Alle prese con una Aston Martin AMR21 altamente al di sotto delle sue aspettative, Sebastian Vettel, in Bahrain, ha dovuto confrontarsi con errori e, se esiste, sfortuna. Ora, tuttavia, deve reagire per regalarsi una seconda giovinezza e ridimensionare un Lance Stroll che, se non arginato, rischia davvero di ledere oltremodo la sua immagine di quattro volte iridato.
Avrebbe desiderato un esordio indubbiamente migliore. E sono certo che, in fondo, se lo aspettasse anche. Sebastian Vettel ha intensificato i contatti con Lawrence Stroll nel momento in cui si rese conto che la Racing Point RP20 disponeva di una base tecnica (firmata Mercedes) estremamente competitiva, il che gli fece credere di poter tornare a lottare costantemente per il podio. Il tedesco, tuttavia, forse ammaliato dal ritorno della massima serie di un brand quale Aston Martin, non ha tuttavia considerato abbastanza le nuove limitazioni regolamentari relative al fondo, che hanno messo i bastoni tra le ruote alla AMR21, copia a questo punto riuscita male della AMG W11 della passata stagione. Di tempo per sistemare le cose, in Aston Martin, ne hanno, e penso che una grande mano possa arrivare, in via indiretta, dallo stesso Wolff, che ha investito molto in Aston Martin non certo per vederla lottare per le ultime posizioni in griglia. Ne vedremo delle belle, potete starne certi.
Tornando al primo week-end del tedesco, non esagero se dico che Vettel ha collezionato una performance complessiva estremamente deludente. In due giorni ha accumulato cinque posizioni in griglia per non aver rispettato le doppie bandiere gialle, dieci secondi in gara per aver tamponato Ocon e cinque punti sulla patente, chiudendo penultimo e mettendosi dietro il solo Mick Schumacher (mentre il suo compagno di squadra Lance Stroll si giocava i punti con Ferrari e McLaren). Sin dai test avevamo capito che non sarebbe stato facile per lui, ma nessuno avrebbe immaginato un dramma simile. Seb, pochi mesi fa, si aspettava un posteriore stabile e di giocarsi almeno la top five. Ora deve rialzarsi, ancora una volta: dal punto di vista psicologico non deve farsi abbattere da questa situazione, ricordandosi di essere un quattro volte iridato e non un pilota fallito. Deve mettere sul piatto i bei ricordi e non le critiche, i quattro mondiali vinti consecutivamente con la Red Bull e non il 2014 al fianco di Daniel Ricciardo, le quattordici vittorie in Ferrari e non i testacoda, la metodologia vincente e non lo sconforto che lo attanaglia. Deve lavorare su se stesso, aiutare il team ad intraprendere la giusta via, senza inabissarsi nel dolore. La sua immagine ha subito un forte ridimensionamento dopo essere uscito con le ossa rotte dal confronto con Charles Leclerc, ma potrebbe essere destinata alla completa distruzione, se dovesse subire la stessa sorte con Lance Stroll.
In bocca al lupo Seb.
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