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Una corsa a due facce, quella della Red Bull, che porta a casa il prezioso secondo posto di Verstappen e che vede Albon ritirarsi dopo una gara incolore e piena di guai.

Si potrebbe sin­te­tiz­zare così il Gran Pre­mio dell’Eifel sec­on­do Red Bull, pro­tag­o­nista dell’ennesima gara i cui risul­tati cos­ti­tu­is­cono due poli che più opposti non potreb­bero essere. L’ottimo sec­on­do pos­to di Max Ver­stap­pen viene, infat­ti, mit­i­ga­to dal ritiro del com­pag­no di squadra, Alexan­der Albon, che è costret­to a rien­trare ai box a causa di un improvvi­so innalza­men­to delle tem­per­a­ture di eser­cizio del­la pro­pria Pow­er Unit causate dal­la per­forazione, da parte di un detri­to, delle masse radi­anti del­la sua RB16. Un episo­dio sfor­tu­na­to, comunque giun­to nel cor­so di una gara che il tai­lan­dese ha mac­chi­a­to con trop­pi errori mar­gin­ali, con il tam­pon­a­men­to ai dan­ni di Kvy­at che svet­ta quale peg­giore delle sviste da lui commesse, nonché sin­to­mo di una pre­sun­ta pres­sione che il pilota sem­bra patire in maniera sem­pre cres­cente anche a causa delle prestazioni notevoli tan­to del pro­prio com­pag­no di squadra, quan­to del francese Pierre Gasly.

Nonos­tante ciò, il week-end del­la Red Bull parte bene e, pur aven­do salta­to due prove libere a causa del mal­tem­po, entram­bi i piloti riescono a qual­i­fi­car­si in ottime posizioni, con Ver­stap­pen che si piaz­za in terza casel­la e con Albon in quin­ta, sep­pur con mez­zo sec­on­do di ritar­do dal com­pag­no di squadra e con gom­ma rossa a dis­po­sizione di ambedue le vet­ture. Al via, Ver­stap­pen pro­va subito ad insidiare Lewis Hamil­ton, al pun­to da tentare il sor­pas­so sin dalle prim­is­sime curve, men­tre Albon, che perde una posizione, non solo rischia di tam­ponare Charles Leclerc, ma anche di essere infi­la­to da Lan­do Nor­ris. Il terzet­to di tes­ta inizia a pren­dere vis­tosa­mente il largo dopo appe­na pochi metri e, nel men­tre, iniziano ad arrivare le prime avvis­aglie di piog­gia, comu­ni­cate dall’ingegnere di pista di Car­los Sainz nel cor­so dell’ottavo giro e con l’annuncio di un suc­ces­si­vo rovescio pre­vis­to nell’arco dei cinque minu­ti seguen­ti, aller­tan­do l’intera griglia cir­ca ques­ta pos­si­bil­ità che si con­cretiz­za, dopo appe­na due giri, nelle prime, spo­radiche goc­ci­o­line d’acqua. Nel frat­tem­po, Albon è vit­ti­ma di un forte spi­at­tel­la­men­to che lo costringe a tornare ai box, nel cor­so dell’ottavo giro, per montare gom­ma media, rien­tran­do in pista in ulti­ma posizione. Le goc­ce di piog­gia non sem­bra­no arrestar­si e più di qualche squadra sem­bra med­itare un poten­ziale cam­bio di strate­gia in vista di un pos­si­bile scroscio, dan­do vita ad una dan­za dei pit-stop piut­tosto antic­i­pa­ta e non sen­za che qual­cuno, come Ver­stap­pen, inizi a far pre­sente una cres­cente quan­tità d’acqua nelle ultime due curve del trac­cia­to. Nel men­tre, George Rus­sell viene sper­ona­to da Kimi Raikko­nen in Cur­va 1, con con­seguente usci­ta di pista e ritiro dal­la cor­sa a causa dei dan­ni este­si causati dal con­tat­to che, per via del­la posizione peri­colosa del­la vet­tura e dei vari detri­ti dis­sem­i­nati, por­ta all’istituzione del­la Vir­tu­al Safe­ty Car, che viene man­tenu­ta uni­ca­mente nel cor­so del sedices­i­mo e del dici­as­settes­i­mo passaggio.

E, pro­prio nel cor­so del dici­as­settes­i­mo giro, arri­va la chia­ma­ta del muret­to anche per Ver­stap­pen, che rien­tra in pista anch’egli con gom­ma media e in sec­on­da posizione. Intan­to, più in là nel­la griglia, Albon ingag­gia un duel­lo col pilota dell’AlphaTauri Dani­il Kvy­at, che ver­rà incolpevol­mente incor­na­to dal tai­lan­dese che, forse a causa di una svista, lo urta quan­do questi si appresta­va a rien­trare in pista dopo un lun­go all’ultima chi­cane, con con­seguente dis­tac­co dell’alettone ante­ri­ore dal­la mono­pos­to del rus­so e che gli pro­cur­erà una penal­ità di cinque sec­on­di. Ponen­do nuo­va­mente l’attenzione sul­la tes­ta del­la cor­sa, è pos­si­bile assis­tere ad un colpo di sce­na cor­rispon­dente ad una noia alla Pow­er Unit del­la Mer­cedes di Valt­teri Bot­tas, comunque già attarda­to e non più al coman­do a causa di una sos­ta forza­ta richi­es­ta dal­lo spi­at­tel­la­men­to di uno pneu­mati­co. Nel frat­tem­po, il tai­lan­dese con­tin­ua la sua malde­stra rimon­ta e, nel­la fase di avvic­i­na­men­to a Pierre Gasly, com­mette un errore in fre­na­ta di Cur­va 1 che rischia di trasfor­mar­si in un ulte­ri­ore, rovi­noso con­tat­to ai dan­ni di entram­bi: per for­tu­na, il mar­gine rimas­to tra i due fa si che non ci siano con­seguen­ze di alcun tipo. La gara di Albon, per quan­to costel­la­ta di errori, viene brus­ca­mente inter­rot­ta dal ritiro effet­tua­to nel cor­so del ven­ti­quat­tres­i­mo giro, a causa del già cita­to improvvi­so innalza­men­to delle tem­per­a­ture di eser­cizio del­la pro­pria Pow­er Unit. Qualche giro più tar­di, si assiste ad una leg­gera incertez­za prestazionale di Max Ver­stap­pen che, tut­tavia, recu­pera egre­gia­mente e con­fer­ma il tem­po da lui seg­na­to quale giro più veloce in gara, a tes­ti­mo­ni­an­za del­la buona resa del­la pro­pria vet­tura e del pro­prio fine set­ti­mana di gara. A questo si accom­pa­gna il sec­on­do pos­to defin­i­ti­vo al ter­mine del­la cor­sa, ottenu­to dopo una breve, ma inten­sis­si­ma, lot­ta nec­es­saria per resp­in­gere gli attac­chi di un arrem­bante Daniel Ric­cia­r­do, fat­tosi sot­to nel cor­so degli ulti­mi giri a causa dell’ingresso del­la Safe­ty Car richiesto dal ritiro di Lan­do Nor­ris nel cor­so del quar­antac­inques­i­mo giro.

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