Seppur in parte, Toyota svela le forme della sua nuova arma, la GR010, che avrà il compito di raccogliere l’importante eredità che la vincente TS050 ha lasciato nel WEC.
Si chiama GR010 e, nonostante la presentazione ufficiale sia fissata per il prossimo 15 Gennaio, ci offre già un assaggio di quella che sarà la nuova generazione delle vetture a ruote coperte più avanzate al mondo. Perfettamente conforme alle nuove normative FIA-ACO in materia di Le Mans Hypercar, la nuova nata della Gazoo Racing si presenta al pubblico nella livrea camouflage tipica delle vetture sportive Toyota ancora in fase di sviluppo, ritratta mentre affronta le curve del circuito francese del Paul Ricard, il classico tracciato da tempo designato quale meta ideale di test per tutti i mezzi che gravitano attorno al mondo dell’endurance. A causa della funzione “anticipatrice” delle immagini, non è ancora possibile tracciare un’analisi completa di questa nuova vettura, pur potendo carpire alcune importanti informazioni già da questa prima, embrionale occhiata.
Chiamata GR010, la prima hypercar di casa Toyota rompe una tradizione, ormai trentennale, secondo cui le vetture della massima serie a ruote coperte prodotte dalla casa giapponese seguivano una denominazione alfanumerica composta dalla sigla “TS” e da un numero a due cifre preceduto da uno zero, come inaugurato dalla TS010 progettata da Tony Southgate nel 1991. Ma il nome non è l’unica differenza con le auto delle precedenti generazioni, anche se, persino ad un occhio poco attento, balzeranno all’occhio le tante similitudini con le pensionande LMP1 e, a breve, spiegheremo il perché di queste così forti somiglianze. Di sicuro, a variare maggiormente rispetto al passato sono le dimensioni generali imposte dai nuovi regolamenti, questa volta stabilite entro limiti assai meno stringenti e che impongono unicamente una lunghezza massima di cinque metri, una larghezza di due metri, un’altezza di un metro e quindici e a cui si abbinano il passo limitato in un massimo di tre metri e quindici e gli sbalzi anteriori e posteriori contenuti in un metro e cento e un metro rispettivamente, con questi ultimi calcolati rispetto agli assi passanti per i centri ruota associati. Questi vincoli, volutamente laschi, conferiscono una grande libertà ai progettisti, che possono facilmente integrare tra loro alcune delle soluzioni che caratterizzano tanto le vetture da corsa, quanto i venticinque esemplari stradali minimi omologabili. Alcuni dei dettagli della nuova nata di casa Toyota sono, dunque, il frutto di queste nuove imposizioni, a cui si aggiunge l’importante valore minimo della sezione frontale, stabilito in 1,6 metri quadrati in configurazione di basso carico, con la più ovvia e logica conseguenza che si palesa in un abitacolo di dimensioni nettamente maggiori rispetto a quello di una classica LMP1, notoriamente più vicina allo spazio abitativo di una monoposto che a quello di una biposto classica. E, se si include nel computo qualche differenza proveniente principalmente da alcuni stilemi, comunque altamente tecnici, della GR Super Sport, le differenze rispetto ad una tradizionale LMP1 finiscono qui. Nonostante il peso e la potenza siano infatti sostanzialmente differenti per questioni regolamentari, concretizzatesi rispettivamente nei 1030 Kg minimi e in un computo totale di 670 CV, circa trecento — o più — in meno rispetto ad una TS050, le analogie con la progenitrice sono tante e importanti.
Più che una rivoluzione totale, la GR010 costituisce, infatti, una ragionata evoluzione dei concetti della vettura Campione del Mondo in carica e alcuni dettagli, come il muso rialzato, i supporti dello splitter, i fender, i singoli dive plane e la concavità tipica della parte inferiore della pancia, permettono di confermare appieno tale parentela già da questi primissimi scatti. Ad essi, però, si abbinano anche alcune soluzioni inedite, se confrontate al recente passato, che fanno il loro ritorno sul campo dopo anni di assenza dalle scene. Tra queste, a balzare all’occhio vi sono sicuramente gli specchietti tradizionali, che prendono il posto di quelli precedentemente integrati nei passaruota, e le aperture poste sul bordo d’attacco delle elongazioni frontali degli archi ruota posteriori, probabilmente adibite a prese d’aria per i condotti di raffreddamento dei freni che, solitamente, venivano alimentati dal classico corridoio inferiore scavato nella porzione più bassa della pancia. Questa configurazione, insolita per un recente prototipo Toyota, lascerebbe intuire molteplici ipotesi, quali, in primis, un’ottimizzazione della fluidodinamica dell’ormai consolidato sistema a doppio diffusore che ha fatto la sua comparsa proprio sulla TS050 del 2016, o, in seconda ipotesi, ad un incrementato apporto d’aria richiesto dal sistema ibrido. A spiccare ancor più, soprattutto visivamente, è la pinna dorsale, simile a quella di una Oreca 03 e, per questo, non più solidale con l’alettone posteriore, che può ora contare su due supporti “a collo di cigno” in luogo del tradizionale profilo in carbonio ancorato al crash box posteriore. Sempre al retrotreno figura un vistoso Gurney flap posizionato sul bordo d’uscita del cofano motore, similmente a quanto operato da Porsche sulla versione ad alto, per non dire altissimo, carico della 919 del 2017, probabilmente in favore di un incremento del carico e di un miglioramento del bilanciamento aerodinamico. Soluzioni più nevralgiche come il disegno del diffusore che, ricordiamo, potrà finalmente godere di una geometria libera da vincoli regolamentari, non sono ancora state svelate, rimandando ogni dubbio e curiosità alla presentazione definitiva del prossimo 15 Gennaio.
Ph. Toyota Gazoo Racing ©️