa, di fatto, è un’altra storia…
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