Perché la FIA ha emanato una nuova direttiva per i pit stop? Cosa cambierà dal Gran Premio dell’Ungheria? Chi rischia di soffrirne di più? Benvenuti ad Hammer Rules, rubrica di approfondimento del regolamento di Formula 1.
Come funziona un pit stop in Formula 1?
A differenza di altre serie motoristiche, la Formula 1 non ha un limite di personale per la sosta. Nei pit stop attuali, le squadre hanno un minimo di 17 persone addette alla sosta: due “jackman” che sollevano la vettura quando arriva nella propria piazzola, due “stabilizzatori” che tengono la vettura intorno all’airbox per assicurarsi che rimanga stabile, una persona che aziona il semaforo per la partenza e tre persone per gomma, con un addetto alla rimozione della gomma usata, uno che monta la gomma fresca ed un terzo dotato di una pistola pneumatica che si occupa dello smontaggio e rimontaggio del dado. In aggiunta ai diciassette indicati qui sopra, alle volte possono essere presenti due meccanici che cambiano l’inclinazione dell’ala anteriore, ed in generale c’è sempre un meccanico con l’estintore in caso di improvviso principio d’incendio.
Storicamente, le soste avevano anche la possibilità di rifornimento — rimossa dal 1984 al 1993 e nuovamente dal 2010 in avanti — ed i tempi erano legati a quanto carburante veniva caricato nella vettura. A seguito della rimozione del rifornimento, le soste si sono fatte sempre più veloci, passando dai tre secondi di media nel 2010 fino alla sosta record di Red Bull nel Gran Premio del Brasile 2019, durato appena 1.82 secondi.
Cosa cambia con la Direttiva Tecnica TD22A?
Il testo della direttiva tecnica non è stato diffuso al pubblico, ma il suo contenuto è chiaro a tutti gli addetti ai lavori: le soste dovranno avere dei piccoli “ritardi” tra un’azione e l’altra. Andiamo a spiegare nel dettaglio.
La FIA ha motivato questa scelta con la sicurezza dei piloti, per impedire che le gomme non vengano montate bene. Gli stessi meccanici responsabili della sosta, inoltre, saranno costretti a rispettare delle “tappe” per evitare di anticipare troppo tutti i passaggi ed avere delle soste che creino danni maggiori. La direttiva, inoltre, si rifà all’articolo 12.8.4 del Regolamento Tecnico della Formula 1, che impone l’uso di sensori in maniera esclusivamente passiva. Tutti gli strumenti, quindi, possono funzionare solo in maniera passiva per dare poi il via al pilota per partire. Ciò che FIA ha imposto è un tempo minimo tra le “tappe” di 0.15 secondi, con il sensore che deve dare un risultato invalido nel caso in cui il meccanico completi una delle tappe in meno di quel tempo, costringendo il meccanico stesso a ripetere il passaggio appena eseguito.
Da quanto trapelato secondo RaceFans, inoltre, sembra che siano state alcune squadre a richiedere delle “indagini” sui tempi della Red Bull nella sosta, con la squadra austriaca che ha ottenuto cinque dei sette premi per il pit stop più veloce. Ci si aspetta che le soste rallentino di due o tre decimi, eliminando quindi la possibilità di scendere sotto i due secondi.
Dai fatti all’opinione: chi ne pagherà le conseguenze? Chi ne guadagnerà?
Non è difficile immaginare chi soffrirà di questa restrizione: Red Bull è l’unica squadra ad aver completato pit stop così veloci, e saranno loro a pagare maggiormente il prezzo di questa nuova direttiva tecnica. Allo stesso tempo è assolutamente chiaro chi, almeno nella lotta mondiale, ne guadagnerà: Mercedes, con la loro sosta in media sui 2.5 secondi, si troveranno indicativamente allo stesso livello di Red Bull in uscita dalla pit lane.
Ci tengo a sottolineare come le ultime misure non siano tutte rivolte contro Red Bull — parlando sia dell’ala posteriore che del pit stop — ma siano comunque in un’ottica più ampia, anche e soprattutto dal punto di vista della sicurezza. Ciò che può sorprendere è come la FIA non voglia utilizzare i sensori in maniera attiva: certo, si andrebbe a togliere un elemento che riguarda la valutazione dei meccanici in pista, ma al tempo stesso ci sarebbe comunque molta sicurezza nell’uso. Vedremo se in futuro la FIA deciderà di cambiare idea al riguardo e, di conseguenza, se i pit stop torneranno ad essere record mondiali.
Ph. Red Bull Content Pool ©