Per un corsa vissuta con il cuore in gola, tiratissima e piena di colpi di scena, tornano le cinque pillole, rubrica in cui il nostro Riccardo Ronchini analizza i cinque fatti principali del Gran Premio di Gran Bretagna.

1. EROE DI CASA. Il trac­cia­to di Sil­ver­stone per Lewis Hamil­ton è ormai diven­ta­to il gia­rdi­no di casa. Otto vit­to­rie, quat­tro negli ulti­mi cinque anni: numeri mostru­osi. Ques­ta vol­ta, però, la gara se l’è dovu­ta sudare: pri­ma il con­tat­to con Ver­stap­pen, poi il duel­lo gio­ca­to tut­to sul rit­mo con Leclerc. Nel momen­to più com­pli­ca­to degli ulti­mi quat­tro anni, Hamil­ton, anche gra­zie ad un po’ di for­tu­na, ha tira­to fuori il coniglio dal cilin­dro. “Nev­er under­es­ti­mate the heart of a champion”.

2. TENSIONI MONDIALI. Era nel­l’aria fin dal­l’inizio del­la sta­gione. Ci era­no andati vici­ni ad Imo­la, poi in Cur­va 1 a Bar­cel­lona e nel­la gior­na­ta di ieri era­no com­in­ci­ate le prime scara­muc­ce. Lewis si è volu­to gio­care tut­to nel pri­mo giro e la for­tu­na lo ha baci­a­to anco­ra. Max è sta­to com­ple­ta­mente incolpev­ole, ha fat­to quel­lo che dove­va fare: difend­er­si, sapen­do benis­si­mo che il sette volte irida­to, nel­la pri­ma tor­na­ta, avrebbe fat­to di tut­to per pren­der­si la pri­ma posizione. Il Mon­di­ale si riapre, con il dis­tac­co in clas­si­fi­ca dimezzato.

3. NONOSTANTE TUTTO, URRÁ CHARLES. Il migliore, sen­za alcun dub­bio. Per tut­ta la gara si è gio­ca­to la vit­to­ria con Hamil­ton, sfug­gitagli solo al penul­ti­mo giro e non per col­pa sua. La Mer­cedes, con la gom­ma bian­ca, era sem­plice­mente più veloce. Ha fat­to tut­to il pos­si­bile e, vis­to come si era mes­sa la cor­sa, ha rac­colto il mas­si­mo. Fa molto male, per­ché tut­ti sper­a­vano in una vit­to­ria, ma Charles ha dimostra­to anco­ra una vol­ta che, quan­do si trat­ta di lottare con i più for­ti, lui è sem­pre pron­to. Ora tes­ta all’Unghe­ria, anche per­ché, dato il tipo di cir­cuito, il mon­e­gas­co potrebbe regalare nuo­va­mente ulte­ri­ori sod­dis­fazioni alla Scud­e­ria di Maranello.

4. TUTTA QUESTIONE DI ESPERIENZA. Sia chiaro fin da subito: George Rus­sell è un fenom­e­no, ma al momen­to è anco­ra acer­bo. Il pilota inglese in qual­i­fi­ca dà sem­pre spet­ta­co­lo, mostran­do lampi del suo enorme tal­en­to, per poi perder­si in gara, trovan­dosi sen­za rit­mo anche a causa di una macchi­na non per­for­mante. Da lui, tut­tavia, ci si aspet­ta sem­pre qual­cosi­na in più. Il sedile in Mer­cedes è preno­ta­to, ma chissà che il buon George, per seder­si a Brack­ley, non deb­ba aspettare un’ul­te­ri­ore stagione.

5. COMMISSARI CLEMENTI. La set­ti­mana scor­sa abbi­amo defini­to gli stew­ards sev­eri ed ingiusti, questo week-end, invece, abbi­amo assis­ti­to all’e­sat­to oppos­to. Un episo­dio così può seg­nare in maniera indelebile il cam­pi­ona­to, spe­cial­mente con­sideran­do che Lewis è rius­ci­to a con­tin­uare la pro­pria cor­sa sen­za alcun prob­le­ma, men­tre Max è fini­to drit­to al cen­tro medico. Forse un dri­ve through sarebbe sta­to più cor­ret­to e avrebbe azzer­a­to tutte le polemiche che cer­ta­mente sca­turi­ran­no da questo incred­i­bile fine set­ti­mana britannico.

Ph. Mer­cedes AMG Petronas F1 Team / Fer­rari Media Cen­ter ©️