“Earnhardt è il mio mito da sempre, il 18 Febbraio sarà il ventesimo anniversario dalla sua scomparsa. Io mi ricordo la gara in cui perse la vita, la mia reazione alla notizia, stavo piangendo. Ho chiamato un mio amico, Steven, anche lui un tifoso di Dale e praticamente stavamo piangendo insieme al telefono. Era un eroe”. Un emozionato Daniel Ricciardo, in occasione della presentazione della McLaren MCL35, nello spazio dedicato ai media, ha spiegato il motivo per cui ha scelto, nel 2014, il numero 3, emozionando tutti.
La persona più attesa nella presentazione McLaren è stata, ovviamente, Daniel Ricciardo. L’australiano, apparso estremamente carico, durante l’intervista concessa ai media, si è lasciato andare alle sue prime sensazioni da pilota McLaren, il lavoro di adattamento nella squadra ed il suo modo di pensare per il futuro. Parlando del suo arrivo nella squadra di Woking, Ricciardo ha rivelato la durata del suo contratto e le sue speranze, visto anche il cambio di motorista:
“Il mio contratto è di tre anni con McLaren, lo dico perché non ho nulla da nascondere. Di certo è un lungo lasso di tempo per puntare in alto, e sono arrivato in un momento in cui McLaren sta spingendo molto. C’è molta stabilità nella squadra, e quando avevo parlato con la squadra nel 2018 non c’era ancora la stabilità che c’è ora, ed io sto letteralmente diventando un pezzo del puzzle della squadra. Mi sento fiducioso, non ho ancora guidato la vettura ma al momento tutto sembra perfetto. Nel 2020 McLaren ha fatto un ottimo lavoro e le battaglie erano molto serrate con la competizione. Sicuramente Mercedes sarà ancora la vettura da battere, ma tra le altre squadre la lotta sarà molto ravvicinata. Mi aspetto che, come l’anno scorso, molte delle squadre saliranno almeno una volta sul podio. La cosa più difficile nel cambio squadra è secondo me l’integrazione, non solo come pilota, ma anche dal punto di vista delle strategie, degli ingegneri, doversi adattare a tutta una situazione nuova. Quello che dici verrà usato, ha molta importanza, e ciò vuol dire non essere solo un pilota ma una parte della squadra. Ho corso con motori Renault per tutto il periodo ibrido, per cui sarà interessante provare qualcosa di diverso. Ho delle alte aspettative, visto che è un costruttore pluricampione, ma fino a quando non scenderò in pista non posso fare previsioni precise.”
Parlando invece del suo nuovo compagno di squadra, il pilota di Perth ha spiegato la sua apertura mentale e voglia di imparare nonostante l’esperienza:
“La cosa che mi diverte è che ho più esperienza di Lando in Formula 1, visto che è la mia undicesima stagione in Formula 1, ma per quanto concerne McLaren lui è il più esperto, soprattutto nella squadra. Ogni volta che c’è un nuovo compagno di squadra c’è sempre qualcosa da imparare, che sia uno stile di guida particolare o il modo di lavorare. Sono sempre molto aperto mentalmente, ogni pilota è fiducioso nelle proprie capacità ma io so che, se c’è qualcosa che posso imparare da Lando per migliorarmi, sono aperto mentalmente da mettermi ad imparare. Io e Lando abbiamo un approccio simile allo sport. Entrambi adoriamo ciò che facciamo, il nostro lavoro, e non abbiamo paura di mostrarlo. Arriviamo però da due generazioni diverse, credo di avere dieci anni più di lui, e ciò rende la nostra combinazione molto interessante. Fuori dalla pista andiamo molto d’accordo, ma in pista la competizione sarà forte, sarà molto bella e soprattutto spingeremo per portare la squadra davanti alle altre, faremo il meglio per la squadra e daremo tutto quando il semaforo si spegnerà.”
C’è stato poi un piccolo aneddoto riguardo la scelta del numero 3 ed il suo nickname, il tutto in onore del suo mito, Dale Earnhardt:
“Earnhardt è il mio mito da sempre, il 18 Febbraio sarà il ventesimo anniversario dalla sua scomparsa. Io mi ricordo la gara in cui perse la vita, la mia reazione alla notizia, stavo piangendo. Ho chiamato un mio amico, Steven, anche lui un tifoso di Dale e praticamente stavamo piangendo insieme al telefono. Era un eroe. Nel 2014, quando ho preso il numero 3, volevo anche prendere come nickname ‘The Intimidator’, come Dale, e la mia versione è stata ‘Honey Badger’. Volevo essere la persona che non aveva paura di fare una mossa spettacolare, di gareggiare duro, e quando sono arrivato in Red Bull ho letteralmente iniziato a creare la mia reputazione come tale. Dale è stato fonte della mia ispirazione.”
Parlando invece delle sprint race, che dovrebbero essere introdotte in tre eventi nel 2021, Daniel ha ammesso le sue perplessità ed ha proposto un’idea per renderle più accettabili:
“Sono convinto che le sprint race siano migliori delle griglie invertite. Spero però che le vittorie nelle sprint race abbiano un valore simile a quello della gara di domenica, ed allora ne sarò molto più felice. Non è bello che una vittoria in Formula 1 debba essere percepita come ‘diluita’ perché non ha lo stesso valore della gara di domenica.”
Infine, un riferimento alla famosa scommessa con Cyril Abiteboul ed una possibile nuova scommessa con il CEO di McLaren, Zak Brown:
“Con Cyril dobbiamo ancora fare il tatuaggio. Quando ho lasciato Renault, nei termini c’era un po’ di ‘lavoro non finito’, quindi accadrà sicuramente. La cosa divertente è che, a pranzo con Zak, mi ha detto che ha paura degli aghi, quindi una cosa simile non potrò farla con lui. Però ha un bel garage pieno di macchine, quindi potremmo scommettere una di quelle macchine!”
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