Con la MC20, Maserati segna il ritorno in grande stile al settore che più le appartiene: quello delle sportive. Scopriamo insieme il recentissimo, innovativo capolavoro firmato dal Tridente.
C’era un gran bisogno di novità, in quel di Modena e questi corrispondeva alla freschezza che solo una vettura sportiva sa trasmettere al momento del lancio e, per questo, in casa del Tridente si è deciso di puntare su qualcosa di inedito e radicale in grado di trasportare su strada quel DNA corsaiolo che si era un po’ appannato nel tempo. Il risultato di questo straordinario lavoro viene riassunto nella sigla MC20, che, per esteso, corrisponde a Maserati Corse 2020; una dichiarazione di intenti quantomai cristallina e alla quale fanno seguito contenuti di primissimo ordine che balzano immediatamente a occhi e orecchie per via di una carica innovatrice con pochi pari.
L’ultima creazione del Tridente si presenta con tutti gli ingredienti necessari a far carpire, in un battito di ciglia, tutto il DNA proprio di una Maserati che è figlia delle corse e della sua stessa tradizione. Attraverso una serie di dettagli estetici, la MC20 rende, infatti, omaggio alla gloriosa storia del marchio ed elementi come le prese d’aria, i fanali e la morbidezza complessiva della linea si congiungono idealmente alle muse ispiratrici che ne hanno maggiormente influenzato la realizzazione, Birdcage 75th e MC12 in primis. Inoltre, trattandosi di una vettura figlia delle corse, essa è stata idealmente suddivisa in due porzioni ben distinte, ancor più esaltate dal netto distacco tra il bianco perlaceo della parte superiore, scolpita e modellata secondo la pura ricerca del gusto e della morbidezza formale, e il nero che caratterizza la porzione inferiore del veicolo, votata interamente alla ricerca della funzione e, quindi della massima prestazione. I designer, sapientemente guidati da Klaus Busse, hanno fatto tutto il possibile al fine di ridurre al minimo il numero di prese d’aria esterne, evitando qualsiasi artificioso sfogo a cui troppo spesso la concorrenza tende ad abbandonarsi quando si tratta di vetture sportive. Pertanto, il risultato estetico complessivo si presenta quale massima incarnazione di quella bellezza, da Pininfarina definita “biomorfa”, di cui Maserati è forse la massima portatrice.
E, come se non bastasse, sotto la splendida ed elegante veste della MC20 si nasconde una commistione di tecnologie di matrice tipicamente e inequivocabilmente racing. Partendo proprio dalla struttura stessa del veicolo, questa è composta da una carrozzeria interamente realizzata in carbonio forgiato, al di sotto della quale trova spazio una cellula centrale in fibra di carbonio a cui si abbinano i telaietti anteriori e posteriori quali unici elementi metallici della vettura, con questi ultimi progettati in tale materiale in quanto destinati a supportare la meccanica, di fatto modulare, dell’intero veicolo. Modulare, perché la MC20 è predisposta tanto per montare un classico, strepitoso propulsore a combustione interna, quanto un powertrain elettrico e con entrambi i sistemi caratterizzati dall’impiego delle ultime tecnologie che il know-how tecnico è in grado di mettere a disposizione. Se declinata nella versione endotermica, la MC20 si dota del freschissimo motore Nettuno, ovvero del nuovissimo V6 da tre litri, con angolo tra le bancate di 90° e con la più alta potenza specifica del settore che è in grado di sfoderare una potenza massima di ben 630 CV e una coppia di 730 Nm disponibili tra i 3000 e i 5500 giri al minuto, con entrambi i valori che vengono gestiti attraverso un cambio a otto rapporti che, unitamente all’unità propulsiva, stupisce per la collocazione estremamente “infossata” assunta dall’assieme, con quest’ultima derivata proprio dalle vetture GT3 e GTE al fine di abbassare ulteriormente il baricentro. Tali prestazioni sono anche il frutto del nuovissimo sistema a pre-camera di combustione con doppia candela di accensione che Maserati ha brevettato dopo aver attinto a piene dal mondo della Formula 1, ove tale tecnologia è largamente utilizzata sulle attuali monoposto dell’era ibrida. Nel caso della versione elettrica, per questo denominata MC20 Folgore, essa farà leva su tre propulsori elettrici alimentati, presumibilmente, da un sistema da 800 Volt che poggia su un pacco batterie che, per ragioni di diversa distribuzione dei pesi, verrà collocato alle spalle del firewall e che potrà contare su un sistema di ricarica rapida da 300 kW.
Grazie agli accorgimenti sopracitati, ai materiali impiegati e alla sapiente mano di Dallara, che ha contribuito alla realizzazione del telaio della supercar italiana, la MC20 termica sarà in grado di contenere la propria massa al di sotto della tonnellata e mezza. L’handling della vettura potrà, quindi, beneficiare tanto di un propulsore estremamente reattivo, quanto di un sistema di gestione della dinamica che il pilota può agevolmente controllare dall’abitacolo della vettura. Gli interni della MC20, dotati di due schermi con funzione di cluster strumentale e di stazione di controllo di tutte le funzioni di comfort del veicolo, presentano dei comandi pensati appositamente per non distrarre il pilota dalla propria attività, con i vari rotori che regolano le modalità di guida e la taratura delle sospensioni appositamente collocati su un vicino tunnel centrale immerso in un piacevolissimo mare di Alcantara. Grazie a questo abbinamento tra sportività assoluta, figlia delle corse, e la grande qualità di finiture, comfort e del sistema infotainment realizzato ad hoc, la MC20 si propone quale auto ideale di quella vastissima clientela che è alla ricerca del connubio perfetto di questi due mondi spesso antitetici, ponendosi quale spina nel fianco di tantissime e blasonate vetture già presenti sul mercato.