Per una gara piena di emozioni e colpi di scena, tornano le cinque pillole, appuntamento in cui il nostro Riccardo Ronchini analizza i cinque fatti principali del Gran Premio dell’Azerbaijan.
1. LA PISTA DI CHECO. Tre podi, di cui uno proprio sul gradino più alto. Baku è ormai diventata la pista di casa per Sergio Perez. Ogni volta che si corre sulle rive del Mar Caspio, il messicano riesce a sfornare prestazioni da urlo. Oggi ne è la riprova. Una grande partenza, condita poi da un ritmo indiavolato mantenuto per tutta la corsa. Fortunato con il ritiro di Max e con l’errore di Lewis, ma si sa, anche per le più grandi imprese un pizzico di buona sorte non guasta mai.
2. IL WEEK-END DELLE OCCASIONI SPRECATE. Vale sia per Verstappen che per Hamilton. A differenza di Lewis, il pilota olandese è totalmente incolpevole: un passeggero sulla sua Red Bull a tre ruote. Il sette volte iridato, invece, getta alle ortiche un’occasione colossale, anche perché, appena prima del bloccaggio, la sua W12 si trovava ampiamente davanti alla monoposto di Perez. Bottone o non bottone, l’errore resta, ed è già il secondo in sei appuntamenti. Sorride dunque Max Verstappen, che se ne torna a casa dalla trasferta azera con ancora in tasca la vetta della classifica piloti.
3. PER-VETTEL. Era da un po’ che non lo si vedeva così in palla. Strategia perfetta e gestione delle gomme da fenomeno, sono questi gli ingredienti che hanno portato Seb al podio. È vero, Max e Lewis si sono ritirati, ma anche con i due contendenti al titolo in corsa, il buon Sebastian sarebbe giunto al traguardo in quarta posizione. Considerando che partiva dall’undicesima casella, è roba per palati fini. Finissimi.

4. DOUBLE-FACE. Così potremmo definire la SF21 in quel di Baku: a due facce. Tanto veloce in qualifica sul giro secco, quanto sofferente sul passo gara. La pole di Leclerc aveva forse illuso tutti, ma la verità è che Mercedes e Red Bull ne avevano oggettivamente di più. La monoposto Rossa, però, è cresciuta esponenzialmente rispetto al 2020 e le due pole consecutive lo certificano inequivocabilmente. Manca solo un ultimo step, ovvero l’ottenimento della consistenza in gara, ma a Maranello possono essere molto ottimisti: la strada è quella buona.
5. ONE HAPPY GAS. Ci ha preso gusto Pierre Gasly ad andare a podio. Il pilota francese raggiunge la top three per la terza volta in carriera, al termine di una grande gara, fatta di cuore, grinta e una grande difesa su Leclerc negli ultimi pazzi kilometri di giornata. L’alfiere dell’AlphaTauri, si dimostra ancora una volta bravissimo nel saper cogliere al volo l’occasione, facendosi trovare al posto giusto nel momento giusto. Una crescita continua la sua, che fa sì che ormai possa tranquillamente essere considerato tra i migliori della classe.
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