Per scrivere la storia da assoluti protagonisti non basta vincere, serve dominare. Serve stupire, lasciare a bocca aperta e demolire la concorrenza. Lo sa bene la Ferrari F2002, monoposto capace di chiudere i giochi iridati a Luglio. Andiamo a riscoprire nel dettaglio i punti di forza di questo formidabile capolavoro ingegneristico.
“Raggiungere gli obiettivi che ci si è posti è sempre una grande soddisfazione, ma superarli in modo così netto è una gioia immensa…”
Questa frase, pronunciata dal presidente del Cavallino Rampante Luca Cordero di Montezemolo, è la sintesi perfetta di quello che ha rappresentato la F2002 per la Scuderia di Maranello. Una monoposto assolutamente dominante, che nelle sapienti mani di Michael Schumacher non ha lasciato che le briciole alla concorrenza. La Rossa, si avviava alla stagione 2002 con i favori del pronostico, venendo dai trionfi del 2000 e del 2001. Una previsione che si è subito avverata, in quanto alla prima prova in pista a Fiorano il Kaiser sbriciolò il record della pista, facendo segnare uno spaventoso 58.620. Un crono mai visto prima, che fece subito capire ai tecnici della Scuderia, ma soprattutto agli avversari quanto la F2002 fosse performante.
Dal punto di vista tecnico, l’ultima nata in casa Ferrari portava delle novità rivoluzionarie. Infatti gli ingegneri del Reparto Corse, progettarono un cambio a sette marce in fusione di titanio. Un’opera di altissima tecnologia, che oltre ad essere dotato di un alloggiamento accorciato, alleggerito e irrobustito, permise di ridurre notevolmente la resistenza aerodinamica della vettura. Un lavoro di ricerca e sviluppo senza precedenti, cominciato ben due anni prima e che i tecnici Ferrari seppero gestire nel migliore dei modi. La squadra aveva infatti previsto tutti gli eventuali problemi legati alla nuova trasmissione. Per questo motivo, la prima uscita della F2002 avvenne a stagione già iniziata, per permettere alla squadra test di risolvere eventuali difetti, per ottenere una maggiore affidabilità del componente e dalla vettura nella sua globalità. Infatti i primi due Gran Premi del campionato, videro scendere in pista una F2001 in versione B.

Un altro fattore fondamentale furono gli pneumatici. Infatti a partire dal 2002, la Rossa rimase l’unico team di punta ad utilizzare le mescole Bridgestone, in quanto McLaren scelse di passare alle Michelin sperando che quest’ultime si adattassero meglio alla propria monoposto. Questo rafforzò moltissimo la relazione tra Ferrari e il fornitore giapponese, permettendo di avere uno scambio continuo di informazioni, progettando dunque la F2002 in base alla finestra di utilizzo delle gomme Bridgestone. In particolare furono estremizzati i concetti già visti sulla vettura del 2001. Un telaio riprogettato ed alleggerito, con una ricerca spasmodica riguardo l’abbassamento del baricentro e l’ottimizzazione dei pesi. In particolare furono rivisti gli scarichi, che vennero riposizionati in modo che soffiassero direttamente sotto l’alettone posteriore e non più sugli steli delle sospensioni. Un vantaggio notevole, in quanto eliminò il rischio di surriscaldamento e frattura dei vari componenti. Infine furono riallocati e rimossi circa settanta chili di zavorra, in particolare dalle estremità della vettura, permettendo di minimizzare l’effetto pendolo e riducendo il momento di inerzia. Questi cambiamenti aiutarono a rendere la monoposto estremamente bilanciata e performante su qualsiasi circuito presente in calendario.
Infine, grazie ad un motore V10 da 850 cavalli estremamente affidabile e con consumi ridotti rispetto agli anni precedenti, Ferrari colmò il divario con Williams, che fino al 2001 vantava del propulsore migliore del lotto grazie alla sua partnership con BMW. La nuova creazione motoristica della Scuderia di Maranello surclassò la concorrenza, creando un divario con gli altri team di circa 50 CV. Mettendo insieme tutti gli elementi, la pozione magica per una macchina straordinaria fu presto fatta.
Quindici vittorie su diciassette gare, dieci pole position, dodici giri veloci in gara e un Campionato del Mondo Piloti vinto a Luglio a Magny-Cours. Una vera e propria macchina da guerra, arma di uno strapotere mai visto prima. Enzo Ferrari soleva spesso dire:
“Le monoposto sono belle solamente se vanno forte e sono vincenti…”
La F2002 era la perfetta incarnazione di tutte queste caratteristiche. Il Drake sarebbe stato sicuramente fiero del lavoro svolto dai suoi uomini.
Ph. Ferrari ©️