Sbaglia la partenza e silura Norris, eliminando anche le due Red Bull. È la goccia che fa traboccare il vaso?

Deve aver frain­te­so il con­cet­to di “uomo squadra” Valt­teri Bot­tas. L’u­ni­ca cosa buona fat­ta nel­la domeni­ca ungherese dal numero 77 è sta­ta elim­inare Ver­stap­pen e Perez con un inci­dente alla pri­ma cur­va. Non cre­do che Toto Wolff e i suoi siano sta­ti così tristi, vis­to che la mossa del loro pilota ha ripor­ta­to Lewis Hamil­ton in tes­ta alla clas­si­fi­ca piloti e la Mer­cedes in quel­la ded­i­ca­ta ai costrut­tori, ma ciò che ha fat­to Bot­tas è un errore imperdonabile.

Dopo aver sbaglia­to la parten­za, il fin­lan­dese allun­ga sen­za moti­vo appar­ente la stac­ca­ta in Cur­va 1, con­travve­nen­do alla pri­ma rego­la del man­uale non scrit­to dei piloti da cor­sa, sec­on­do cui le gare non si vin­cono mai alla pri­ma cur­va.
Un errore da prin­cipi­ante, che non ti aspet­ti da un tren­tunenne con 167 Gran Pre­mi alle spalle e al momen­to sen­za un volante per la prossi­ma stagione.

Nei pri­mi 400 metri del­l’Hun­garor­ing è rac­chiusa la sto­ria di Bot­tas degli ulti­mi due anni, dove ha subito l’ege­mo­nia di Hamil­ton all’in­ter­no del team tan­to da ren­der­lo irri­conosci­bile. Una sto­ria fat­ta di errori e scarsa inci­siv­ità, di gare incol­ori e prestazioni da dimen­ti­care. Lui, che dove­va essere l’erede di Raikko­nen, sem­bra aver per­so tutte le doti che nel 2016 con­vin­sero la casa di Wok­ing a met­ter­lo sot­to con­trat­to per affi­an­care Lewis Hamil­ton a par­tire dal­la sta­gione suc­ces­si­va. Tan­ti sono gli errori che i numeri sono impi­etosa­mente a favore del com­pag­no di box, con 87 pun­ti a sep­a­rare i due.

Un bien­nio col­mo sì di sfor­tune, ma anche di errori che, a cer­ti liv­el­li, non pos­sono essere ammes­si, neanche se a coprir­ti le spalle c’è un tale di nome Lewis Hamil­ton che firmerebbe carte false per far restare il fin­lan­dese in Mer­cedes.
Forse, domeni­ca, all’Hun­garor­ing Bot­tas si è gio­ca­to tutte le (poche) chance di rin­no­vo. Forse, il bot­to ungherese è sta­ta la goc­cia che ha fat­to tra­boc­care il vaso, sep­a­ran­do defin­i­ti­va­mente le vite del fin­lan­dese e del team di Woking.

 

Guardan­do adesso quel pilota teso e cupo, insi­curo e arren­de­v­ole, viene da chieder­si che fine abbia fat­to quel gio­vane fin­lan­dese atipi­co, sor­ri­dente e sim­pati­co, qua­si estro­ver­so per gli stan­dard nordi­ci, che nel 2016 passeg­gia­va nel pad­dock con la tuta del­la Williams dan­do filo da torcere a Felipe Mas­sa la cui luce emana­va un futuro radioso.

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