Dal 1984, Ayrton ha segnato col suo marchio un decennio di Formula 1. Ripercorriamo la storia delle stagioni che ha disputato con Toleman, Lotus, McLaren e Williams.
Ayrton Senna è uno dei più grandi piloti della storia della Formula 1. Lo abbiamo messo a confronto con altri due grandi campioni, Lewis Hamilton e Michael Schumacher. Per ognuno di loro abbiamo voluto ripercorrere in modo dettagliato la carriera, per compiere un’analisi completa di quello che hanno realizzato.
I NUMERI
- Partecipazioni: 11
- Campionati del mondo: 3
- Gran Premi: 162, 161 partenze
- Vittorie: 41
- Stagioni con vittorie: 9 (1984 e 1994 senza vittorie)
- Podi: 80
- Ritiri: 60
- Giri più veloci: 19
- Pole position: 65
- Team: Toleman (1984), Lotus (1985–1987), McLaren (1988–1993), Williams (1994)
- Compagni di squadra: Johnny Cecotto (1984), Stefan Johansson (1984), Elio De Angelis (1985), Johnny Dumfries (1986), Satoru Nakajima (1987), Alain Prost (1988–1989), Gerhard Berger (1990–1992), Michael Andretti (1993), Mika Hakkinen (1993), Damon Hill (1994)
STAGIONE PER STAGIONE

1984: Ayrton arriva in Formula 1 con la Toleman un giovane ed ambizioso team che non raccoglierà grandi risultati e che nel 1986 verrà ceduto diventando Benetton. Nel palmarès ci sono tre podi, tutti ottenuti da Senna, ed una pole con Teo Fabi nel 1985. La stagione del giovane brasiliano è fantastica, considerato il livello della monoposto. Ottiene 13 punti, mentre i suoi compagni ne raccolgono in totale 3. Al suo attivo tre podi (un secondo e due terzi posti), su quattordici gare disputate e sei finite. Con l’eccezione del Gran Premio del Canada, quando arriva finisce sempre a punti. Dell’impresa nel Gran Premio di Monaco è tutto noto, compreso il fatto che con ogni probabilità sarebbe stata una vittoria. Vanno sottolineati anche il sesto posto ottenuto in Sud Africa con una vettura danneggiata e i terzi posti raccolti a Brands Hatch e nel Gran Premio del Portogallo. In altre tre occasioni ha problemi mentre è al quarto posto: commette un errore al primo giro del Gran Premio degli USA, unico errore stagionale del paulista, la perdita dell’alettone posteriore lo costringe al ritiro in Germania, la pressione dell’olio è fatale in Austria. Le prestazioni di Senna lo impongono all’attenzione dei team più importanti e la firma arriva con la Lotus.

1985: la Lotus non è più quella vincente degli anni ’60 e ’70, Colin Chapman è morto nel 1982 e dopo il titolo di Mario Andretti è arrivata una sola vittoria, a Zeltweg nel 1982 con Elio De Angelis, che in questa stagione è il compagno di Senna. La 97T è competitiva, ma fragile. Inoltre, il motore Renault consuma moltissimo e questo renderà molto complessa la stagione del team. Il brasiliano arriva quarto nella classifica del campionato con 38 punti, proprio davanti a De Angelis che ne somma 33. Al suo attivo sette pole, due vittorie e quattro podi (due secondi e due terzi posti), su sette gare finite (viene classificato in nove). I ritiri sono nove. All’esordio in Brasile cede l’impianto elettrico, mentre è terzo. Ad Imola, finisce il carburante mentre è primo, a Monte-Carlo è primo quando si rompe il motore, a Detroit si ritira per problemi ai freni mentre sta attaccando Alboreto per la terza posizione ed è ancora terzo nel Gran Premio di Francia quando si blocca il cambio in terza (rientra ai box, riparte dal fondo e più tardi rompe il motore). È primo a Silverstone quando il motore comincia a funzionare male e lo costringe al ritiro qualche giro dopo, per un problema di alimentazione, ed è primo ad Hockenheim quando un giunto della trasmissione lo costringe al ritiro. Ancora il motore lo costringe al ritiro in Sudafrica, mentre è terzo ed in Australia, mentre è primo. Soffre un analogo destino nel Gran Premio del Canada, ma porta a termine la gara con un ritardo di cinque giri. Tutti i suoi ritiri avvengono, quindi, per problemi tecnici o di consumo. I guasti si verificano sei volte mentre è primo, una volta è secondo e tre volte terzo. Le due vittorie, alla seconda gara stagionale, quando Ayrton vince il suo primo Gran Premio, in Portogallo, e più avanti a Spa, si tengono in condizioni meteo avverse. Se, da un lato sono condizioni che hanno sempre esaltano le doti di guida di Ayrton, rappresentano anche un contesto climatico che evidentemente permette di spremere meno la meccanica e che non crea problemi di consumo.
1986: dominano le Williams, grazie alla potenza del motore Honda. La lotta fratricida tra Mansell e Piquet permette a Prost di inserirsi nella lotta e, alla fine, di vincere il titolo. La Lotus è un passo indietro. Ayrton è ancora quarto nella classifica piloti, con 55 punti, mentre il suo compagno Johnny Dumfries ne fa solo tre. Senna conquista otto pole, due vittorie, sei podi (quattro volte secondo, due volte terzo) su nove gare concluse (viene classificato in dieci). Nel Gran Premio di San Marino si ritira per un problema ad un cuscinetto mentre è quarto, con un errore compromette il risultato del Canada, in cui arriva quinto ed in Francia esce di pista, scivolando sull’olio lasciato da De Cesaris. A Silverstone si ritira per un problema al cambio mentre è terzo, in Austria è un calvario che lo vede sempre fuori dalla zona punti, in Italia si rompe la trasmissione nei primi metri di gara, in Portogallo finisce la benzina mentre è secondo (classificato quarto), in Australia rompe il motore mentre è quarto.

1987: sulla Lotus arriva il miglior motore del lotto. Senna arriva terzo nel mondiale piloti con 57 punti, mentre Satoru Nakajima ne conquista 7. Una sola pole al suo attivo, due vittorie, sei podi (quattro secondi e due terzi posti), arriva secondo anche in Australia e poi viene squalificato per irregolarità nel raffreddamento dei freni. In Brasile è quarto quando la pressione dell’olio lo costringe al ritiro. In Belgio, al primo giro è in testa quando Mansell lo supera all’esterno di Stavelot, con una manovra insensata: entrambi si devono ritirare. In Portogallo, arriva settimo ma ha un problema all’acceleratore che appare mentre è quarto e che lo costringe ad una rimonta dal fondo. Commette due errori: a Monza è in testa, pressato da Piquet, e va lungo alla Parabolica, mentre doppia Ghinzani; rientra con una manovra di straordinaria abilità, ma finisce secondo. Va in testacoda, mentre è terzo, in Messico e deve ritirarsi. La 99T gode di un’affidabilità migliore, rispetto ai modelli delle annate precedenti. I ritiri sono solo tre, ma le Williams sono più forti, spesso irresistibili. Solo con un po’ più di fortuna Ayrton avrebbe potuto lottare per il titolo.

1988: comincia l’epopea della McLaren Honda, in un team fantastico che presenta Alain Prost come compagno di Senna. Con la dominante MP4/4, Ayrton vince subito il titolo: 90 punti validi contro 87 del francese. Alain, in realtà, conquista più punti (105 a 94), ma il meccanismo degli scarti, che considera solo gli undici migliori risultati premia il paulista. Nel suo carniere ci sono tredici pole, otto vittorie e tre secondi posti su tredici Gran Premi portati a termine. L’unica gara sottotono è il Gran Premio di Spagna, che conclude al quarto posto, e viene squalificato in Brasile: la sua McLaren rompe il cambio sulla griglia di partenza, dopo il giro di ricognizione, corre a prendere il muletto, parte dai box, ma è una mossa che non gli è permessa. Un errore grave lo commette a Monte-Carlo. Dopo una pole “mistica”, che rimarrà negli annali, conduce il Gran Premio con quasi un minuto di vantaggio su Prost; si distrae e va a sbattere in uscita dalla curva del Portier. All’Estoril è terzo, quando subisce i danni di un incidente causato da Mansell e finisce sesto. A Monza è primo, a due giri dalla fine, quando Schlesser lo butta fuori durante un doppiaggio.
1989: la MP4/5 è appena meno dominante rispetto alla sorella maggiore. Senna arriva secondo, dietro a Prost, in un campionato infuocato dalle polemiche tra i due. 76 a 60 i punti per Alain, che senza scarti ne avrebbe accumulati 81. Durante l’anno Ayrton conquista 13 pole, 6 vittorie e un secondo posto con otto gare concluse (viene classificato in nove). L’unico weekend che lo vede tagliare il traguardo fuori dal podio è quello d’esordio, ancora sfortunato nel suo Brasile: un contatto con Berger alla prima curva, lo costringe ad una gara di recupero che si conclude con l’undicesimo posto. In Francia, rompe il differenziale alla seconda partenza. In tutte le altre gare, ci sono situazioni fuori dal suo controllo che gli causano danno mentre è in ottima posizione. Negli USA e in Canada ha problemi al motore mentre è in testa, a Silverstone è al comando quando il cambio fa le bizze, mentre percorre la Becketts, facendolo finire nella sabbia. Ancora primo a Monza ed ancora il motore si rompe. In Portogallo, lo squalificato Mansell lo butta fuori mentre è secondo. In Giappone si scontra con Prost, riprende e vince, ma verrà squalificato per aver saltato l’ultima variante. In Australia è primo sotto il diluvio, doppia Piquet che si fa da parte, ma non riesce a vedere Brundle, anch’egli doppiato, rimasto in traiettoria. Escludendo la squalifica di Suzuka, su cui si potrebbe discutere all’infinito, cinque ritiri mentre è primo, uno mentre è secondo. Nessuno per sua responsabilità. Prost subisce solo la rottura di una sospensione, in Canada, si ritira in Giappone a causa del contatto con Senna e rinuncia a correre sotto il diluvio australiano. È evidente che se Ayrton non avesse avuto tanti inconvenienti, si sarebbe presentato a Suzuka con un vantaggio cospicuo, si sarebbe tenuto il secondo posto e avrebbe vinto il titolo.
1990: Alain se n’è andato, al suo posto Gerhard Berger. La McLaren presenta la MP4/5B, che ha meno margine rispetto alle precedenti stagioni. La lotta con la Ferrari di Prost durerà fino all’ultimo. Ayrton vince il campionato con 78 punti contro i 43 di Berger, che chiude al quarto posto. Senna mette a segno dieci pole, vince sei Gran Premi e va cinque volte sul podio (due secondi e tre terzi posti) su undici corse concluse. Gli altri sono tutti ritiri: a Imola, dopo pochi giri la rottura di una ruota lo mette fuori gara mentre è in testa. In Messico è una guerra degli pneumatici tra lui e il suo grande rivale: la scelta di Prost è giusta, Senna si perde a causa del consumo eccessivo. In Spagna il radiatore lo costringe a fermarsi mentre lotta con Mansell alle spalle di Prost. In Giappone, con una scelta deliberatamente polemica ed antisportiva, causa l’incidente alla prima curva, per vendicarsi dei fatti di dodici mesi prima ed assicurarsi il titolo, in Australia è primo quando si ritira per un problema al cambio.

1991: è l’anno della MP4/6 e del terzo titolo. La Ferrari si perde, ma emerge la Williams Renault. Il team di Grove dominerà le stagioni successive, già in questa stagione la FW14 mostra le prestazioni migliori, ma pecca in affidabilità. Per questo motivo, nel complesso la McLaren è ancora la vettura da battere. Senna conquista 96 punti contro i 43 di Berger, mette in carniere otto pole, sette vittorie e va altre cinque volte sul podio (tre secondi e due terzi posti) su tredici gare concluse. Viene tradito dall’alternatore mentre è terzo in Canada, rimane a secco mentre è secondo a Silverstone e viene classificato quarto, la stessa cosa accade ad Hockenheim mentre è quarto e viene classificato settimo. In Spagna deve gestire una gara complessa, anche per le condizioni meteo variabili, in cui commette l’unico errore stagionale. Arriva quinto dopo essere andato in testacoda, mentre era secondo.
1992: c’è un’astronave in pista. Ma non è la McLaren Honda. È la Williams FW14/B, “l’auto venuta da un altro pianeta”, che fa man bassa di vittorie, podi e pole. In questa stagione comincia ad emergere anche la Benetton, che sostiene molto bene le ambizioni della stella emergente Michael Schumacher e che, a fine stagione, è molto vicina alle prestazioni della MP4/7, penalizzata anche da un’affidabilità non all’altezza. Ayrton conclude quarto, davanti a Berger per un punto, fa una pole, ottiene tre vittorie e quattro podi (un secondo posto, tre terzi) su otto corse concluse. Non sale sul podio solo a Spa, nel giorno in cui Schumacher vince la sua prima gara in Formula 1: il continuo cambiamento di condizioni atmosferiche, gli crea diversi problemi per cui arriva quinto. Si ritira in Messico per un problema alla trasmissione ed in Brasile per problemi elettrici, in entrambi i casi mentre è terzo, in Spagna si gira sotto il diluvio, mentre è terzo, in Canada lo tradisce l’elettronica mentre è in testa. Il Gran Premio di Francia entra nella storia della Formula 1, perché Schumacher butta fuori Senna al tornantino, poi la corsa viene interrotta e Ayrton, già in borghese, va a fare le sue rimostranze al giovane tedesco. In Gran Bretagna è quarto per tutta la gara e, appena sorpassa Brundle, a sei giri dalla fine, si deve fermare per un problema al cambio. A Suzuka si rompe il motore mentre è terzo. In Australia, l’ennesimo contatto con Mansell lo costringe al ritiro. C’è chi dice che l’inglese abbia frenato troppo, ma chi tampona in una situazione di visibilità perfetta, raramente ha ragione.

1993: Honda ha lasciato la Formula 1, la McLaren monta i motori Cosworth. La Williams è ancora di un altro pianeta, anche se è meno forte della stagione precedente. Senna arriva secondo in campionato e, con una vettura palesemente inferiore, tiene il passo di Prost fino a metà stagione. Il suo compagno Michael Andretti fa sette punti, un unico podio nell’ultima gara disputata, a Monza, e viene sostituito per le ultime tre prove da Mika Hakkinen, che ottiene il terzo posto a Suzuka. Conquista una pole, cinque vittorie, due podi (due secondi posti) su dieci Gran Premi conclusi. Nelle occasioni in cui non sale sul podio arriva tre volte quarto, viene classificato quinto in Gran Bretagna e diciottesimo in Canada. I suoi sei ritiri sono dovuti quasi sempre a problemi meccanici. Ad Imola si ritira per un problema alle sospensioni attive mentre è secondo, a Montreal lo tradisce l’alternatore ancora mentre è secondo, a Silverstone rimane a secco mentre è terzo, in Ungheria l’acceleratore mentre è secondo, a Monza invece tampona Brundle nelle prime fasi della corsa e si ritira, ma non sta brillando. Ad Estoril lo tradisce il motore mentre è secondo.
1994: parlare del ’94 e di Senna non è mai facile. La stagione comincia con il pilota più forte sulla vettura più forte. La Williams ha perso qualcosa, anche grazie a modifiche regolamentari, mentre la Benetton è cresciuta molto. Ayrton corre tre gare, conquista tre pole, e colleziona tre ritiri. In Brasile è secondo dietro a Schumacher quando commette un errore alla Junçao che lo costringe al ritiro. Ad Aida, un incidente in partenza lo mette fuori gara. La gara successiva è il 1 maggio 1994, ad Imola.
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