Questa è la storia di Lauda, Regazzoni, Montezemolo, e i botti di fine anno.
Primo week-end di Ottobre del 1975. La Formula 1 si appresta a far partire i titoli di coda di una grande stagione.
Il campionato si è virtualmente concluso a Monza: il ferrarista Niki Lauda, partito dalla pole, transita terzo al traguardo e si aggiudica matematicamente il titolo, strappandolo al campione uscente Emerson Fittipaldi, prima guida della McLaren. L’altro pilota del Cavallino, Clay Regazzoni, partito al fianco di Lauda domina la corsa, vince, e il pubblico, letteralmente impazzito di gioia, lo porta in trionfo.
Il successivo appuntamento in Canada viene soppresso per ragioni economiche, per cui il Circus si sposta direttamente a Watkins Glen per disputare l’ultima prova stagionale. Nel paddock, diversamente dal solito, scarseggia l’entusiasmo: tutti pensano ai programmi futuri, alle nuove vetture, agli eventuali cambi di casacca.
Sembra tranquillo il DS Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, apparentemente appagato dai risultati conseguiti dalla sua squadra, peraltro matematicamente vincitrice del trofeo riservato ai Costruttori.
Il “Glen” è stato modificato soprattutto nel punto in cui Francois Cevert perse la vita nel ’73. Durante le prove, molte vetture, tra cui la March di Vittorio Brambilla, la Ferrari di Clay Regazzoni, la Lotus di Ronnie Peterson e la Brabham di Carlos Pace, escono di pista. Fuori dal circuito, Chris Amon, che avrebbe dovuto condurre una Ensign, si ferisce in un incidente stradale e deve concludere la sua trasferta americana prima del tempo.
Niki Lauda conquista la pole, la seconda posizione è di Emerson Fittipaldi. Carlos Reutemann su Brabham e Jean Pierre Jarier su Shadow occupano la seconda fila. Subito dietro, un gasatissimo Mario Andretti, con una Parnelli, affianca un Brambilla più determinato che mai dopo la vittoria conseguita due gare prima a Zeltweg. Regazzoni parte dalla sesta fila, James Hunt e la sua Hesketh dalla settima, mentre Lella Lombardi, al volante di una Williams, conquista l’ultimo posto in griglia a fianco della Copersucar di Wilson Fittipaldi, fratello meno famoso del plurititolato Emerson. La nostra Lella, però, non vede il via. Il suo compagno di squadra, Jacques Laffite, danneggia la monoposto durante le prove, così Lella è costretta a cedergli la sua.
Anche Laffite però non prende il via. Per curarsi una congiuntivite, scambia la bottiglietta del collirio con quella che contiene il liquido per pulire la visiera, e viene accompagnato di corsa in ospedale, dove fortunatamente riesce ad evitare le gravi conseguenze della “svista”. Finalmente i motori delle auto schierate in griglia si accendono. Il rombo copre le urla degli spettatori eccitati dallo spettacolo e, dopo il giro di allineamento, la gara parte tra l’odore dei fumi di scarico e di gomma bruciata. Lauda e Fittipaldi si portano in testa, seguiti da Jarier, Brambilla e Reutemann. Sembrano cinque cavalli del palio di Siena: in fondo non c’è alcuna strategia da rispettare in chiave campionato, qui si gioca a carte scoperte. Hunt ha uno scatto fenomenale e si porta in settima posizione. Il tema della corsa è il duello tra Lauda e Fittipaldi, i più in vena anche stavolta. Il brasiliano segue Niki a vista, poi si avvicina: il sorpasso è nell’aria. Intanto Regazzoni ha dovuto cambiare il musetto, danneggiato cercando l’attacco alla McLaren di Mass, ed è attardato di quasi un giro. Non siamo neppure a metà gara quando Lauda lo raggiunge per doppiarlo. Clay si fa da parte, mentre Fittipaldi deve penare ben quattro giri prima di poterlo sorpassare. Nel frattempo Niki ha guadagnato dieci secondi sul campione brasiliano. La direzione gara non fa attendere una sua decisione sul comportamento ostruzionista di Clay, e gli espone la bandiera nera, che equivale a squalificarlo. A questo punto, Montezemolo, da apparente “osservatore” della gara, va su tutte le furie. Ordina al suo pilota, rientrato ai box, di tornare in pista, poi di corsa si reca verso la direzione gara per “stanare” il responsabile della decisione. “Nerone” (questo lo pseudonimo di Montezemolo corridore), si lancia come un mastino sul malcapitato direttore di gara: ne nasce un’incredibile lite in cui volano minacce, parolacce e pugni. Poi torna al muretto e ordina a Regazzoni, che intanto ha inanellato qualche giro, di rientrare ai box facendogli ritirare la vettura “per protesta”. In pista Lauda continua a fare la lepre mentre Fittipaldi, determinatissimo a raggiungerlo, gli rosicchia decimi su decimi. Il brasiliano timbra il giro più veloce, ma Niki riesce a vincere la gara con circa 5 secondi di vantaggio. Tra tanti “botti”, quello di Lauda è l’unico che alimenta le statistiche.
Il film “…Altrimenti ci arrabbiamo!”, con Bud Spencer e Terence Hill, miete ancora successi. Pugni, sberle e sedie fracassate in testa fanno tendenza. Pertanto, a grande richiesta, a Maggio del ’76, il film debutta negli States con il titolo “Watch Out, We’re Mad”. Italian Style.
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