Max Verstappen vince il Gran Premio d’Olanda, davanti a Hamilton e Bottas con una W12 non all’altezza della Red Bull. Ferrari con Leclerc e Sainz in quinta e settima posizione, con Alonso infilato tra i due rossi. Ora, la sfida, continuerà a Monza.

La For­mu­la 1 tor­na nel tripu­dio del vin­tage, in un trac­cia­to che tor­na dopo trenta­sei anni più entu­si­as­mante che mai. Zand­voort, il “luo­go di sab­bia”, è pronta ad accogliere lo spet­ta­co­lo dopo il vuo­to bel­ga. Una marea aran­cione accom­pa­g­na­ta dal boa­to e dal­la musi­ca risul­ta più splen­dente del sole che illu­mi­na la domeni­ca olan­dese. Ma tut­to è pron­to, final­mente si tor­na a cor­rere. Max e Lewis, la sfi­da riprende, uno accan­to all’al­tro. Davan­ti a loro, solo il ret­ti­li­neo e una pri­ma, temutis­si­ma cur­va. Dietro di loro, c’è chi spera nel colpo di sce­na, per aggrap­par­si a una vit­to­ria insper­a­ta, a un podio irrag­giun­gi­bile. Così, per non far i man­care niente in questo Mon­di­ale decisa­mente pazzo.

Si spen­gono i semafori, via. Si parte. Il padrone mantiene la pri­ma posizione, tut­to puli­to, nes­sun briv­i­do, nes­suna sba­vatu­ra, e vola. I pri­mi sei restano immu­tati, men­tre Giov­inazzi scala in dec­i­ma posizione e le Alpine effet­tuano una parten­za ful­minea, con il leone Alon­so che si piaz­za alle spalle di Sainz segui­to dal com­pag­no di squadra Ocon. All’ot­ta­vo giro, Ver­stap­pen inizia a vedere i doppiati, sem­pre segui­to dalle due ombre nere. Due punte, con­tro una: la sec­on­da Red Bull, quel­la di Perez, è in fon­do alla clas­si­fi­ca davan­ti solo a Schu­mach­er. E Max, una non vit­to­ria, non vuole e non può permettersela.

Al ven­tes­i­mo giro Hamil­ton entra ai box per il cam­bio gomme, segui­to dal­l’olan­dese che attac­ca Bot­tas, rimas­to fuori. Ecco che trio tor­na nelle posizioni iniziali, segui­to da Leclerc, Sainz, e Gasly, ses­to dopo il suo pas­sag­gio dai box. Nelle retro­vie il mes­si­cano del­la Red Bull riemerge dagli abis­si per entrare in zona pun­ti. Trentadues­i­ma tor­na­ta: la Fer­rari di Sainz effet­tua la sua sos­ta, rien­tran­do in pista in set­ti­ma posizione, dietro Alon­so. Per chi si è appiso­la­to nel­la tran­quil­lità del­la cor­sa, gli occhi si aprono al tes­ta­co­da di Vet­tel al trentasettes­i­mo giro, con­tem­po­ra­neo alla sfor­tu­na di Anto­nio nazionale, obbli­ga­to ai box per una foratura.

Quar­an­tes­i­mo pas­sag­gio, e tor­na in pit lane Hamil­ton, rien­tran­do in pista con un po’ di traf­fi­co di doppiati, men­tre Ver­stap­pen, invi­ta­to a spin­gere, effet­tua il cam­bio gomme ed è anco­ra leader. Il sette volte Cam­pi­one, nonos­tante una W12 non allo stes­so liv­el­lo del Toro Ala­to, non mol­la: dà tut­to, fino alla fine. Cinque giri al ter­mine e Bot­tas viene chiam­a­to ai box per sicurez­za e dal muret­to gli ordi­nano di non togliere il giro veloce a Lewis. E invece…è giro veloce. Hamil­ton tor­na anco­ra una vol­ta in pit lane, per ricostru­ir­si la pos­si­bil­ità di pren­dere quel pun­to addizionale. Alon­so aggan­cia Sainz, all’ul­ti­mo giro, all’ester­no. Ed è sesto.

Accom­pa­g­na­to e spin­to dal­la forza del­la incred­i­bile marea orange, la RB16B numero 33 taglia il tra­guar­do da dom­i­na­tore asso­lu­to davan­ti alle Frec­ce Nere. Perez sal­va la sua gara con un’ot­ta­va piaz­za. Per la bellez­za del trac­cia­to, per il suo stile vin­tage, in tan­ti si sareb­bero aspet­tati molto di più da questo Gran Pre­mio. Più spet­ta­co­lo, più azione. Una regia inter­nazionale migliore. Ma Max ha guadag­na­to ulte­ri­ore van­tag­gio sul suo antag­o­nista, dimostran­do per l’in­tero fine set­ti­mana la supe­ri­or­ità Red Bull. E, per dirla alla Kubrick, qual­cuno arriverà nel­la “Sprint” Mon­za con un po’ di mal di Gulliver…

Ph. Red Bull Con­tent Pool / Fer­rari Media Cen­ter ©️