L’ultimo appuntamento del Mondiale 2020 si conclude con un dominio firmato Max Verstappen e con un ottimo quarto posto siglato da Albon, lanciando segnali, e speranze iridate, verso il vicino 2021.
La stagione della Red Bull si conclude con un risultato estremamente positivo, colto da entrambi i piloti che riescono a capitalizzare sulle difficoltà delle Mercedes, parse in forma meno smagliante se paragonate alle prestazioni abituali, probabilmente figlie di alcuni problemi tecnici preannunciati dallo stesso Toto Wolff. Nonostante ciò, però, sarebbe ingiusto sottovalutare l’importanza della prestazione del team e, in particolare, del suo pupillo olandese che, in ogni circostanza di quest’ultimo fine settimana mondiale, ha raccolto il massimo risultato auspicabile, fatto salvo il giro più veloce che, soffiato all’ultimo secondo da Daniel Ricciardo, lo priva di un Grand Chelem quasi certo.
Il week-end di Abu Dhabi si caratterizza per una grande costanza di entrambi i piloti di casa Red Bull, tanto da consentire al duo di conquistare la prima e la quarta posizione in griglia, con le due caselle rispettivamente occupate dal poleman Max Verstappen e dallo scudiero Alexander Albon. Al via e muniti, nel medesimo ordine, di mescola media e di gomma morbida, i due partono bene e consolidano le posizioni iniziali dopo aver respinto gli attacchi dei loro immediati inseguitori, con l’olandese impegnato a respingere il primo, nonché l’unico, affondo di Valtteri Bottas e col tailandese che, dopo aver evitato l’assalto di Carlos Sainz, prova ad attaccare Lando Norris, pur senza successo almeno fino al settimo giro quando, dopo un primo sorpasso in Curva 8 a cui ha fatto seguito un controsorpasso in rettilineo da parte dell’inglese, Albon è definitivamente riuscito a mettere alle spalle il pilota della McLaren durante l’approccio a Curva 11. Il box di Woking prova a rispondere all’attacco, ordinando al proprio pilota di portare il passo al massimo ritmo nel corso del primo stint di gara, pur senza ottenere alcun valido riscontro. La gara viene parzialmente neutralizzata dall’improvvisa uscita di scena di Sergio Perez che, vittima di un problema tecnico della propria Power Unit, è costretto a piantare la propria monoposto a margine della sede stradale, comportando l’istituzione della Virtual Safety Car che, tuttavia, vige unicamente tra il decimo e l’undicesimo giro prima di lasciare il posto alla Safety Car. In tale frangente, molti dei piloti in pista rientrano ai box per la sosta di rito e, tra questi, i primi a farlo sono proprio i due della Red Bull, che si susseguono secondo un ordine molto ravvicinato e rispettoso delle posizioni che entrambi occupano al momento del rientro. La strategia, che prevede gomma dura per entrambi, sortisce l’effetto sperato e permette ad entrambi i piloti di rientrare in pista nelle medesime posizioni occupate prima del pit-stop.
Subito dopo il rientro della Safety Car, avvenuto nel corso del tredicesimo giro, Verstappen torna ad imporre un ritmo elevatissimo che lo porta subito a conquistare il giro più veloce. Da questo momento in avanti, l’olandese si distingue per una condotta di gara semplicemente perfetta, caratterizzata da alcuni particolari e dettagliati dialoghi col muretto box in cui vengono fornite non solo informazioni riguardanti il bilanciamento complessivo della vettura, ma anche suggerimenti tecnici e tattici che dimostrano quanto Max tenesse alla conquista di questo Gran Premio. Tra questi, spuntano la volontà di proseguire sulle medesime mescole fino alla bandiera a scacchi, come suggerito nel corso del venticinquesimo giro, o la disponibilità a ridurre le prestazioni del motore al fine di evitare eventuali problemi nelle fasi finali della corsa; una proposta, quest’ultima, che verrà declinata dal muretto, dopo esser stata avanzata nel corso del quarantanovesimo passaggio, per far proseguire la cavalcata del proprio beniamino senza variazioni o preoccupazioni di sorta. Per Verstappen, la gara terminerà nello stesso piazzamento occupato in partenza, dopo che questi ha segnato un ritmo estremamente regolare che, dopo la prima e unica sosta, lo ha portato a mantenere un tempo costante di un minuto e quaranta secondi, vanificando qualsiasi tentativo di Bottas che, a causa di alcune difficoltà, è arrivato persino a temere la perdita della propria posizione in favore di un più vicino Lewis Hamilton. Quest’ultimo, a sua volta, si trova a solo un secondo di distacco da un Albon, che nel corso del cinquantaquattresimo passaggio e del giro ad esso seguente, spinge al massimo al fine di provare ad agguantare il podio che, nonostante lo sforzo, sfugge per un soffio. Così come a sfuggire è la conquista del giro veloce, sottratto da un arrembante Daniel Ricciardo che conclude, così, la propria esperienza in Renault prima del passaggio alla McLaren.
La stagione della Red Bull, nonostante il dominio Mercedes, si è rivelata complessivamente positiva, pur avendo affrontato alcuni momenti negativi che l’hanno privata di un bottino che avrebbe potuto essere ben più grande di quanto è stato a fine campionato. La RB16 si è dimostrata una vettura valida e concreta, caratterizzata da soluzioni efficaci, originali e innovative e il continuo processo evolutivo a cui è stata sottoposta fa ben sperare in vista di un 2021 in cui, con una serie di interventi mirati, sarà possibile marcare più da vicino una Mercedes che, nonostante la strabordante competitività di base, potrà contare solo su un numero illimitato di evoluzioni. Il regolamento prevede infatti che le allocazioni riguardanti lo sviluppo in fase di studio al CFD e in galleria del vento siano più basse nel caso in cui si finisca in una delle posizioni più alte in classifica, al fine di favorire il miglioramento da parte dei team più piccoli o meno performanti. Ed è proprio per tale ragione che la Red Bull ha deciso di evolvere la sua vettura anche dopo che la corsa al titolo Costruttori fosse terminata, al fine di giungere alla nuova stagione con soluzioni già provate in pista e a cui si sposeranno, ne siamo certi, tante ulteriori e preziose novità che Newey & Co. sfodereranno sulla nuova monoposto anglo-austriaca. Con la speranza che, questa, possa porsi da subito in lotta con la futura e favorita arma di Stoccarda.
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