Perché Hamilton, rientrando in pista in retromarcia dopo la sua uscita alla Tosa, non ha avuto alcuna penalizzazione? Si può tornare in pista in retromarcia? Benvenuti ad Hammer Rules, rubrica di approfondimento del regolamento di Formula 1.
Rientro in pista: come va fatto secondo il regolamento
In ogni sessione del week-end di Formula 1, può capitare che un pilota si trovi a dover lasciare la pista per un errore o un problema tecnico. Qualsiasi pilota può tornare in pista, a condizione che siano rispettate delle condizioni imposte dal regolamento:
Art 27.3
I piloti devono fare ogni ragionevole sforzo per utilizzare la pista in ogni momento, e non possono lasciarla senza una motivazione giustificabile.
I piloti saranno considerati fuori dalla pista se nessuna parte della vettura rimane in contatto con essa e, per fugare ogni dubbio, tutte le linee bianche che delimitano la pista sono considerate parte del circuito, mentre i cordoli non lo sono.
Se una vettura dovesse lasciare la pista il pilota potrà rientrarvi, ma dovrà farlo solo quando è possibile farlo in sicurezza e senza guadagnare un vantaggio duraturo. A discrezione della Direzione Gara, un pilota può ricevere l’opportunità di restituire il vantaggio accumulato uscendo di pista.
Art 27.4
In nessun momento una vettura deve essere guidata in maniera eccessivamente lenta, erratica o giudicabile potenzialmente pericolosa per gli altri piloti o qualsiasi altra persona.
Traduzione dell’Articolo 27.3 e 27.4 del Regolamento Sportivo della Formula 1, edizione 2021. © FIA
La vettura deve quindi rientrare in pista senza arrecare danno alcuno agli altri piloti. Al tempo stesso, la vettura non dovrà essere guidata in maniera pericolosa per gli altri piloti o il personale di pista.
Ma non si può guidare in retromarcia! O no?
In realtà, l’unica menzione della retromarcia nel regolamento sportivo è all’articolo 28.3, dove si parla del comportamento da rispettare in ingresso di pit lane, nella sua percorrenza e nell’uscita.
In nessun momento una vettura può procedere in retromarcia in pit lane di propria potenza [ovvero senza essere spinta, ndr].
Traduzione dell’Articolo 28.3 del Regolamento Sportivo della Formula 1, edizione 2021. © FIA
Per tutti gli altri casi, quindi, il regolamento consente l’uso della retromarcia in pista. A livello meramente teorico, un qualsiasi pilota potrebbe percorrere un giro di pista in retromarcia, se nel farlo dovesse riuscire a non arrecare danno alcuno agli altri piloti e senza mettere in pericolo il personale di pista.
Hamilton ed i team radio
Lewis Hamilton, con il suo lungo al trentunesimo giro, ha rischiato di finire la sua gara insabbiato nella via di fuga in ghiaia. Ha poi provato ad avanzare per ripartire con la striscia di asfalto presente lungo la via di fuga, ma le gomme anteriori erano piene di ghiaia, dando quindi zero grip ed impossibilità di curvare per ripartire. La sua unica possibilità, a quel punto, era ingranare la retromarcia per tornare indietro ed eventualmente ripartire. Se avesse usato la retromarcia solo per qualche metro con l’idea di procedere in avanti, però, avrebbe avuto molta più probabilità di rimanere intrappolato nella via di fuga senza poter ripartire, per cui una volta avviato il movimento, la scelta per lui migliore è stata quella di proseguire fino alla pista.
Michael Masi, direttore di gara, ha ritenuto giusta la decisione di non penalizzare Hamilton, perché l’inglese era in costante contatto radio con il suo ingegnere, Peter Bonnington, il quale lo ha aggiornato fino all’ultimo istante dei piloti che stavano sopraggiungendo nel tratto di pista in cui il sette volte Campione del Mondo si trovava. Così facendo, quindi, Hamilton è rientrato in pista in un punto dove erano comunque presenti le doppie gialle, e l’ha, almeno a sui parere, fatto in maniera sicura senza arrecare alcun danno agli altri piloti (anche se va detto che il rischio, sopraggiungendo la AMR21 di Vettel, poteva comunque esserci). Hamilton sarebbe poi stato doppiato di un giro, ma ha avuto molta fortuna con la Safety Car scesa in pista per l’incidente tra Bottas e Russell, sdoppiandosi poi alla ripartenza e tornando a spingere fino alla vittoria della gara.
Un caso in cui la penalità è stata imposta: Vettel a Monza 2019
Tornando indietro nel tempo, si può vedere come una violazione del regolamento sia stata pagata “in maniera salata”. Stiamo ovviamente parlando del testacoda di Sebastian Vettel a Monza nel 2019. L’allora Ferrarista, nel corso del sesto giro, aveva perso la propria vettura alla Variante Ascari, ed era rientrato in pista in maniera non sicura, andando a colpire la Racing Point di Lance Stroll. Proprio per quel rientro, Vettel aveva ricevuto 10 secondi di stop and go, mentre per un rientro pericoloso ma senza contatto con altri piloti Stroll aveva ricevuto solo 10 secondi di penalità a fine gara.
L’enorme differenza tra i due casi, secondo Masi, è proprio “il rientro in pista fatto in maniera sicura”, ovvero non facendo rischiare nessuno. Hamilton, per il direttore di gara, era perfettamente nel giusto nel rientrare in pista in retromarcia. Anche se, obiettivamente, l’on-board di Vettel, sembra voler dire altro.
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