Monza non delude, fornendo una gara tanto spettacolare per il pubblico quanto disastrosa per Mercedes, che commette un errore grossolano e getta al vento una vittoria certa per Lewis Hamilton.
Monza Show. In un Gran Premio dove abbiamo assistito a innumerevoli colpi di scena, a rimetterci è stato il team di Brackley, che non va oltre un quinto e un settimo posto. Ma andiamo con ordine. Come ormai di regola da inizio stagione, il duo Mercedes domina le prove libere, lasciando agli avversari solo le briciole. L’evidente superiorità tecnica delle due ex frecce d’argento è lampante e si conferma in qualifica, dove Lewis Hamilton sbriciola il record della pista con lo stratosferico tempo di 1:18:877, tenendosi dietro un Valtteri Bottas molto performante, staccato di meno di un decimo.
Pronti via ed ecco la prima sorpresa. Mentre Hamilton vola indisturbato verso la prima variante, Bottas rimane al palo facendosi sfilare da Sainz prima e da Norris poi, che porta a termine un favoloso sorpasso all’esterno alla Variante della Roggia. Per concludere in bellezza un primo giro disastroso, il finlandese esce lentissimo dalla seconda di Lesmo, permettendo a Stroll e Ricciardo di sopravanzarlo tra il Serraglio e la Ascari. Mentre Hamilton si invola verso una vittoria che sembra ormai scontata, Valtteri non riesce a rimontare, complice la scelta di una mappatura di motore che non privilegia la velocità massima.
Il colpo di scena arriva però al ventesimo giro, quando il muretto Mercedes richiama ai box Lewis Hamilton in regime di Safety Car. Peccato che, qualche istante prima, la Direzione Gara aveva chiuso la pit-lane per poter permettere ai commissari di spingere l’auto di Magnussen, rimasta in panne all’uscita della Parabolica, fin dentro il box del team Haas. Hamilton è ancora “under investigation” quando l’auto di sicurezza entra ai box permettendo ai piloti di ricominciare a spingere. Ma subito dopo ecco che Leclerc perde il controllo della sua monoposto e finisce dritto contro le barriere all’esterno della Parabolica, costringendo i commissari ad esporre la bandiera rossa.

Nel frattempo, arriva la decisione della Direzione Gara. Dieci secondi di penalità da scontare ai box per Lewis Hamilton, che si ritrova quindi costretto ad abbandonare i sogni di gloria e lanciarsi in una rimonta che sembra impossibile. In tutto ciò, Valtteri Bottas non fa pervenire la sua presenza. Nessun duello, nessuna battaglia, senza mai essere in grado di avvicinarsi alla McLaren di Norris che lo precede. Una gara scialba la sua, che dimostra ancora una volta come il pilota finlandese si sia spento. Senza cattiveria e intensità, non c’è speranza di andar lontano.
Hamilton invece non demorde, iniziando a inanellare giri record in fila nel tentativo di recuperare il gap che lo separa dal gruppo. Così facendo, riesce a risalire fino alla settima posizione, a soli dieci secondi dal compagno di squadra, prima che venga sventolata la bandiera a scacchi. Un weekend anomalo per il team di Toto Wolff, che nonostante tutto può consolarsi pensando che l’unico avversario per la corsa al titolo, Max Verstappen, non ha ottenuto punti essendosi ritirato per problemi alla Power Unit. Ancora una volta, insomma, Hamilton e il suo team cascano in piedi, riuscendo ad allungare non solo nel Campionato Costruttori ma anche in quello Piloti in una domenica che, dopo la penalità, sembrava più nera della livrea delle due W11.