Il ritorno a Imola non è stato dei più felici per la scuderia anglo-austriaca che, anziché capitalizzare su un tracciato a lei decisamente favorevole, conclude il week-end con un sonoro fiasco complessivo. E le domande sul futuro di Albon iniziano a sprecarsi.
Concludere un appuntamento con un doppio zero, si sa, non è mai un obiettivo, ancor meno se ci si trova su una pista decisamente congeniale per layout e, dunque, per conseguenti prestazioni. Le premesse per una piacevole lotta al vertice del Gran Premio dell’Emilia-Romagna c’erano tutte, come dimostrato dai distacchi che ciascun pilota ha accumulato durante la sessione di qualifiche e, nondimeno, nelle primissime, concitate fasi di gara. Pur senza la possibilità di disputare le prove del venerdì, soppresse al fine di testare il nuovo format previsto per il futuro prossimo, i piloti sembrano adattarsi subito ad una pista sulla quale non hanno mai corso, lodando notevolmente le caratteristiche del tracciato e la sua grande godibilità. Per questo, gli alfieri Red Bull conquistano un terzo e un sesto posto in griglia per mano, rispettivamente, di Max Verstappen e di Alexander Albon, con i due dotati, nell’ordine, di gomma gialla e gomma rossa.
Il primo elemento di discussione della domenica di gara viene fornito dal pilota olandese che, al temine del giro di ricognizione, si colloca in una posizione più avanzata rispetto a quella della linea bianca che demarca la casella, lasciando trasparire alcuni dubbi sulla legittimità di tale mossa che, però, non diventa oggetto di eventuali penalità. Al via, Verstappen parte benissimo e, complice una non proprio riuscita partenza di Lewis Hamilton, riesce a passare in seconda posizione già al Tamburello, mentre Albon, che prova anch’egli ad avanzare in classifica, deve accontentarsi di difendere la propria posizione che, di fatto, verrà presto insidiata dal pilota della Ferrari, Charles Leclerc. Il ritmo, nelle prime fasi di gara, è frenetico, al punto che l’olandese riesce a portarsi sotto il secondo nel corso del quarto giro, mentre il tailandese prova a rifarsi sotto al monegasco, portandosi vicino al secondo e facendo, quindi, elastico. L’improvviso ritiro di Gasly porta Leclerc e Albon a guadagnare una posizione, mentre il secondo deve, ancora una volta, difendersi dagli assalti di un altro pilota, questa volta Kvyat, che si porta a soli otto decimi dal “cugino” della Red Bull. Nel corso del quindicesimo giro, Verstappen segna il giro veloce provvisorio, mentre Albon rientra ai box per montare gomma bianca e per ricongiungersi al gruppo, sempre in compagnia del russo dell’AlphaTauri, in dodicesima posizione. I due, di lì a tre giri, arriveranno al contatto al Tamburello e, da questo bisticcio, ad uscirne meglio sarà proprio il tailandese, che scavalca, così, Kvyat, guadagnando l’undicesima piazza.
Il momento di montare gomma bianca arriva anche per Verstappen, che rientra ai box nel corso della diciannovesima tornata e che si ricongiunge al gruppo in terza posizione, alle spalle del duo Mercedes. Il rientro sembra favorire nettamente l’olandese che, a causa di un danno al fondo della vettura di Valtteri Bottas, provocato da una porzione dell’endplate dell’alettone anteriore della Ferrari di Sebastian Vettel, è costretto ad adottare un ritmo più lento e forzato e, per questo, non privo di sbavature. Al ventitreesimo passaggio, Verstappen riesce a portarsi sotto il secondo, mostrando un ritmo superiore rispetto al pilota Mercedes che, a causa dei problemi accusati, sbaglia ripetutamente l’uscita dall’ingresso della Rivazza, ove giungerà largo, lambendo la ghiaia all’esterno, nel corso del trentasettesimo giro. Ma prima di arrivare all’attacco, anche Max sembra accusare qualche problema e, in un Team Radio, si lamenta espressamente della ricarica troppo lenta della batteria della propria Power Unit. Nel frattempo Lewis Hamilton, leader della corsa, trova davanti a se i primi doppiaggi del GP, che, tuttavia, rallenteranno solo per qualche istante un passo gara letteralmente indemoniato. Nel corso del ventiseiesimo giro, si innescano alcune reazioni che porteranno alla serrata lotta a tre tra Leclerc, Magnussen e lo stesso Albon che si snoda tra la Villeneuve e la Tosa, con lo stesso tailandese che, ad un attacco all’esterno tentato alle Acque Minerali, deve combinare anche la difesa dai due scomodi vicini che corrispondono ai nomi di Carlos Sainz e Daniil Kvyat. Durante il giro successivo, Esteban Ocon si ferma all’uscita della Variante Alta per via di un problema tecnico della propria vettura, portando all’istituzione del regime di bandiera gialla prima e ad una tardiva Virtual Safety Car poi, che, di fatto, coinciderà con la sosta del leader della corsa, Lewis Hamilton. Sei giri più tardi, tornano a farsi sentire ulteriori lamentele da parte di Vertstappen, che accusa, stavolta, dei tagli improvvisi nell’erogazione, salvo poi ristabilire il ritmo nel giro immediatamente successivo che lo porterà, dopo il passaggio alla Modalità 8 e al rapidissimo e concitato avvicinamento durato sette tornate, al sorpasso ai danni di Bottas all’esterno del Tamburello, precedentemente citato e capitalizzato grazie a due lunghi, quasi consecutivi, che il finlandese ha commesso alla Rivazza. Le cose, tuttavia, sono destinate a prendere una brusca e rovinosa piega: a causa di un passaggio su un detrito, l’olandese fora la posteriore destra ed esce rovinosamente di pista per insabbiarsi al termine del breve tratto che collega il Tamburello alla Villeneuve, terminando la propria corsa e innescando il regime di Safety Car. La serie di soste che si verifica a centro gruppo, porta Albon ad avanzare fino alla quinta posizione, mentre la vettura di sicurezza vede il proprio impiego prolungato a causa di un errore di Russell che, vittima di uno scarto improvviso verso sinistra della propria monoposto, finisce contro il muro esterno delle Acque Minerali, terminando anch’egli la propria gara e disseminando la pista di detriti.
Al ripristino della bandiera verde, avvenuto nel corso del cinquantasettesimo giro, le cose sembrano assumere nuovamente una pessima piega, in quanto il tailandese, immediatamente superato al Tamburello da Kvyat, commette un errore in accelerazione all’uscita della Villeneuve che lo porta a girarsi in pieno traffico, pur senza conseguenze fisiche di alcun tipo. La leggerezza commessa costa caro e, per questo, Albon termina la corsa in quindicesima posizione, ovvero l’ultima tra i non ritirati, pur avendo tentato, invano, di strappare il giro veloce ad un indomabile Lewis Hamilton dopo aver montato gomma rossa nel corso del sessantesimo passaggio. A questo punto, le domande e i dubbi sul futuro del pilota tailandese e, specialmente, sulla sua permanenza in Red Bull si fanno via via più insistenti e pungenti, circondando tale prospettiva di un forte dubbio che, forse, potrà essere sciolta solo ed esclusivamente da Helmut Marko.