The new Infiniti Red Bull Racing RB9 at the launch on February 3, 2013 in Milton Keynes, England. // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI201302030043 // Usage for editorial use only //

Vincere non è mai facile. Allo stesso tempo, però, la sfida più difficile è confermarsi, trionfare nuovamente per allungare il proprio dominio nello sport. Lo sa bene Red Bul,l che nella stagione 2013 andò oltre ogni aspettativa, dominando il mondiale grazie alla miglior macchina mai uscita dai garage di Milton Keynes: la mitica RB9.

Nel quadri­en­nio 2010 — 2013, Red Bull seg­nò in maniera indelebile la sto­ria del­la For­mu­la 1: otto titoli mon­di­ali, tra Piloti e Costrut­tori, issan­do defin­i­ti­va­mente la pro­pria immag­ine a vero e pro­prio top team. Quan­do si pen­sa alla scud­e­ria anglo-aus­tri­a­ca, la mente ci ripor­ta al 2013, anna­ta del quar­to tito­lo mon­di­ale con­sec­u­ti­vo di Sebas­t­ian Vet­tel, con­quis­ta­to gra­zie ad un vero prodi­gio ingeg­ner­is­ti­co fir­ma­to Adri­an Newey: la RB9.

Siamo nel pieno del­l’e­popea Red Bull, con il team di Mil­ton Keynes fres­co del­la con­quista del ter­zo iri­de tar­ga­to Vet­tel, vin­to ad Inter­la­gos dopo una incred­i­bile rimon­ta. Horner & com­pa­ny, di con­seguen­za, per la sta­gione 2013 gode­vano di tut­ti i favori del pronos­ti­co. L’o­bi­et­ti­vo era dunque vin­cere nuo­va­mente, con­fer­man­dosi al ver­tice del­l’au­to­mo­bil­is­mo mon­di­ale per il quar­to anno con­sec­u­ti­vo. Una sfi­da non facile, nel­la quale però, il leggen­dario prog­et­tista Adri­an Newey diede vita alla mono­pos­to che avrebbe bat­tuto ogni aspet­ta­ti­va: la mit­i­ca RB9. La nuo­va vet­tura di casa Red Bull fu il frut­to di una ricer­ca mani­a­cale del det­taglio, che dimostra però, quan­to l’osses­si­va voglia di rag­giun­gere la per­fezione pos­sa portare al dominio totale di una sta­gione di For­mu­la 1.

Dal pun­to di vista tec­ni­co, le novità por­tate da Newey furono moltepli­ci. Innanz­i­tut­to, la posizione degli scarichi fu mod­i­fi­ca­ta rispet­to alla sua prog­en­i­trice. In par­ti­co­lare, quest’ul­ti­mi furono spo­sta­ti più in alto rispet­to alla RB8. Ques­ta pic­co­la, e appar­ente­mente innocua, mod­i­fi­ca por­ta­va una grande van­tag­gio rispet­to alla con­cor­ren­za. Il ripo­sizion­a­men­to, crea­va un canale sot­tostante che per­me­t­te­va l’ar­ri­vo di un ulte­ri­ore flus­so d’aria nel­la zona del dif­fu­sore, aumen­tan­do quin­di il cari­co aero­d­i­nam­i­co gen­er­a­to dal­la monoposto.

Inoltre, gra­zie ad un’in­ten­sa col­lab­o­razione con Renault, a Mil­ton Keynes resero la macchi­na estrema­mente sta­bile gra­zie anche ad un ined­i­to uti­liz­zo degli scarichi. In par­ti­co­lare, dis­at­ti­van­do una ban­ca­ta del motore otto cilin­dri, si aumen­ta­va il sof­fi­ag­gio del­lo scari­co sul lato ester­no del dif­fu­sore. Questo, gen­er­a­va un mag­giore cari­co sul­la ruo­ta pos­te­ri­ore in appog­gio ad ester­no cur­va, otte­nen­do una miglior tenu­ta di stra­da e di con­seguen­za una trazione otti­male in usci­ta dalle curve.

L’o­bi­et­ti­vo perse­gui­to da Newey era anche la costante ricer­ca del­la minia­tur­iz­zazione delle varie com­po­nen­ti, per ren­dere la vet­tura sem­pre più leg­gera e maneggev­ole. Per questo moti­vo, anche la posizione del pac­co bat­terie fu cam­bi­a­ta. A dif­feren­za dei rivali, il prog­et­tista inglese decise di allo­care le bat­terie ai lati del cam­bio, uti­liz­zan­do un’ architet­tura sdoppi­a­ta. Una scelta alquan­to insoli­ta, che portò anche a dei guasti, a causa delle alte tem­per­a­ture rag­giunte nel­la regione del­la trasmissione.

Nonos­tante qualche lieve inci­dente di per­cor­so, il 2013 vide la Red Bull RB9 come asso­lu­ta dom­i­na­trice, padrona totale di un cam­pi­ona­to sen­za rivali. Tredi­ci vit­to­rie in dician­nove gare, undi­ci pole posi­tion con altret­tan­ti giri veloci. Oltre ai Cam­pi­onati Costrut­tori e Piloti, quel­la mag­i­ca sta­gione vide Sebas­t­ian Vet­tel diventare il pilota dal mag­gior numero di vit­to­rie con­sec­u­tive, nove, bat­ten­do il record detenu­to di Michael Schu­mach­er. Il tut­to gra­zie ad una vet­tura stra­or­di­nar­ia, forse, una delle migliori del­la glo­riosa sto­ria del­la For­mu­la 1.

Ph. Red Bull Con­tent Pool ©️

 

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