Dopo una attesa di qualche anno, Aston Martin rivela finalmente le forme ufficiali e i dati della nuova, incredibile AMR Pro destinata al solo uso in pista. E gli echi di Le Mans non sono mai stati così forti.
Quando venne presentata nella sua prima veste, mostrata agli occhi del mondo al Salone di Ginevra del 2018 attraverso un modello statico a grandezza naturale, la AMR Pro possedeva delle forme completamente differenti da quelle del veicolo definitivo recentemente annunciato dalla Aston Martin, fatto salvo per alcuni limitati dettagli.
I motivi di un così radicale cambiamento non sono, però, casuali.
Dall’essere inizialmente una ormai certa partecipante del mondiale Endurance, a cui avrebbe preso parte attraverso i nuovi regolamenti previsti per la classe Hypercar, la Aston è passata ad una posizione che viene, ancora adesso, definita di “sospensione.” Questa decisione, voluta dalla nuova dirigenza capitanata da Lawrence Stroll, si è di fatto tramutata in una clamorosa rinuncia alle ambizioni mondiali inizialmente previste anche in virtù dell’accordo stipulato con Red Bull, nel frattempo rescisso anche in favore del ritorno della casa di Gaydon tra le fila dei costruttori di Formula 1.
Questo grande trambusto gestionale, avvenuto quando erano ancora in pieno atto i piani di realizzazione della Valkyrie destinata al WEC, ha fatto si che si innescasse un processo di ripensamento circa l’utilizzo di un prodotto la cui preparazione era ormai inesorabilmente avviata. Per questo, i tecnici di casa Aston hanno attinto a piene mani dalla, seppur breve, esperienza maturata nell’approccio congiunto alle corse operato dalla Red Bull Advanced Technologies e la partner canadese Multimatic e, una volta rimosse le ormai inutili restrizioni regolamentari, si sono lanciati nella creazione di una vettura da pista a dir poco estrema.
Questa nuova veste della Valkyrie AMR Pro colpisce subito per la caratterizzazione conferita dal nuovo, incredibile e vistoso pacchetto aerodinamico, su cui svettano il grosso alettone anteriore in stile Y250, mutuato dall’esperienza in Formula 1 e, concettualmente, dalla Valkyrie stradale, nonché l’alettone posteriore a doppio profilo a tutta larghezza. Saltano all’occhio, in più, i “wing mirrors”, ovvero gli specchietti aerodinamici, utilizzati al posto delle telecamere altrimenti previste nella versione standard della hypercar, a cui si abbina la pinna dorsale, mutuata dalla precedente iterazione della AMR Pro di qualche anno fa, e, in maniera simile, anche i bordi d’uscita dei passaruota anteriori ora muniti di una più efficace funzione bargeboard.
Alcuni degli elementi descritti, però, sembrano strizzare l’occhio proprio al mancato ingresso nel WEC. L’adozione degli specchietti, di per se superflua e aerodinamicamente peggiorativa se paragonata ad un più efficace utilizzo delle telecamere, non fa altro che sottolineare questo aspetto, in quanto reso necessario da un regolamento che vieta l’utilizzo di telecamere ad eccezione di quella adibita alla funzione retrovisiva. Unitamente a questi, destano sospetto anche i gruppi ottici aggiuntivi collocati nella parte inferiore e frontale dei fender anteriori, che forniscono ulteriore illuminazione in aggiunta a quella di base fornita dai gruppi ottici normali, già previsti sulla Valkyrie stradale e realizzati dagli specialisti della Wipac. Elementi, questi, che rimandano, senza troppi complimenti, a quanto visto all’interno dello sketch mostrato in occasione dell’annuncio del ritorno a Le Mans che Aston Martin aveva previsto per quest’anno e che, come detto, non avverrà.
Al fine di dar sfogo al nuovo layout aerodinamico, anche le dimensioni hanno subito una discreta variazione, consistente in un allungamento del passo di 380 mm, una maggiorazione della carreggiata anteriore e posteriore di 96 mm e 115 mm rispettivamente, con una crescita nella lunghezza complessiva di 266 mm. Queste modifiche dimensionali, rese necessarie dalle importanti migliorie fluidodinamiche, permettono alla vettura di raggiungere i 3G di accelerazione laterale e di portare a oltre 3600 i Kg di carico totali raggiunti a velocità massima, ovvero ad una somma superiore al doppio di quanto normalmente ottenuto dalla controparte stradale.
In materia di motopropulsione, la Valkyrie AMR Pro ottiene un non specificato risparmio di peso grazie all’eliminazione della componente ibrida, lasciando che a spingere la vettura sia unicamente l’unità a combustione che genera, per via dell’assenza della parte elettrica appena menzionata, 1000 CV. Una cifra che, se relazionata alla minor massa complessiva e all’impressionante carico aerodinamico, dovrebbe consentire alla AMR Pro di girare a Le Mans sui tre minuti e venti, ovvero ad un tempo vicinissimo al giro veloce di 3:19.76 registrato dalla vincente Toyota TS050 nel corso dell’edizione 2020 delle ventiquattro ore.
Le Valkyrie AMR Pro saranno prodotte con la guida rigorosamente a sinistra e il numero complessivo di esemplari verrà limitato a quaranta unità, a cui si sommano due ulteriori prototipi, con le prime consegne stimate entro il quarto quadrimestre del 2021.
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