Max Verstappen vince il Gran Premio di Monaco, azzerando la distanza mondiale dal Re Nero, solo settimo. Seconda la Ferrari di Sainz, Norris chiude il podio del Principato. Il tutto, con Leclerc spettatore senza casco.

Erava­mo rimasti al 2019, al tripu­dio di cap­pelli­ni rossi in onore di Niki. Erava­mo rimasti alla vit­to­ria di Lewis, alla cat­tive­ria di Leclerc coi suoi gran­di sor­pas­si, alla lot­ta fino alla fine di Max. Erava­mo rimasti che, nel 2020, sarebbe sta­ta scrit­ta un’al­tra sto­ria. Ma la pag­i­na restò bian­ca. Vuo­ta. Cela­ta dal­la paura.

Oggi, il libro del­la For­mu­la 1 è sta­to riem­pi­to di parole nuove, più o meno pesan­ti, quelle del capi­to­lo ded­i­ca­to al Gran Pre­mio di Mona­co, che final­mente tor­na, ripor­tan­do la sua leggen­da e le sue sor­p­rese. Ripor­ta i col­ori del suo mare, le barche, l’el­e­gan­za e il con­trasto del­la maestosità dei suoi palazzi, clas­si­ci e mod­erni. Ripor­ta Il sole, il glam­our, la sua essen­za icon­i­ca. E si accom­pa­gna a un sospiro di sol­lie­vo, tem­po­ra­neo, da parte di chi, per gio­care bene a casa pro­pria, è pron­to a dare il tut­to per tut­to. Pron­to, fino alla bot­ta morale. Al cuore spez­za­to. Alla delu­sione. Leclerc non parte. E dal tut­to toc­ca il niente.

Sot­to gli occhi del­la famiglia Reale, Ver­stap­pen è davan­ti a tut­ti. Con la stra­da spi­ana­ta ver­so la grande occa­sione da chi­ud­ere in 78 giri. Via. Max chi­ude Bot­tas, man­te­nen­do una parten­za lis­cia, puli­ta. A parte una com­i­ca bandiera nero-bian­ca di Mazepin per i track lim­its, tut­to scorre, sen­za cam­bi­a­men­ti. Al 30esimo giro, entra un ses­to Hamil­ton ai box per il cam­bio gomme, rien­tran­do otta­vo, lo segue Bot­tas ma c’è un prob­le­ma: l’an­te­ri­ore destra non si toglie, pit stop infini­to ed è ritiro. Ringrazia Sainz, sec­on­do, che al giro 33 fa la sua sos­ta, rien­tran­do in terza posizione, dietro Perez e Max, che pas­sa anche lui dai box met­ten­dosi alle spalle del mes­si­cano, per poi tornare leader quan­do il com­pag­no di squadra entra per il suo cam­bio gomme. Un furioso Lewis con­tin­ua a far sen­tire la sua voce nei team radio, lamen­tan­do la sua poca veloc­ità, men­tre il verde del­l’As­ton Mar­tin n°5 si riac­cende in sper­an­za: occu­pan­do la quin­ta piaz­zo­la, Sebas­t­ian sem­bra essere nuo­va­mente Vet­tel.

Il Car­lo super­stite del Cav­alli­no ha, ingar­bugli­ate nel volante, le redi­ni di un sog­no. Con­tin­ua a galop­pare, veloce e puli­to, tra le stra­dine mon­e­gasche, cer­can­do di agguantare il torel­lo olan­dese, emet­ten­do, col fia­tone, un deciso “Met­ti­amogli un po’ di pres­sione”. A saper met­tere pres­sione è sicu­ra­mente Perez, che divo­ra sec­on­di nei con­fron­ti del­la McLaren di Nor­ris, sem­pre più in dif­fi­coltà con le gomme. Man­cano dieci giri. Dieci tor­nate, ed Hamil­ton rien­tra ai box per tentare il giro veloce. E tor­na in pista, con­clu­den­do con lo stes­so numero dei suoi sig­illi. Max, deter­mi­na­to, fer­mo, con­cen­tra­to, si prende una vit­to­ria dal doppio sig­ni­fi­ca­to. Mai, nel­l’era pow­er unit, quel­la dom­i­na­ta dal­la Casa del­la Stel­la, la Red Bull ave­va guadag­na­to il dominio di una clas­si­fi­ca iri­da­ta. Mai, Ver­stap­pen ave­va vin­to a Monte-Car­lo, trac­cia­to spes­so nemi­co, che oggi gli ha regala­to la pos­si­bil­ità di ripren­dere il con­trol­lo di un cam­pi­ona­to che vuole suo. Pos­si­bil­ità anche dona­ta da un errore, fatale. Che ha reso il padrone di casa spet­ta­tore sen­za casco.

Spet­ta­tore del tri­on­fo argen­ta­to del suo omon­i­mo iberi­co. Del suo com­pag­no di squadra. Sec­on­do, in quel di Monte-Car­los.

Ph. Fer­rari Media Cen­ter / Red Bull Con­tent Pool ©️