Dopo un week-end dominato dall’accoppiata Red Bull — Verstappen, in Mercedes iniziano a crollare le prime certezze.
Nessun errore in Stiria, tutto perfetto. Il massimo non è bastato. Lewis Hamilton sbaglia pochissimo e dai box azzeccano la strategia, ma non basta. Domenica, battere Verstappen era francamente impossibile. Dopo anni, per la prima volta vediamo un Gran Premio totalmente dominato da un team che non sia quello di Brackley. A fine gara, le facce nel box delle frecce d’argento dicono tanto, forse tutto. Non è nè disperazione né rabbia, ciò che esprimono gli occhi di chiunque all’interno del box è un mix di consapevolezza e delusione. Perché se ti chiami Mercedes, un secondo e un terzo posto sono una sconfitta.
Un fine settimana passato a rincorrere, per Lewis e Valtteri, che non sono mai stati in grado di arginare o controbattere allo strapotere della coppia austro-olandese. Non è bastato un giro magistrale il sabato, non è bastata un’ottima gara la domenica. Per un team abituato a stravincere, perdere così è la cosa peggiore che possa accadere. Perché, quest’anno, la Red Bull è veloce, dannatamente veloce, mentre in Mercedes si sono evidentemente persi per strada. Perdere due decimi di secondo nel dritto, non è affatto normale.

Il nervosismo, in casa Mercedes, sale in maniera direttamente proporzionale alle pressioni esterne e alle gare senza vittoria. Ormai, è dal Montmelò che una freccia d’argento non sale sul gradino più alto del podio. Una serie di quattro gare senza vittorie di Lewis Hamilton non si vedeva dal lontano 2016, quando Rosberg gli ha soffiato il mondiale. Non certo un buon segno per Lewis. Se invece si guarda la situazione dal punto di vista dei team, per trovare una serie di quattro gare senza una freccia da argento davanti a tutti alla bandiera a scacchi, bisogna scendere la scala a pioli dei ricordi fino all’ormai lontanissimo 2013.
Se fosse la fine di un’era? Se stessimo davvero assistendo ad un passaggio di consegne nell’anno in cui meno ce lo saremmo aspettato, visto il calo dello sviluppo, dovuto al cambio di regolamento dal 2022. Lo sapremo solo vivendo, ma già il fatto che siamo qui a porgerci la domanda, fa venire dei dubbi sul finale.
Ph. Daimler AG