Lasciar passare Hamilton e adempiere al ruolo previsto di seconda guida nonostante le critiche o difendere la seconda posizione dagli attacchi del compagno di squadra per la gloria, con la consapevolezza di non riuscirci?
Ci sono Gran Premi i cui eventi strizzano l’occhio alla filosofia, alla fede o alla mitologia. Altri, come quello di domenica scorsa, strizzano invece l’occhio alla drammaturgia. Già, perché quello che accade al giro 52 tra le due frecce d’argento potrebbe essere usato in una scuola di teatro per esplicare il concetto di dilemma corneliano. Mi spiego meglio.
Avete presente quando, in Spider-Man, Goblin costringe Peter Parker a scegliere se salvare Mary Jane o gli innocenti? Oppure quando il Joker de “Il cavaliere oscuro” obbliga Batman a decidere se salvare Rachel o Harvey Dent? O ancora quando l’enigmista di “Batman Forever” obbliga l’eroe a scegliere chi salvare tra Chase e Robin?
Ecco, sono tutti esempi di quello che viene definito dilemma corneliano, ovvero un dilemma in cui qualcuno è obbligato a scegliere fra due corsi di azione entrambi comportanti effetti dannosi su chi deve compiere tale azione o su qualcuno a lui vicino o per lui importante.
Quale esempio migliore della “battaglia tra Hamilton e “Bottas” nel corso del cinquantaduesimo passaggio? Lewis, in quel momento in terza posizione, piomba su Bottas imponendo un ritmo forsennato complici le mescole più fresche. In quell’istante, Bottas viene richiamato dai box “Don’t hold Lewis up”, ovvero “non bloccare Lewis”. Facile, dai box.
Valtteri entra nello stesso loop di Rodrigo, protagonista de “Le Cid”, a cui Pierre Corneille impone una scelta che lo lacera dall’interno: essere meritevole dell’amore della sua sposa o assecondare il desiderio di vendetta nei confronti del padre di lei. Ugualmente il finnico si trova a dover decidere tra favorire il suo compagno di squadra perdendo tempo, o resistere il più possibile e mostrare quel carattere che tanti lo accusano di non possedere.

Il numero 77 decide di non decidere. Per metà circuito tiene dietro un Lewis Hamilton molto cauto nell’approccio al sorpasso, facendogli perdere circa un secondo e mezzo, per poi lasciarlo passare a La Caixa, fingendo di tirare la staccata all’esterno.
Lewis vincerà comunque, andando a prendere il fuggitivo Verstappen senza altre difficoltà, ma il dubbio su quale fosse il reale intento di Valtteri resta. L’unica certezza è l’arrabbiatura di Toto Wolff, che non è rimasto affatto contento del comportamento del suo pilota.
Un dilemma irrisolto, come tanti altri che aleggiano nella mente di Bottas.
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