Nelle ultime settimane in molti hanno parlato di una possibile abolizione del superbollo, tassa irragionevole e senza alcun senso, che potrebbe finalmente arrivare a fine corsa grazie alla nuova riforma fiscale voluta dal Presidente del Consiglio dei Ministri, che comprende una revisione dei micro tributi erariali e territoriali. Come stanno le cose? Facciamo chiarezza.

Forse, ques­ta vol­ta, gli appas­sion­ati auto­mo­bilisti ital­iani pos­sono davvero pen­sare di abbrac­cia­r­si e fes­teggia­re la fine di un incubo. Il suo nome? Super­bol­lo. Una delle peg­giori tasse mai con­cepite: introdot­ta nel 2011 dal gov­er­no Berlus­coni (che ave­va fis­sato il lim­ite non imputabile a 306 CV di poten­za) e inaspri­ta poi da Mon­ti, la cosid­det­ta “addizionale erar­i­ale alla tas­sa auto­mo­bilis­ti­ca” ha azzop­pa­to un set­tore pro­dut­ti­vo fon­da­men­tale in Italia, come quel­lo automotive.

Negli ulti­mi giorni in molti si sono sbi­lan­ciati su una ipotet­i­ca abo­lizione di tale tas­sa, ma sul­la base di cosa? Par­ti­amo dal prin­ci­pio. Le Com­mis­sioni Finanze di Cam­era e Sen­a­to han­no recen­te­mente sti­la­to una boz­za che dovrebbe fun­gere da base per la rifor­ma fis­cale del 2021. Un doc­u­men­to fon­da­men­tale nel­la stesura del­la legge del­e­ga, atte­sa entro il 31 Luglio. In ques­ta boz­za for­ni­ta dalle Com­mis­sioni, viene evi­den­zi­a­to come i micro pre­lievi (che il Gov­er­no intende elim­inare) inci­dano solo per lo 0,01% del totale delle entrate trib­u­tarie. Il Super­bol­lo fa, nat­u­ral­mente, parte di ques­ta cer­chia. Di fat­to si evi­den­zia come il rap­por­to costi / ben­efi­ci sia del tut­to nul­lo, se non neg­a­ti­vo, e a tal propos­i­to i dati rel­a­tivi a tale tas­sa par­lano chiaro: a fronte di un introito di cir­ca 900 mil­ioni dal 2012 al 2019, sono da pren­dere in con­sid­er­azione gli enor­mi costi di tem­po e denaro per tenere in pie­di tut­to il gravoso appa­ra­to buro­crati­co di riscos­sione e con­trol­lo. Non solo: il Super­bol­lo ha diss­es­ta­to un intero set­tore, cau­san­do un dan­no per le casse del­lo Sta­to, non un van­tag­gio. Come ripor­ta­to da AlVolante, la sua intro­duzione “ha infat­ti provo­ca­to una pesan­tis­si­ma riduzione delle imma­tri­co­lazioni di vet­ture oltre i 185 kW, un crol­lo dei pas­sag­gi di pro­pri­età per le auto usate, un fenom­e­no di esportazione di auto inter­es­sate dal­la tas­sa, oltre che lo svilup­po del noleg­gio di auto con tar­ga estera, con con­seguen­ti dif­fi­coltà nell’effettuare i con­trol­li su stra­da e di indi­vid­uare le respon­s­abil­ità in caso di incidenti”.

La stes­sa Unione Euro­pea, da tem­po, sta facen­do pres­sioni affinché vi siano sem­pli­fi­cazioni in ambito fis­cale. Le Com­mis­sioni han­no trova­to, nel­l’e­lim­i­nazione dei micro­pre­lievi, un modo sem­plice e coer­ente per razion­al­iz­zare il quadro nor­ma­ti­vo e garan­tire una mag­giore equi­tà ed affid­abil­ità. Non ci res­ta che atten­dere gli svilup­pi di una sto­ria che spe­ri­amo si con­clu­da, final­mente, con un lieto fine. Gli ital­iani vogliono tornare a sognare, con­ver­tendo i sac­ri­fi­ci di una vita, in una pas­sione a quat­tro ruote, che da un sec­o­lo con­trad­dis­tingue il nos­tro Paese.