In poco meno di un anno, si è passati dalle imbarazzanti prestazioni della SF1000 a quelle ben più vivaci e positive della SF21. Che, fortuna permettendo, potrebbe portare anche qualche soddisfazione.

“La for­tu­na aiu­ta gli audaci”, dice­vano i lati­ni. E di auda­cia, in quel di Maranel­lo, ne han­no avu­to non poca, se si pen­sa a dove si posizion­a­va la SF1000 nel cor­so del­la sta­gione 2020. La mono­pos­to dei mille Gran Pre­mi, infat­ti, non solo ha rac­colto meno di quan­to sper­a­to, ma ha pos­to i tec­ni­ci del­la Fer­rari dinanzi a una cru­da e spi­eta­ta realtà fat­ta di una caren­za di cav­al­li, dif­fusi prob­le­mi aero­d­i­nam­i­ci e giudizi esterni a dir poco impietosi.

Di cer­to, i rego­la­men­ti per il 2021 non han­no favorito la Fer­rari, in quan­to forte­mente lim­i­tan­ti in mate­ria di cam­bi­a­men­ti a causa del­la pre­sen­za dei cosid­det­ti “get­toni” spendibili da un sin­go­lo team. In realtà, la Red Bull e, soprat­tut­to, il suo geniale guru Adri­an Newey, han­no dimostra­to come si potesse, in qualche occa­sione, sovver­tire l’ordine di alcu­ni ele­men­ti sem­plice­mente gio­can­do con dei para­metri fis­si attra­ver­so cui riv­is­itare geome­trie come quelle dei già dis­cus­si brac­cetti delle sospen­sioni pos­te­ri­ori, anche se un tale arti­fi­cio richiede pur sem­pre una buona dose di pen­siero laterale.

E pro­prio il lat­er­al think­ing tan­to caro a Bri­an Eno che, ad esso e alle derivan­ti “Strate­gie Oblique” ha fat­to ricor­so durante la real­iz­zazione del cele­ber­ri­mo album “Heroes” di David Bowie, ha gio­ca­to un ruo­lo fon­da­men­tale anche nel proces­so di dras­ti­ca revi­sione del­la SF1000. Nel­lo speci­fi­co, una delle più bril­lan­ti e inter­es­san­ti soluzioni mostrate dal­la SF21 con­siste nel nuo­vo allog­gia­men­to del grup­po cam­bio-dif­feren­ziale che, essendo sta­to soll­e­va­to di qualche cen­timetro, con­sente un aumen­to del vol­ume d’aria des­ti­na­to a inve­stire la zona del dif­fu­sore, con con­seguente incre­men­to del cari­co in un’area che, sul­la SF1000, sof­fri­va di pesan­tis­si­mi prob­le­mi di bloccag­gio e inef­fi­cien­za. Pur non poten­do, infat­ti, montare gli attac­chi delle sospen­sioni sul­la strut­tura crasha­bile, come fat­to da Mer­cedes nel cor­so del 2020, è sta­to suf­fi­ciente riprog­ettare tale ele­men­to al fine di far spazio ad un flus­so che, vista la mag­gior por­ta­ta, non può che far bene alle prestazioni del­la vet­tura e riv­e­lando in parte una con­for­mazione des­ti­na­ta ad essere adot­ta­ta qua­si trasver­salmente da tutte le future vet­ture in griglia, che neces­sit­er­an­no di un cam­bio apposi­ta­mente rialza­to e incli­na­to al fine di far spazio ai nuovi grossi canali Venturi.

Un ulte­ri­ore ele­men­to del­la SF1000 forte­mente dibat­tuto è il muso largo, ormai estrema­mente lim­i­tante se parag­o­na­to alla con­fig­u­razione stret­ta muni­ta di cape, con quest’ultima fon­da­men­tale nel far cur­vare antic­i­pata­mente il flus­so ver­so i barge­board, che ne ener­giz­zano i vor­ti­ci man mano che questi pas­sano attra­ver­so i vari ele­men­ti del­la sezione cen­trale rap­p­re­sen­tati dai ben noti bina­ri, slot, gen­er­a­tori lat­er­ali di vor­tice ecc. Appare chiaro come, per­tan­to, poco sen­so abbia pros­eguire nell’adozione di una con­fig­u­razione a muso largo, alla quale la Fer­rari è sta­ta costret­ta a far ricor­so anche nel 2020 a causa dei ter­mi­ni di sca­den­za rel­a­tivi alla pre­sen­tazione di una nuo­va strut­tura del muso fis­sa­ta entro Set­tem­bre dell’anno passato.

Nonos­tante ciò, però, è sta­to pos­si­bile adottare una inter­es­sante con­fig­u­razione a doppio-cape, ora respon­s­abile tan­to del­la gen­er­azione dei vor­ti­ci, quan­to nell’imprimere la gius­ta direzione agli stes­si des­ti­nati ai barge­board. Una soluzione ingeg­nosa che fa di neces­sità virtù e che, evi­den­te­mente, risolve parte di quei prob­le­mi aero­d­i­nam­i­ci tipi­ci del­la sfor­tu­na­ta SF1000.

I miglio­ra­men­ti han­no prodot­to risul­tati spes­so vivi­bili ma, al con­tem­po, anche piut­tosto effimeri. Una buona dose di sfor­tu­na ha, infat­ti, tolto qual­si­asi velleità ad un poten­ziale che, in Unghe­ria, avrebbe mostra­to tut­ta la sua bon­tà e che, siamo sicuri, potrebbe prossi­ma­mente rifar­si vivo non appe­na il lay­out del­la pista lo consentirà.

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