Nel week-end delle 100 pole position del team Mercedes-AMG Petronas (su 127 gare), Lewis Hamilton vince una gara corsa senza rivali, mettendo una prima ipoteca sul Campionato.
Tutto facile per il team di Brackley in quel di Montmeló, in un fine settimana la cui unica nota stonata è un Bottas costantemente sottotono.
L’ormai solito dominio è iniziato già dalle libere, con i due alfieri della Stella a tre punte che non hanno mai mollato la vetta, mettendo in riga il resto del gruppo senza mai essere infastiditi. Non ci sono novità neanche durante le qualifiche, con il team di Toto Wolff che monopolizza la prima fila come consuetudine. Nello scontro interno tra Bottas e Hamilton vince quest’ultimo, che sul giro secco stacca il compagno di 59 millesimi, mentre il terzo, l’ormai solido Max Verstappen, è distante oltre 7 decimi dal poleman.
In un paddock particolarmente caldo, più per le polemiche sull’affair Racing Point che per le temperature ferragostane della Catalunya, i piloti si schierano in griglia con una domanda ormai ricorrente: chi uscirà davanti in Curva 1? Hamilton o Bottas?
Si spengono i semafori e Bottas fa slittare la frizione, facendosi sopravanzare non solo da Verstappen ma anche da un eccezionale Lance Stroll.
La gara è già chiusa.

Mentre il Re Nero si invola verso la quarta vittoria stagionale gestendo accuratamente gli pneumatici, il suo compagno di squadra deve attendere che venga abilitato il DRS per avere la meglio sulla RP20 di Stroll.
La rincorsa verso la doppietta è complicata sin da subito, visto l’ottimo ritmo impresso da Max Verstappen e una condizione psicologica non ideale del finnico. Anche la freccia nera numero 44 sembra non riuscire a scappare, con Verstappen che rimane entro i due secondi fino a che l’anglo-giamaicano, attorno al dodicesimo giro, non decide che è finito il tempo di risparmiare le gomme ed inizia a spingere.
In realtà, le posizioni da podio sono già congelate dopo cinque tornate, complice anche un tracciato motociclistico che rende molto complicati i sorpassi.
Neanche il valzer dei pit-stop anima una gara avara di emozioni per gli spettatori. Al venticinquesimo giro le due Mercedes si infilano in corsia box per mettere le medie e marcare Verstappen che, in crisi di gomme, si era fermato ai box due giri prima.
La gara scorre lenta fino alla bandiera a scacchi, con i Hamilton e Verstappen che si fermeranno un’altra volta, mentre Bottas si ferma ai box all’ultimo giro per cambiare le gomme e asfaltare il record della pista, privando il suo compagno del Grand Chelem.
Non bastano però un podio, il cinquantesimo, e il record della pista a Valtteri per raggiungere la sufficienza. Fare peggio del terzo posto, con una macchina drammaticamente superiore alle altre, era impossibile a meno di problemi tecnici. Una gara incolore e anonima la sua, con una partenza da incubo e senza mai avvicinarsi alla Red Bull di Verstappen. Se questo basta per il rinnovo contrattuale, sicuramente non è sufficiente per essere riconosciuto come un top driver o per giocarsi il Mondiale.
Già, il Mondiale. Un titolo la cui assegnazione sembrava quantomeno contendibile, dopo la vittoria inaugurale del 77 in Austria. Oggi, dopo sei Gran Premi, sembra una mera formalità, considerata l’imbarazzante superiorità del duo Hamilton-Mercedes.
Vittoria numero 88 quindi per Lewis Hamilton, sempre più vicino al record di Schumacher di 91. A tre passi dalla leggenda.