Neanche il tempo di rivelare al mondo la nuova vettura che subito sono piovute critiche da più parti contro la presunta trasformazione della Formula 1 in una serie spec, ma non è così.

La vet­tura 2022 è sta­ta pre­sen­ta­ta ieri, e subito il mon­do del­la For­mu­la 1 si è divi­so tra apprez­za­men­ti e critiche. È asso­lu­ta­mente nor­male, sti­amo dopo­tut­to par­lan­do di una riv­o­luzione rego­la­mentare impor­tante, come non si vede­vano dal 2009 — per­ché il cam­bi­a­men­to per il 2017 ha grosso­mo­do man­tenu­to le stesse vet­ture del­l’an­no prece­dente, solo un po’ più gran­di, sen­za andare a riv­o­luzionare forme e linee come invece era suc­ces­so dal 2008 al 2009. Molti, però, si sono scagliati con­tro la nuo­va pre­sen­tazione e la vet­tura, definen­dola “un mod­el­lo base da seguire, sen­za inven­ti­va per le squadre”. Sem­bra quin­di nec­es­sario fare un po’ il pun­to del­la situazione.

Da sem­pre il rego­la­men­to tec­ni­co — almeno in epoche mod­erne — ha dato delle linee gui­da da seguire, ben deter­mi­nate o con aree grigie che le squadre sono state in gra­do di sfruttare con il tem­po. Un esem­pio recente è il DAS di Mer­cedes, o le ali flessibili stu­di­ate da Red Bull che era­no in gra­do di fornire un van­tag­gio non indif­fer­ente pur rima­nen­do nei lim­i­ti imposti dal rego­la­men­to. Quel­la del 2022 è una riv­o­luzione impor­tante, ma non per questo ver­rà a man­care l’ele­men­to di inven­ti­va di ogni squadra. Ci sono pre­scrizioni più rigide, cer­to, ed alcune scelte non dipen­der­an­no dalle squadre, ma ciò non toglie che ogni repar­to di ogni team abbia il suo bel da fare per svilup­pare soluzioni che rien­tri­no nelle (poche) aree grigie del rego­la­men­to e che diano un van­tag­gio in pista.

Ph. For­mu­la 1 ©

C’è un’enorme dif­feren­za tra la direzione che la For­mu­la 1 ha pre­so e le serie spec come la Indy­Car, e lo dice uno che segue entrambe con atten­zione. L’ele­men­to che ha da sem­pre carat­ter­iz­za­to la For­mu­la 1 è la lib­ertà di svilup­po nei lim­i­ti del rego­la­men­to, e quel­la rimar­rà anche con le nuove vet­ture che vedremo in pista dal 2022. In Amer­i­ca, lo svilup­po mas­si­mo con­sen­ti­to è lega­to solo ed esclu­si­va­mente agli ammor­tiz­za­tori, pez­zo che non viene aggior­na­to dal 2017. In For­mu­la 1 si cer­ca sem­pre di miglio­rare, di portare accorg­i­men­ti che diano un van­tag­gio, e lo vedremo anche nel 2022 ed oltre.

Lo stes­so Brawn, inter­vis­ta­to da The Race, ha ammes­so che il com­men­to prin­ci­pale ottenu­to dalle squadre è sta­to “la nos­tra vet­tura è molto diver­sa”, e questo è dovu­to alla mag­giore lib­ertà con­ces­sa dal grup­po tec­ni­co di For­mu­la 1 alle squadre, allargan­do le maglie delle lim­i­tazioni orig­i­nar­i­a­mente imposte. Lo stes­so Brawn ha però mes­so subito in chiaro come sarà pos­si­bile fare mar­cia indi­etro e tornare alle dis­po­sizioni iniziali se le soluzioni scelte dalle squadre dovessero com­pro­met­tere gli obi­et­tivi alla base del nuo­vo regolamento.

La riv­o­luzione che For­mu­la 1 ha intrapre­so è vol­ta ad avere gare più vicine, sfide più avvin­cen­ti in pista rispet­to a certe situ­azioni attuali dove oltre metà del­la griglia viene doppi­a­ta a fine gara. Ci rius­ci­ran­no? Solo il tem­po lo dirà, ma fino ad allo­ra è più che gius­to dare a Ross Brawn, Niko­las Tombazis ed il resto del grup­po tec­ni­co di For­mu­la 1 il ben­efi­cio del dubbio.

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