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Terzo e quarto posto, una prestazione confortante in un Gran Premio anomalo e divertente. Le condizioni climatiche e la scarsa aderenza hanno premiato, più che le vetture, i piloti. Vettel e Leclerc si sono fatti trovare pronti ed hanno dimostrato tutto il loro valore.
In uno scenario completamente inedito, per la Formula 1, la Ferrari mette a segno una delle migliori prestazioni stagionali. Il clima rigido dell’autunno turco e la decisione di rifare il manto stradale del tracciato due settimane prima del Gran Premio, con un asfalto poco adatto alle competizioni e contro il parere degli esperti, crea le condizioni per un week-end diverso dal solito. Tutte le sessioni vengono svolte in condizioni di bassissima aderenza, anche quando si gira sull’asciutto, ed offrono molti momenti sportivamente drammatici. Uscite di strada e testacoda si susseguono, in una specie di danza sul ghiaccio che vede protagonista tutti i piloti e tutte le monoposto.
Se la pista è più adatta ad uno spettacolo di Holiday on Ice che alla Formula 1 e mette in difficoltà quasi tutti i team, i due ferraristi si comportano come pattinatori provetti, le SF1000 paiono attrezzi eccellenti, in grado di lottare con le lamine affilatissime delle Red Bull. Almeno fino a quando si tratta di prove libere, perché nel momento in cui arrivano le qualifiche tutto cambia. Arriva la pioggia, sorgono dubbi sulla mescola più adatta tra full wet ed intermedie e le Rosse si perdono, alla ricerca della finestra per il corretto funzionamento degli pneumatici.
Leclerc rischia subito l’eliminazione in Q1 e poi finisce quattordicesimo, Vettel chiude il Q2 al dodicesimo posto, dopo una prima frazione decisamente più agevole. A stupire, più che le posizioni sullo schieramento, sono i distacchi accumulati: rispetto alle vetture migliori, parliamo di margini superiori ai cinque secondi. Uno stravolgimento delle prestazioni impensabile e difficile da spiegare. Le posizioni in griglia più tardi cambiano, grazie alle penalità inflitte alle due McLaren. Un piccolo segno del destino, in un sabato disastroso, come se fosse la promessa di una gara dall’andamento migliore: in effetti, la debacle delle qualifiche si dimostra una situazione contingente e, nella pur fredda ed umida mattina di Istanbul, alla domenica non si ripete.
La gara di Charles Leclerc, in realtà, inizia in un modo che di incoraggiante ha poco o nulla. Una partenza da dimenticare, sul lato sporco della pista da cui scatta bene praticamente il solo Lewis Hamilton. Il monegasco manda quasi in stallo il motore, si ritrova quattordicesimo dietro alle due AlphaTauri e non riesce a trovare il ritmo. Alla fine del settimo giro, Charles ha accumulato quasi cinquantadue secondi di distacco dal leader Stroll, è bloccato dietro a Gasly e Kvyat, per cui viene richiamato a per un pit stop che lo toglie dal traffico e lo rimette in pista con le gomme intermedie.
Da quel momento, il suo ritmo cambia completamente: la Ferrari numero 16 è costantemente tra le vetture più veloci in pista e Leclerc comincia a recuperare secondi su tutto il plotone, finendo per chiudere un gap di oltre quarantasette secondi su Sergio Perez. Una prestazione maiuscola che meriterebbe il podio, ma la domenica di Charles è fatta di picchi altissimi e di errori: dopo aver conquistato il terzo posto al quarantatreesimo giro, la rimonta al pilota messicano della Racing Point viene rallentata da difficoltà in curva 1 che si ripetono in almeno quattro tornate errori e che gli costano quasi cinque secondi, permettendo l’aggancio a Perez, con il fiatone e solo all’ultimo giro. Anche la staccata finale in cui cerca di assicurarsi il secondo posto, è viziata da un errore. Il giovane campione della Ferrari frena troppo tardi, finisce lungo e perde il podio.
A goderne è Sebastian Vettel, che ad Istanbul merita pienamente il podio ottenuto all’ultima curva, in modo rocambolesco. La partenza del tedesco, sul lato pulito della pista, è perfetta, si tiene lontano dai guai ed approfitta degli errori altrui: saltate le due Alfa Romeo e le due Red Bull, evitato un Bottas in difficoltà ed Ocon, eliminato da Ricciardo, sorpassa in accelerazione anche l’altra Renault e, poco più avanti, approfitta dell’unico errore di giornata di Lewis Hamilton. In poche curve da undicesimo si ritrova terzo. Da quel momento la gara di Sebastian è un capolavoro di gestione delle gomme e di una vettura che, in ogni caso, mantiene un comportamento non particolarmente congeniale al suo stile. A rischiare di danneggiare la sua gara qualche sbavatura nelle soste, ma per il resto la sua prestazione è un gioiello sotto tutti i punti di vista. A partire dalla resistenza con cui ha tenuto alle spalle rivali fortissimi come Verstappen ed Hamilton, finendo con la paziente attesa di un’occasione che gli consentisse di tornare sul podio, opportunità giunta a poche centinaia di metri dal traguardo. La vera perla che oggi ha impreziosito la gara di Seb, però, è il fatto di essere stato l’unico pilota in gara a non aver commesso neanche un errore, in una situazione davvero al limite. Probabilmente non è un caso, perché durante la FP3, mentre pioveva e tutti erano ai box, Vettel continuava a girare da solo, cercando i punti adatti per le frenate e capendo le reazioni della vettura. Anche per questo, il podio è il giusto premio per lui.
Chiariamolo subito. Sarebbe un errore, esaltarsi troppo. In termini di prestazione pura, la SF1000 non brilla e non ha stupito nemmeno ad Istanbul. I problemi non sono risolti ed è giusta la scelta di Mattia Binotto di rimanere a Maranello, nel remote garage, lasciando in prima linea Laurent Mekies. In ottica futura, è importante che il team principal sia presente dove si sta lavorando per la prossima stagione, invece che in pista, dove non si decide nulla di importante. Inoltre, le 23 gare del 2021 imporranno in ogni caso una rotazione tra i tecnici, quindi questi sono ottimi test per i suoi collaboratori e per l’organizzazione.
La gara di oggi, però, ha permesso di confermare alcune impressioni. La prima è che, al netto delle incomprensioni in pista della scorsa stagione, Vettel e Leclerc si stimano e che, molto probabilmente, hanno lavorato bene insieme. Le parole dette oggi da entrambi, sono un esplicito e reciproco riconoscimento. La questione è importante, non per un inutile volemose bene, ma perché da un rapporto aperto, basato sulla stima e di piena collaborazione, Charles ha sicuramente avuto benefici. Aver potuto apprendere il metodo di lavoro di un Campione del Mondo, confrontarsi con l’esperienza di Seb, pagherà dividendi a partire dalla stagione ventura, quando sarà sulle spalle del monegasco la responsabilità di condurre il team.
La seconda è che un piccolo miglioramento ulteriore, con tutte le cautele imposte dall’anomalia del Gran Premio di Turchia, le Ferrari lo hanno fatto. Con l’eccezione delle qualifiche, le SF1000 sono state competitive per le prime posizioni dello schieramento. Vedremo dalle prossime gare se questa tendenza è confermata o se ritornando a contesti, climi e temperature consuete per la Formula 1, le prestazioni torneranno meno brillanti.
L’ultima è che i due piloti sono stati superbi, con Vettel perfetto e Leclerc velocissimo, anche se vittima di qualche sbavatura. A conferma di un fatto su cui in molti hanno dubitato, nelle ultime due stagioni: non sono i piloti, il problema della Ferrari. Leclerc lo ha dimostrato quasi sempre, nel corso della stagione, Vettel ha subito fin troppo le carenze della monoposto, ma appena è arrivato un Gran Premio in cui l’importanza del mezzo è diminuita ed il contesto ha fatto risaltare le doti individuali, la sensibilità, il tocco, è ritornato il pilota che tutti ricordiamo.
Le strade tra Seb e la Ferrari si separeranno tra tre gare, ma è bello vederlo competitivo e sorridente, dopo una stagione di delusioni. Ed è bello vedere quanto, nonostante le prove a cui è stato sottoposto, sia ancora forte l’amore del tedesco per la “sua” Scuderia Ferrari. Così forte che Seb ha deciso di lanciare un messaggio, che regala grandi speranze a tutti i tifosi della Rossa: come ha detto ieri nelle interviste, secondo lui Charles Leclerc è più forte di Verstappen e vincerà tanto. Se ha ragione, e dipenderà anche dal mezzo che gli verrà messo a disposizione, il futuro della Ferrari sarà molto luminoso e la Formula 1 tornerà a colorarsi di rosso.
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