Se, da un lato, Mercedes interrompe lo sviluppo della W11, dall’altro Red Bull spinge al massimo per portare aggiornamenti alla sua RB16. E non senza sfoggiare elementi a dir poco rivoluzionari.

È recen­tis­si­mo l’annuncio di Mer­cedes in cui, sec­on­do una fres­ca e moti­va­ta scelta, si è deciso di inter­rompere lo svilup­po del­la W11, ormai sal­da­mente avvi­a­ta ver­so la con­quista di entram­bi i titoli in palio quest’anno. In totale con­trap­po­sizione a ques­ta scelta è, invece, la strate­gia di Red Bull, che prevede, per la pro­pria vet­tura, un impor­tante e mira­to numero di aggior­na­men­ti nec­es­sari a chi­ud­ere il gap dal­la Frec­cia Nera, anche in otti­ca futu­ra e, soprat­tut­to, per dare un segui­to all’ormai cer­to abban­dono di Hon­da annun­ci­a­to in tem­pi recen­ti. Nel­lo speci­fi­co, i tec­ni­ci di Mil­ton Keynes han­no focal­iz­za­to la loro atten­zione su det­tagli di estrema impor­tan­za, indis­pens­abili per miglio­rare l’intera flu­ido­d­i­nam­i­ca del­la vet­tura attra­ver­so un aumen­to del cari­co, una con­comi­tante riduzione del drag e il con­seguente miglio­ra­men­to dell’efficienza aero­d­i­nam­i­ca com­p­lessi­va. Tali aggior­na­men­ti han­no prodot­to otti­mi risul­tati pro­prio nel cor­so dell’ultimo appun­ta­men­to al Nür­bur­gring, con entram­bi i piloti par­si subito a pro­prio agio e con un dis­tac­co finale, dal­la vet­tura di Lewis Hamil­ton, non poi così ele­va­to come in prece­den­za, tan­to da ess­er con­tenu­to da Max Ver­stap­pen in poco più di quat­tro sec­on­di e con un pas­so gara soli­do e impor­tante con­fer­ma­to sin dalle prim­is­sime tornate.

Tali risul­tati sono il frut­to di impor­tan­ti svilup­pi che han­no coin­volto tutte le sezioni prin­ci­pali del­la vet­tura, vale a dire avantreno, sezione cen­trale e retrotreno, a cui sono sta­ti appor­tati numerosi miglio­ra­men­ti di macro e microaero­d­i­nam­i­ca. Un esem­pio carat­ter­is­ti­co di quest’ultima è dato dal­la nuo­va, pic­co­la appen­dice aero­d­i­nam­i­ca, di chiaro cam­ber neg­a­ti­vo, posizion­a­ta ai lati del­la sezione ter­mi­nale dell’Halo, ovvero in quel­la area ove la strut­tura prin­ci­pale del­lo stes­so tende a rac­cor­dar­si alla cel­lu­la cen­trale del telaio, cos­tituen­do una zona di vitale impor­tan­za nel­la ges­tione dei flus­si des­ti­nati a inve­stire l’alettone pos­te­ri­ore e, più in alto, l’airbox. Tale ele­men­to, dunque, assume la fun­zione di rad­driz­za­tore, al fine di rad­driz­zare e pulire i flus­si che inve­stono la sezione cilin­dri­ca dell’Halo, con con­seguente riduzione del­la nociv­ità di quest’ultimo in ter­mi­ni aero­d­i­nam­i­ci, nonché di gen­er­a­tore di vor­tice nec­es­sario ad ener­giz­zare il flus­so des­ti­na­to a rag­giun­gere i pro­fili alari pos­te­ri­ori. Sem­pre in tale sezione, è pos­si­bile notare il nuo­vo pro­fi­lo a “L” roves­ci­a­ta che carat­ter­iz­za il pri­mo dei due attac­chi rego­la­men­tari, in questo caso quel­lo riv­olto ver­so il telaio, pre­visti per lo spec­chi­et­to. Tale nuo­va con­fig­u­razione, serve a miglio­rare tan­to il flus­so d’aria ind­i­riz­za­to alle pance, quan­to, in egual misura, quel­lo des­ti­na­to a per­cor­rere la porzione supe­ri­ore del­la fiancata.

Ulte­ri­ori e, forse, più inno­v­a­tivi ele­men­ti sono reperi­bili nelle porzioni pos­te­ri­ore e ante­ri­ore del­la mono­pos­to. Par­tendo dal­la pri­ma, è pos­si­bile ritrovare un ele­men­to già vis­to in casa Mer­cedes, ovvero il nuo­vo brack­et del tri­an­go­lo supe­ri­ore del­la sospen­sione, ora sdoppi­a­to nel suo attac­co e così con­cepi­to al fine di favorire un pas­sag­gio dell’aria attra­ver­so tale carat­ter­is­ti­ca sezione e con un con­seguente van­tag­gio in ter­mi­ni di cari­co aero­d­i­nam­i­co, vista l’azione di sof­fi­ag­gio diret­ta­mente eserci­ta­ta sui vari pro­fili del­la pre­sa d’aria dei freni, nonché di riduzione del tire-squirt. Pas­san­do all’avantreno, infine, è pos­si­bile scorg­ere, gra­zie alle foto scat­tate da Gior­gio Pio­la, l’elemento forse più inter­es­sante di questo nuo­vo pac­chet­to e, prob­a­bil­mente, di tut­ta la griglia: un estrat­tore d’aria pos­to all’interno del­la para­tia dell’alettone ante­ri­ore. Gra­zie all’inquadratura cita­ta, nonché alla com­bi­nazione con un ulte­ri­ore ango­lazione lat­erale, è pos­si­bile iden­ti­fi­care uno speci­fi­co e asso­lu­ta­mente ined­i­to sis­tema di estrazione che pesca l’aria attra­ver­so un inca­vo, rica­va­to dal pieno del­la zona piat­ta pos­ta accan­to alla sezione semi­cir­co­lare del mar­ci­apiede, che crea un pas­sag­gio d’aria attra­ver­so l’endplate e che fuori­esce dal­la stes­sa attra­ver­so due sezioni sdoppi­ate. Tale sis­tema, mai vis­to pri­ma, per­me­tte di avere una più con­sis­tente estrazione dell’aria in una zona crit­i­ca del­la mono­pos­to, con con­seguente allon­tana­men­to delle tur­bolen­ze gen­er­ate dalle ruote ante­ri­ori e a tut­to van­tag­gio dell’out­wash, tes­ti­mo­nian­do la stra­or­di­nar­ia capac­ità che gli uomi­ni Red Bull mostra­no in quan­to a ricer­ca in cam­po aerodinamico.

 

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