Ci si attendeva una conferma, dopo le prime due gare, su un circuito favorevole. La gestione degli pneumatici, invece, è stata un problema che ha seriamente condizionato la gara di Charles Leclerc e, soprattutto, di Carlos Sainz. Le Ferrari hanno avuto difficoltà con le prestazioni e con la gestione delle Pirelli.
Lo dice chiaramente Mattia Binotto: “Non siamo soddisfatti”. Il risultato che scaturisce da una pista che il Team Principal di Maranello ritiene favorevole non è all’altezza delle attese. Sin dal sabato con Leclerc, in particolare con Sainz durante il Gran Premio.
Il momento simbolico della domenica portoghese della Ferrari si può collocare al ventunesimo giro. Carlos Sainz segue la McLaren di Lando Norris, ad 1.7 secondi. Nessun pilota si è ancora fermato per il cambio gomme, il team decide di richiamare Carlos per tentare un undercut sull’inglese. La sosta riesce bene, 2.2 secondi, ma la Ferrari numero 55 rientra in pista subito dietro a Russell. Il ritmo imposto sui saliscendi di Portimao dalla più lenta Williams, impedisce allo spagnolo di sfruttare il potenziale dello pneumatico nuovo ed, anzi, lo spinge a stressarlo. Il risultato è che il tentativo di sorpasso non riesce, nonostante Norris esca da un pit stop di 3.3 secondi, ed allo stesso tempo sul set di gialle appena montato si crea un fastidioso graining, che, un po’ per volta, fa sprofondare Sainz in un secondo stint privo di prestazioni, fino al traguardo raggiunto al di fuori dalla zona punti.
Sfortuna, si potrebbe pensare, essere finiti appena dietro alla Williams. Potremmo, in realtà, ragionare sui calcoli che vengono fatti prima di chiamare Carlos ai box. Russell gira un secondo abbondante più lento di Sainz e, quindi, sarebbe sufficiente attendere un giro, massimo due, per non ritrovarsi nel traffico. In questo caso, si deve parlare di calcoli sbagliati o dobbiamo pensare che le gomme rosse non avrebbero retto oltre, se non con un pesantissimo crollo delle prestazioni?
Ecco, la vera chiave per interpretare il week-end portoghese della Ferrari sono gli pneumatici, vero e proprio tallone d’Achille delle vetture di Maranello. Ma se il dubbio sullo stint con le soft rimane, la questione principale riguarda la gomma media. Il calvario che Sainz ha dovuto gestire per quarantacinque giri è evidente, ma anche Charles Leclerc non può gioire di quanto ha ottenuto con le “gialle”. In termini di prestazioni si difende perché, escluse Mercedes e Red Bull, è il primo del plotone che monta gomme medie. Vero è che vanta solo pochi secondi di vantaggio su Ricciardo e Alonso, partiti dalle retrovie, ma pur sempre è primo degli altri.
Il punto, parlando delle medie di Charles, è la durata, quindi la gestione dello pneumatico. Il monegasco si ritrova a dover fare la sosta al ventiseiesimo giro ed in quel momento sono otto i piloti ad aver fatto il loro stop: Norris, Sainz, Vettel hanno cambiato le gomme rosse montando le medie, Ocon e Gasly da soft ad hard; ad aver fatto pit stop essendo partiti con le medie sono tre piloti che non possono essere considerati protagonisti della competizione: Tsunoda, Giovinazzi e Latifi.
Quindi, Leclerc è il primo tra i piloti competitivi a sostituire le gomme medie, mentre Mercedes, Red Bull, Daniel Ricciardo e Fernando Alonso si spingono tutti oltre il trentacinquesimo passaggio. Le difficoltà sono evidenti e Charles le ammetterà a fine gara.
Anche le altre due mescole non offrono un rendimento all’altezza. Con le soft va la partenza eccellente di Sainz, compensata in negativo da una ripartenza in cui viene sorpreso nel momento delllo scatto di Bottas. Al momento del pit stop, però, Carlos è davanti a Leclerc, con le gialle, di soli due secondi.
Anche le hard non danno i risultati attesi, lo si può notare nel finale, quando Leclerc non riesce ad avvicinare un Norris con pneumatici medi sicuramente molto spremuti e più vecchi di quattro giri delle bianche di Charles.
Un passo falso, senza dubbio, che vede la Ferrari perdere punti dalla McLaren nella corsa al terzo posto. Le difficoltà con le Pirelli potrebbero essere un caso passeggero, stante la particolare conformazione del tracciato lusitano ed il vento molto forte, che potrebbe aver creato condizioni meno adeguate alle Rosse. Se così non fosse, il Gran Premio del Portogallo dimostra che a determinare il destino di un team non possono essere i guizzi estemporanei dei piloti; i problemi tecnici se non vengono affrontati rimangono e peggiorano, per cui va immediatamente trovata una soluzione ai problemi emersi con tutte le mescole, in quanto a durata, e con le medie più specificamente, in termini di prestazioni.
Nella noia della domenica di Portimao, tutto il resto conta poco.
Ph. Ferrari Media Center ©