Nubi folte all’orizzonte per la Mercedes e Lewis Hamilton, con Verstappen e la Red Bull che scappano via.

Il cielo è gri­gio, anzi nero, per il team di Toto Wolff, usci­to con le ossa rotte dal doppio appun­ta­men­to Aus­tri­a­co. I numeri sono impi­etosi: trentadue pun­ti sep­a­ra­no Hamil­ton da un Max Ver­stap­pen inar­resta­bile, men­tre quar­an­taquat­tro sono le lunghezze di van­tag­gio del­la Red Bull sul­la Mer­cedes nel­la clas­si­fi­ca costrut­tori. Cinque sono invece le gare con­sec­u­tive sen­za vit­to­ria, a dimostrazione che l’ar­gen­to vivo che ha carat­ter­iz­za­to le ultime sta­gioni ha per­so la sua brillantezza.

Per la pri­ma vol­ta, a Brack­ley non han­no la vet­tura più veloce del lot­to. In una con­dizione in cui per ottenere il mas­si­mo c’è bisog­no del­la per­fezione, Hamil­ton sbaglia arrivan­do lun­go in cur­va 1 dan­neg­gian­do la parte pos­te­ri­ore del­la sua W12 che ha repenti­na­mente per­so cari­co. Era da tem­po che non si vede­va Hamil­ton sbagliare in maniera così grossolana. Era da tem­po che non si vede­va la Mer­cedes dietro e, in Aus­tria, tut­to il gap è venu­to a galla.

È il ciclo del­la vita, il sole si speg­ne e il buio avan­za. Ma c’è anco­ra una pos­si­bil­ità per Mer­cedes. Accen­dere la luce a Sil­ver­stone. Bas­ta un lumi­no, una tor­cia, per aprire uno spi­raglio e con­tin­uare a cred­er­ci. Se le tene­bre non si dirader­an­no a casa del­la Regi­na, allo­ra sarà tut­to molto, molto com­pli­ca­to. Per ottenere un buon risul­ta­to le preghiere di Elis­a­bet­ta non baster­an­no. Ora è fon­da­men­tale che tut­ti, a Brack­ley come in pista, si rim­bocchi­no le maniche e diano ognuno il pro­prio apporto.

Quin­di, cara Mer­cedes, è inutile girar­ci attorno: ser­vono aggior­na­men­ti e svilup­pi. Non si può stare fer­mi aspet­tan­do il sole.

Ph. Daim­ler AG ©️