Il budget della storica scuderia di Woking è ben lontano dall’essere faraonico, ma questo non impedisce al team di ben figurare in classifica. Analizziamo i vari perché di questo ritorno al successo.
Il recentissimo secondo posto che la McLaren ha conquistato in quel di Monza e per mano di Carlos Sainz, seppur anche per alcune cause “fortuite” che hanno comunque agevolato la scalata ai vertici, conferma a pieno titolo quanto di buono stia avvenendo in seno alla casa inglese. Tolte le circostanze in questione, la McLaren e la sua eccellente MCL35 non perdono occasione per mostrare i muscoli anche nei confronti di scuderie alle cui spalle vi sono gruppi ben più grossi e con cospicui capitali, incluse le varie Renault e, incredibilmente, proprio la storica rivale di Maranello, quest’anno incredibilmente fuori persino dalla lotta per i punti in molteplici occasioni e, anche per questo, fuori dai radar della concorrenza. Tali risultati sono tutto fuorché un caso e sono il frutto di una completa e lunga ristrutturazione dell’organico aziendale, nonché di una profonda ricerca compiuta in ambito tecnico.
Come è ormai noto, la McLaren non naviga certamente in acque sicure e le recenti voci che riguardano la vendita del suo quartier generale, il McLaren Technology Center, testimoniano lo stato di crisi economica che l’azienda sta attraversando e che si uniscono ai provvedimenti operati in materia di esuberi resi necessari per far fronte alle conseguenze della ben nota emergenza sanitaria globale. Problemi economici a parte, però, la McLaren ha intrapreso un percorso di rivalutazione e di ristrutturazione che, soprattutto negli ultimi due anni, sembra finalmente dare i suoi frutti. Tale processo ruota attorno alle figure chiave di Andreas Seidl, ovvero l’uomo dietro ai successi di Porsche nel WEC, James Key, l’ex direttore tecnico di Toro Rosso da molti considerato il successore di Adrian Newey e Andrea Stella, fresco responsabile degli ingegneri. I tre in questione hanno contribuito in maniera estremamente significativa alla recente ritrovata competitività del team, col tecnico tedesco particolarmente impegnato sia sul fronte organizzativo che su quello infrastrutturale, considerato uno degli attuali talloni d’Achille dell’azienda e che, sempre secondo Seidl, costituisce il vero punto di forza della concorrenza di vertice, rappresentata dai soliti Mercedes, Ferrari e Red Bull. I secondi, ovvero Key e Stella, hanno nel contempo unito le forze al fine di portare in pista una vettura quanto più valida possibile in compatibilità con le ristrette risorse attualmente possedute dalla compagine, con la conseguente realizzazione di aggiornamenti e contenuti tecnici mirati e appositamente studiati.
Non a caso, la MCL35 si contraddistingue per le ottime prestazioni e per un livello contenutistico di altissima caratura, complici i tanti e interessanti dettagli che ne caratterizzano, in primis, la veste aerodinamica. Nello specifico, la vettura inglese si presenta quale degna erede della vettura che tanto di buono ha fatto nella scorsa stagione e sulla quale non mancano novità di assoluto rilievo e che, di fatto, hanno fatto scuola anche tra la concorrenza, come dimostrato dal ben orchestrato complesso di bargeboard, boomerang e generatori di vortice che, ad oggi, costituisce un unico e importante oggetto aerodinamico senza il quale non sarebbe possibile raggiungere i livelli di carico desiderati. Tuttavia, in McLaren non hanno badato unicamente a questo dato e si sono concentrati moltissimo anche sulla riduzione della resistenza all’avanzamento, come testimoniato dal muso stretto e dai tanti dettagli che coinvolgono i profili dell’alettone anteriore, legato al concetto di outwash, e del cape collocato sotto la struttura crashabile anteriore, a tutto beneficio della fluidodinamica generale. Gli elementi di rilievo, però, non finiscono qui e a completare le novità che coinvolgono la zona frontale troviamo la raffinatissima sospensione anteriore, munita di triangolo superiore rialzato per ragioni aerodinamiche e a cui si abbinano l’apposito bracket e il triangolo inferiore anch’esso riposizionato per identica finalità. Spostando l’attenzione più indietro, è possibile scorgere elementi di eguale importanza e interesse e, in particolare, è opportuno soffermarsi sulle feritoie collocate sul fondo, più precisamente davanti alle ruote posteriori, che si presentano complesse e strutturalmente interconnesse. In più, sempre al retrotreno, è possibile scorgere l’insieme di bandelle anti-tire squirt che caratterizza la base degli endplate dell’alettone posteriore, i profili posti sui bordi di uscita delle aperture posteriori e occasionalmente utilizzati per meglio raffreddare la Power Unit, e il complesso sistema costituito dai vari Gurney flap collocati sopra il diffusore che, in congiunzione con il complesso braccio posteriore-braccio di convergenza e organi di trazione raccolto in un unica sagoma in carbonio, contribuiscono ad una ottimale estrazione dei flussi in una area nevralgica della monoposto.
Le soluzioni all’avanguardia, dunque, non sembrano mancare in quel di Woking, a discapito di una situazione finanziaria tutt’altro che felice. Nonostante tale handicap, il team fondato da Bruce McLaren sembra aver ormai imboccato la strada giusta e il modo in cui gli aggiornamenti vengono costantemente ed efficacemente implementati dimostra non solo il grandissimo spessore tecnico di tutti i tecnici che in essa sono coinvolti, ma anche la grande efficienza di un meccanismo sempre più preciso e affidabile, forte di un organizzazione che continua a migliorarsi in base alle esigenze che il campo richiede ad ogni nuova occasione.
[…] aggravati dalla situazione di emergenza sanitaria che stiamo vivendo. Andreas Seidl sta guidando McLaren in un processo di profonda riorganizzazione, i cui risultati sono ben visibili. Dal punto di vista tecnico, la MCL35 è una delle vetture più […]